Portale multimediale d'informazione di Gazzetta di Benevento

 

stampa

letto 4390 volte

Benevento, 18-05-2025 09:22 ____
Sono stato il medico di Giuseppe Pagnozzi nell'ultimo periodo di vita, titolare di laboratorio di analisi dall'apprezzata cortesia e disponibilita'
A Reno Giannantonio il sorriso sulle labbra si spense quando la vita, con la velocita' di un fulmine, lo privo' della sua Pina. Di Giuseppe Zollo apprezzato il suo impegno politico. Ha sempre agito da persona per bene. Giuseppina Farese si e' spenta, quasi centenaria, dopo una vita intensamente vissuta, ricorda Peppino De Lorenzo
Nostro servizio
  

Peppino De Lorenzo, anche questa settimana, rinverdisce la memoria di altri personaggi beneventani scomparsi da non molto, con alcuni dei quali ha avuto contatti quando gli stessi erano in vita.
Si tratta, nello specifico, di Giuseppe Pagnozzi, Reno Giannantonio, Peppe Zollo e Giuseppina Farese, quest'ultima, all'epoca, titolare del mitico "Bar Moka".

Giuseppe Pagnozzi (nella foto di apertura)
Fra i titolari di laboratori di analisi operanti nel nostro territorio, di sicuro, quello di Giuseppe Pagnozzi ha occupato un posto di rilievo.
Lo conobbi tanti anni fa e, nel corso del tempo, avevo imparato ad apprezzarne la cortesia, nonché la innata disponibilità nei riguardi dei pazienti che a lui facevano ricorso.
Il suo studio aveva sempre avuto la principale ubicazione al centro della città, nella zona adiacente piazza Risorgimento, fino a quando, pochi anni fa, Pagnozzi dette vita ad un più funzionale e moderno centro diagnostico nei pressi di piazza Santa Maria.
Poi, improvvisa e dolorosa, una malattia che, in breve tempo, lo scorso marzo, ha chiuso i suoi giorni.
Ho avuto la ventura di essere il suo medico, segnatamente, nell'ultimo periodo di vita.
Ricordo il giorno, di qualche mese fa, quando alla moglie che, unitamente agli altri familiari, intendeva percorrere ogni strada possibile per sottrarlo alla morte, dissi: "Signora, apprezzo il vostro affetto sconfinato, ma, in questo delicato momento, il nostro unico dovere rimane quello di evitargli, è ovvio, nei limiti del possibile, le sofferenze."
Serberò sempre nel cuore, fra le innumerevoli esperienze che hanno accompagnato la mia vita professionale, quanto, a distanza di qualche giorno dalla scomparsa, la signora, nel ringraziarmi per il suggerimento offertole, mi ha detto: "L'ultima settimana che ho trascorso in clinica accanto a mio marito non la dimenticherò mai. Siamo stati noi due soli, l'uno accanto all'altra, come si era verificato per la vita intera. Pur se dinanzi a non poche sofferenze, ci siamo ritrovati unitissimi".
Una prova d'amore, quest'ultima, che ho recepito con infinita dolcezza.
Il che dimostra che, nel mondo d'oggi, tanto distratto e veloce, che ha smarrito i suoi valori, alcuni legami lasciano ancora sperare.

