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Benevento, 18-05-2025 12:14 ____
Alla agostiniana Santa degli Impossibili, Santa Rita da Cascia, chiediamo di intercedere affinche' queste guerre abbiano a finire
Celebrata la prima grande manifestazione di tradizione, quella della benedizione della auto, che apre i festeggiamenti in onore della Santa molto venerata dai beneventani e di cui e' devoto papa Leone XIV, agostiniano anch'egli, e che 22 anni fa venne a Benevento proprio alla inaugurazione di questa nuova chiesa ha ricordato il parroco don Teodoro Rapuano che ha benedetto uno ad uno tutti gli automezzi partecipanti alla sfilata
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La chiusura di piazza Risorgimento ha portato problematiche, peraltro egregiamente superate, anche alla celebrazione delle iniziative relative alla Festa di Santa Rita, una santa agostiniana, a cui la città è da sempre molto devota proprio come lo è Papa Leone XIV.
Il raduno stavolta c'è stato, dunque, a via Aldo Moro poi il corteo di auto, camion e motocicli, con la costante assistenza di due pattuglie della Polizia Municipale, preceduto dal "Maggiolino" Volkswagen di Patrizio Perfetto, con capote scoperta, condotta dal proprietario e con a bordo il parroco don Teodoro Rapuano assieme al diacono don Antonio Iacovella e dal fuoristrada su cui era stata posizionata la statua di Santa Rita che oggi si venera alla chiesa di Santa Maria della Pace e di Santa Rita alla Pacevecchia.
Il corteo, così composto, ha percorso le strade cittadine per poi giungere nuovamente alla Pacevecchia raggiungendo l'ingresso della chiesa, nei pressi del Campo da Rugby, dove da un altarino realizzato appositamente, don Teodoro non si è fermato un momento ed ha benedetto, uno ad uno, tutti gli automezzi e motocicli transitati in ordine dinanzi a lui subito dopo l'autoscala dei Vigili del Fuoco.
Dopo la benedizione ciascuno ha poi lasciato la festa con nel cuore la benedizione di Santa Rita che li proteggerà nel loro cammino.
A don Teodoro abbiamo chiesto di questa innovazione organizzativa anche se la sostanza non cambia, siamo alla Festa di Santa Rita, una tradizione che i beneventani amano rispettare da decenni.
Sicuramente sì, ci ha risposto don Teodoro, anzi ho visto che sono venuti molti più automobilisti ed autotrasportatori e dunque negli anni si sta consolidando questa tradizione che è la prima tappa e che dà l'avvio ai festeggiamenti in onore di Santa Rita che troveranno il loro culmine giovedì prossimo, 22 maggio, con le Messe che si succederanno per tutta la giornata assieme a quella che terrà poi l'arcivescovo monsignor Felice Accrocca.
Quest'anno avremo anche gli Sbandieratori di Salerno che partecipano alle manifestazioni storiche nella Costiera Amalfitana.
Questo gruppo, ad ogni ora, tra una Messa ed un'altra, faranno un piccolo spettacolo della durata di circa dieci minuti a beneficio dei bamini e dei devoti della Santa.
Questa aggiunta è stata pensata perché quest'anno celebriamo non solo il Giubileo della Chiesa universale ma anche il 125esimo anniversario dalla canonizzazione della Santa che è stata voluta proprio da Leone XIII, papa Pecci, caro alle memorie beneventane del XIX-XX secolo.
Quest'anno quindi un richiamo più bello perché 22 anni fa, l'attuale papa, Leone XIV Prevost, lo abbiamo avuto qui, presente nella nostra chiesa, per l'inaugurazione di questo edificio voluto proprio dagli agostiniani (lo stesso ordine religioso del Papa ndr) che lo hanno voluto per incrementare il culto di Santa Rita nella città e nell'hinterland.
Sottolineo sempre ricordare il valore sociale che gli agostiniani, ha proseguito don Teodoro, attraverso anche il culto di Santa Rita, hanno dato alla nostra comunità con in testa padre Fulgenzio Scarano, padre Ricci, padre Corrado e gli altri sacerdoti che a San Vittorino hanno dato un contributo notevole alla nostra cittadina.
Santa Rita è definita, non solo dai beneventani, la Santa degli Impossibili, abbiamo infine detto a don Teodoro. Possiamo invocarla per chiederle di intercedere affinché queste guerre abbiano fine?
Sicuramente sì, ci ha risposto don Teodoro. Oggi il Vangelo ci parla di un Dio che sta per andare via perché è risorto è stava ritornando dal Padre ed i discepoli si chiedevano dove fosse questo luogo.
Con il vecchio catechismo ci dicevano, imparando a memoria, che egli era in terra, in cielo ed in ogni luogo.
Ma è più corretto dire che Dio è dentro di noi. E' questo il luogo dove va cercato Dio ed è il luogo dove va cercata la pace. Se siamo riconciliati con noi stessi lo saremo anche con i fratelli e con tutta la società in cui ci troviamo a vivere.
Papa Francesco diceva questa è la società che ci è stata consegnata. Brutta o cattiva o bella che sia, questa è e dobbiamo lavorare in essa ma non è possibile cercare la pace se prima non la troviamo dentro di noi, ha concluso don Teodoro Rapuano.

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.170881



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