Benevento, 07-07-2025 16:44 |
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Accordo di collaborazione tra Regione Campania, Provincia di Benevento, Ente d'Ambito Rifiuti Sannio, societa' partecipate Samte e Sapna Napoli
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Redazione |
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L'accordo di collaborazione tra Regione Campania, Provincia di Benevento, Ente d'Ambito Rifiuti Sannio, società partecipate Samte e Sapna Napoli e i suoi effetti concreti sul territorio, sono stati al centro dell'attenzione della conferenza stampa svoltasi alla Rocca dei Rettori.
Tra gli interventi conclusi va senz'altro ricordato la liberazione del sito di Toppa Infuocata a Fragneto Monforte da alcune decine di migliaia di tonnellate di ecoballe abbandonate da decenni nonché la liberazione di altre circa 20mila tonnellate di rifiuti combusti giacenti dal 2018 all'interno dei capannoni dello Stir di Casalduni dopo il devastante incendio di quel 25 agosto.
Ma ora si punta al futuro.
La Regione Campania a dare corso al programma da circa 50 milioni di euro per la rifunzionalizzazione dello Stir di Casalduni con tre diverse linee produttive: biodigestore anaerobico per la frazione organica; linea di trattamento meccanico biologico e stazione di trasferenza.
Intanto, Provincia ed Ente d'Ambito concretizzano un altro punto dell'accordo di cooperazione istituzionale sottoscritto con la stessa Regione e grazie al quale Provincia e la partecipata Samte, diventerà polo operativo dello stesso Ente d'Ambito per tutti i Comuni sanniti mentre si avvierà la trasferenza allo Stir di Casalduni di 20mila tonnellate di rifiuto urbano indifferenziato, e 30mila tonnellate di frazione organica da raccolta differenziata.
Il tutto nel contesto dell'obiettivo prefissato di riportare in vita la gestione del ciclo dei rifiuti provinciale fermo dall'incendio del 2018, a causa dei costi notevoli a carico dei contribuenti sanniti per il trasferimento fuori dal Sannio dei rifiuti da trattare.
Intanto, si sta lavorando alla perequazione dei costi ingiustamente gravanti da anni sui contribuenti sanniti a causa della gestione delle discariche post mortem per rifiuti provenienti da altre località della Campania.
Questo in buona sostanza il succo della conferenza stampa, cui hanno preso parte: il vice presidente ed assessore all’Ambiente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola; il presidente della Provincia, Nino Lombardi; il presidente dell'Ente d'Ambito, Pasquale Iacovella; l'amministratore unico Samte, Domenico Mauro.
Sono stati presenti anche l'assessore comunale, Alessandro Rosa, il consigliere regionale Erasmo Mortaruolo i dirigenti della Regione e della Provincia di Benevento della Samte, della Sapna, e diversi sindaci.
Introducendo i lavori, Lombardi ha ricordato quanto è stato fatto con fondi stanziati dalla Regione e con il lavoro di Samte e Sapna per la rimozione delle ecoballe da Toppa Infuocata e la contestuale rimozione dei rifiuti cobuti all'interno dello Stir di Casalduni.
Lombardi ha, quindi, ricordato le tappe che porteranno alla rifuzionalizzazione dello Stir di Casalduni e alla ripresa di un ciclo vrtuoso nella gestione dei rifiuti nel Sannio dopo anni d'immobilismo forzato a seguito dell'incendio dell'agosto del 2018.
Lombardi ha, però, sottolineato con forza la questione della perequazione dei costi ingiustamente supportati dai cittadini delle aree interne sannite che, ancora oggi, pagano la gestione dei rifiuti provenienti da altre provincie ancora accatastate nelle discariche del Sannio.
Ha dichiarato, quindi, che gli ingenti investimenti regionali si sommano a quelli in corso ed a quelli che verranno per quanto riguarda le strade.
Il prossimo bando delle strade da parte della Regione assicurerà nuova e migliore mobilità, non contemplata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) con interventi che si ritengono essenziali per la vita dei piccoli borghi.
Altri interventi sono in corso per il potabilizzatore la Diga di Campolattaro per centinaia di milioni di euro.
A tale proposito, Lombardi ha però ricordato che c'è un problema anche per ripagare i costi enormi che la Provincia ha sopportato in questi anni per la manutenzione e la gestione della Diga al fine di consentire che essa potesse finalmente essere adibita a soddisfare i bisogni irrigui e civili del territorio con il potabilizzatore in corso di realizzazione.
Nel prendere la parola, il presidente dell'Ente d'Ambito Pasquale Iacovella: ha riconosciuto che l'Ente finora è stato astratto ma essendo destinatario di risorse finanziarie, sta già lavorando oltre al Piano Industriale anche per le isole ecologiche nei Comuni.
Molto è stato fatto in questi anni per lo Stir di Casalduni e a Fragneto Monforte contro i problemi ambientali sulle colline del Tammaro ma ha ricordato che è necessario essere pronti ad impedire criticità nei nuovi impianti come quella del 2018.
Da qui la proposta di un collegamento diretto dalla Diga di Campolattaro agli impianti dello Stir per la prevenzione incendi.
Ha infine chiesto la tutela dei lavoratori che in numero di 30 hanno tutto il diritto di essere tutelati.