Reno Giannantonio (nella prima foto in basso)
E' vero che, nel momento in cui la notizia della scomparsa di Reno Giannantonio è corsa in città di bocca in bocca, da più parti, si sia scritto di lui.
Nel coro dei ricordi, tuttavia, mi è impossibile fare mancare la mia modesta voce.
Ricordare il giornalista di altri tempi, l'insegnante, l'amico corretto, il gentiluomo sempre fine nel vestire, il marito ed il padre, un'ondata di ansia mi travolge.
Serberò nel cuore il fascino delle sue parole e la dolcezza della sua vita, quella vita che, d'improvviso, con la velocità di un fulmine, lo privò della sua Pina.
Da quel giorno, sul volto di Reno si spense il sorriso, anche se l'esistenza, sì, è vero, ti toglie persone care, con cui sono stati condivisi pezzi importanti del proprio vissuto, ma non riesce, mai e poi mai, a sottratti ricordi, gioie, emozioni e dolori con loro condivisi.
Quando un dolore travolge, si è soli, ma, fortunatamente, nella disgrazia, Reno ha trovato l'affetto dei figli, dei nipoti che non lo hanno mai lasciato.
Tuttavia, Reno era stato costretto a lasciare la sua Benevento, che tanto amava, e chiudere i suoi giorni a Bologna.
Chissà quante volte avrà rivolto il pensiero alla città, ove era vissuto, rivedendo, nel ricordo, le strade, gli angoli, le piazze della nostra Benevento.
Non c'è alcunché da fare, la vita, nella sua bellezza, rimane, comunque, un percorso pieno di dolori.
In questi giorni, mi è ritornato alla mente lo sguardo di Reno quando fu costretto, per colpa di un folle, al ricovero in ospedale (nella seconda foto in basso), dopo essere stato aggredito, senza cause scatenanti, nel corso di una partita di calcio. Appresa la notizia, io ero ancora in servizio, corsi da lui.
Addio, Reno. Ora hai ritrovato la serenità accanto a Pina, tua fedele compagna di una vita.

Giuseppe Zollo (nella terza foto in basso)
Fulminea la scomparsa di Giuseppe Zollo, Peppe per tutti noi. Brevissimo, solo pochi giorni, il tempo intercorso tra la terribile diagnosi senza appello e la dipartita.
Apprezzata la sua attività di bancario, svolta per una vita intera. Né meno degno di rilievo l'impegno politico.
Peppe fece il suo primo ingresso in Consiglio comunale nel lontano febbraio 1993, prendendo il posto di Umberto Del Basso De Caro eletto in Parlamento.
Rimase lì per pochi mesi in quanto, il 29 agosto dello stesso anno, l'Assise fu sciolta per le dimissioni dei rappresentanti la maggioranza.
Vi ritornò il 21 novembre 1993, quale candidato nella lista "Insieme per la città", coalizione che riportò un successo senza precedenti.
Fu in quella circostanza che lo conobbi in quanto fui candidato con lui. La mia era la prima esperienza.
Successivamente, Peppe Zollo non ha mai abbandonato la politica. Ricoprì anche il ruolo di assessore all'Urbanistica nel secondo mandato di Fausto Pepe.
Di carattere mite, conosciuto da tutti, ha sempre agito da persona da bene.
Il destino, poi, improvvisamente, gli è stato avverso. A 60 anni ha lasciato la famiglia in un dolore senza fine.
Sarà ricordato per la squisitezza del tratto e l'incarnata bontà.

Giuseppina Farese (nella quarta foto in basso, il mitico "Bar Moka")
Per tutti Peppina, si è spenta, quasi centenaria, dopo una vita intensamente vissuta.
Era l'ultima rappresentante dello storico "Bar Moka".
Quest'ultimo sempre ubicato allo stesso posto, nel centro della città.
Il "Bar Moka", nel tempo, è stato il punto di riferimento e di incontri di tanti beneventani.
La signorina Peppina, con il suo carattere forte e deciso, ereditando l'esercizio commerciale dal padre, lo ha sempre gestito in prima persona, fino a quando le forze, ad un tratto, non lo permisero più.
E' andata via in una rigida giornata di febbraio, scomparendo con lei un altro pezzo importante della città.
La ricordo tra le mie prime pazienti, raggiunta la laurea, essendo il suo esercizio commerciale ubicato nei pressi della mia abitazione.

 

 

comunicato n.170876



Società Editoriale "Maloeis" - Gazzetta di Benevento - via Erik Mutarelli, 28 - 82100 Benevento - tel. e fax 0824 40100
email info@gazzettabenevento.it - partita Iva 01051510624
Pagine visitate 679050128 / Informativa Privacy