| Benevento, 09-12-2025 10:09 |
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Senza produzione autonoma di conoscenza non c'e' sviluppo, ma dipendenza strutturale
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Redazione |
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In merito al nuovo Rapporto Svimez, interviene il presidente di Futuridea, Carmine Nardone (foto), sottolineando come i segnali positivi registrati nel Mezzogiorno restino ancora congiunturali e non strutturali.
"Il rapporto Svimez negli ultimi anni - scrive - ha registrato alcuni segnali positivi nel Mezzogiorno: Crescita del Prodotto Interno Lordo (Pil) lievemente superiore alla media nazionale in alcuni periodi, aumento dell'occupazione in alcuni settori, miglioramento delle esportazioni agroalimentari e una lieve ripresa degli investimenti pubblici, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) in primis.
Ma il problema è la natura di questi segnali, afferma il presidente Carmine Nardone.
Si tratta di dinamiche congiunturali più che strutturali.
I brevetti restano uno degli indicatori più impietosi del divario Nord-Sud. Al Nord si brevetta di più e in settori ad alta intensità tecnologica; al Sud si brevetta poco e spesso in ambiti a minore protezione industriale.
Ciò conferma la persistente debolezza dei sistemi regionali dell'innovazione.
Senza produzione autonoma di conoscenza, non c'è sviluppo, ma dipendenza strutturale.
Ancora più preoccupante è il dualismo nelle nuove cultivar agricole.
Il Mezzogiorno, pur disponendo di biodiversità, clima e storia agronomica, non è più centro generatore d'innovazione, ma utilizzatore passivo di genetica sviluppata altrove.
Questo comporta dipendenza varietale, costi maggiori per licenze e una riduzione del margine operativo dei piccoli coltivatori.
Innovare al Sud costa di più proprio perché il Sud non è sovrano nella produzione della conoscenza.
Se il Sud cresce grazie a investimenti esterni, tecnologie importate e senza controllo su brevetti e filiere della conoscenza, non si parla di sviluppo ma di modernizzazione dipendente.
Una forma elegante di subalternità economica.
Un po' come crescere a debito... di futuro.
Un certo ottimismo del rapporto Svimez non va demonizzato, spiega ancora il presidente Nardone, ma può essere letto come un tentativo di rendere il Sud "finanziabile", di rassicurare l’Europa e di giustificare l’impianto del Pnrr.
Il rischio è scambiare un rimbalzo per una riforma. La questione meridionale oggi va oltre l’economia: E' un tema geopolitico.
Le royalty tecnologiche, la sovranità sulle cultivar, la gestione dei brevetti e dei dati riguardano sicurezza alimentare, autonomia economica, capacità negoziale del territorio e giustizia intergenerazionale.
Sono questioni di potere reale sulla vita: semi, acqua, suolo, dati, algoritmi, brevetti.
C'è bisogno di investimenti radicali in ricerca pubblica, biotecnologie, infrastrutture cognitive e nel rafforzamento del ruolo degli agronomi e dei centri di sperimentazione territoriale.
Solo così il Mezzogiorno potrà diventare protagonista, e non utilizzatore passivo, dei processi d'innovazione".
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