Con il nuovo piano industriale dell'Eda si possono conseguire obiettivi quali l’impegno per un servizio più efficace e meno costoso.
L'amministratore Mauro di Samte ha ricordato quanto fatto per Toppa Infuocata con la rimozione di 56mila tonnellate di rifiuti abbandonati da decenni ed è stato accertato che non sussitono problemi per le falde acquifere.
Ha tuttavia riconosciuto che occorre gestire una provincia a bassa densità abitativa che impone la costruzione di nuovi impianti per rilanciare il ciclo gestione rifiuti: grazie ad un accordo di programma si risaneranno i siti e si rilanceranno insieme alla messa in sicurezza la discarica di Sant'Arcangelo Trimonte e in questo modo si darà un respiro ai sindaci evitando che essi trasferiscano i rifiuti fuori provincia a costi esagerati.
La Samte ha svolto una attività di buon livello, ha concluso Mauro, che si è detto pronto a dare vita a nuova gestione dei rifiuti e siamo pronti a rilanciare anche i servizi .
Il vice presidente Bonavitacola ha dichiarato che la Legge regionale numero 4 del 2016 ha incontrato condizioni particolari nel Sannio ma oggi, ha aggiunto, parliamo a valle della rimozione da decine di migliaia di tonnellate di rifiuti abbandonati dal 2018 a Casalduni e da decenni nella discarica di Toppa Infuocata.
Lo Stir di Casalduni, al di là dell'incendio del 2018, ha comunque una sua età e dunque occorre comunque un robusto "tagliando" per rilanciarne le attività.
Si tratta di un’operazione complessa, per separare la frazione secca da quella umida e per il trattamento della frazione organica.
Oggi nel Sannio si vive un grave problema con costi eccessivi per portare questa frazione fuori provincia per il successivo trattamento.
Da qui l'idea di un sito di trasferenza provvisoria per ottimizzare il ciclo del trasporto fino alla completa realizzazione delle nuove attività dello Stir.
L'economia di scala che è stata pensata non interferisce con i lavori previsti a Casalduni.
Insomma c'è in impegno straordinario della Regione, ha continuato Bonavitacola, ma ci sono altre questioni sul tappeto.
Noi siamo consapevoli, ha spiegato l'assessore, che su questo territorio sono state aperte discariche con rifiuti non prodotti da questo territorio e questo ha comportato dei costi enormi per il contribuente sannita: pensammo in passato ad un fondo perequativo per alleviare i costi di gestione di queste discariche, ma questo comportava un aggravio di tariffe da altre parti.
Un problema in astratto corretto, ma non sostenibile.
Oggi la pensiamo in modo diverso, senza aumentare le tariffe in altre province: stiamo reperendo risorse senza aggravi sfruttando l'energia prodotta dall'inceneritore di Acerra.
Possiamo così creare le condizioni per un meccanismo di perequazione tariffario, risolvendo un problema atavico.
Non siamo in grado di dare cifre, ma ci stiamo lavorando seriamente.
Rimane sullo sfondo il tema del gestore unico come vuole la legge: i diversi segmenti del ciclo dei rifiuti (spazzamento, consegna agli impianti dei rifiuti, eccetera).
Penso che l'Eda, assestati i suoi problemi, possa articolare la gestione del problema sul territorio come meglio ritiene.
Una visione di campanile non va bene: la transizione verso un sistema sovra comunale non determina un salto nel buio tariffario come qualcuno crede. In astratto possiamo pensare che non si verificheranno aumenti di costi, ampliando la gestione degli ambiti.
Per quanto riguarda i lavoratori della Samte, possiamo dire che stiamo uscendo fuori dal tunnel per restituire la loro dignità.
Passando ad altro argomento, Bonavitacola ha ricordato che 30 Comuni sanniti sono soci dell'Alto Calore e quindi occorre fare un "salto mortale" con un provvedimento ad hoc per separare i distretti del Sannio da quello Irpino con un modello di società mista pubblica e privata a prevalenza di fondi regionale.
Con il Fesr potremo garantire al Distretto idrico del Sannio 80 milioni di euro.
Con questo la Regione Campania dà una grande autonomia sia per i rifiuti che l'idrico ai Comuni.
Questo per noi è un modo per non fare centralismo regionale per ridurre i divari tra fascia costiera e aree interna. E' un impegno etico.
Bonavitacola ha quindi concluso sul tema della Diga di Campolattaro che ha definito come una grande opportunità per il territorio.
Ci sono, ha detto, 6.000 litri d’acqua al secondo per gli usi civici e irrigui.
Vareremo un programma d'interventi perché la crisi dell'approvvigionamento idrico sia scongiurato anche se presenti e gravi.
Abbiamo chiesto al Consorzio Sannio Alfiano una progettazione, così faremo una dorsale centrale di distribuzione per consentire che, da questa dorsale, possano partire le diramazioni sul territorio.
Gli innesti saranno individuati a seconda della domanda di coltivazione, della capacità coltivazione e così via.
Ha chiuso i lavori Lombardi che ha preso atto delle dichiarazioni del vice presidente in particolare per quanto riguarda il tema della perequazione dei costi dei rifiuti derivanti dalla gestione delle discariche post mortem, ovvero dismesse.
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