Benevento, 29-04-2025 19:54 |
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Raffaele Paganini, il grande ballerino di danza internazionale, ha un brutto presagio: Tra 50 anni la Danza non ci sara' piu'. Saranno solo mossette
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Nostro servizio |
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E' calato il sipario sulla VI edizione del "Festival di Primavera. Una Finestra sulla Danza", e non solo il caso ma una attenta programmazione, quella di Carmen Castiello (nella terza foto in basso), ha fatto sì che tutto accadesse nella "Giornata Mondiale della Danza".
Una folla di piccole ed adolescenti danzatrici ha fatto da meravigliosa cornice, anche nell'auspicio di un futuro che non è poi così roseo per la danza, all'intervento sul palco di Raffaele Paganini (nella foto di apertura), l'ospite d'onore intervistato da Laura Delfini nell'incontro sul tema: "La Danza per Tutti" condotto da Lella Preziosi (nella prima e nella seconda foto in basso).
Prima che il grande ballerino di fama internazionale (undici fratelli di cui quattro ballerini ma nessuno dei suoi figli ha percorso la faticosa strada del papà) salisse sul palco del Teatro del Collegio de la Salle, abbiamo intrattenuto con lui una breve chiacchierata che è stata, di fatto, il seguito a quella del luglio 2023 che facemmo al Teatro Romano, auspice sempre Castiello.
Siamo nel cuore della Danza beneventana organizzata da Carmen Castiello e lei affronta nuovamente un pubblico di piccoli e di giovani, abbiamo detto a Paganini.
La danza, tuttavia, non è un'arte semplice da praticare perché richiede sacrificio, tanto sacrificio.
Incontra difficoltà a far penetrare tra i giovani l'idea di fare danza?
Guardi, ci ha risposto Paganini, succede che se un ragazzo è predisposto, non solo fisicamente ma mentalmente, diventa tutto semplice per cui io negli anni ho capito che è pressoché inutile lavorare su un ragazzo che non ha voglia di farlo.
E' completamente inutile. Si perde solo tempo.
Perdiamo tempo noi e lui perché potrebbe fare altro e cioè calcio, piuttosto che tennis o altro.
Lo spettacolo, in genere, ma la danza in particolare, è una cosa che matura con il tempo e che devi coltivare da piccolo.
Gli abbiamo chiesto se ci sia una età consigliata per cominciare a fare danza.
Le età iniziali sono varie, ci ha risposto il maestro, e c'è anche chi comincia a 5 anni.
Quando ho io fatto la Scuole del Teatro dell'Opera si entrava minimo a 10 anni e massimo a 12. Né prima, né dopo.
Adesso credo che siano un po' cambiate le cose ed i maschietti mi pare possano cominciare anche un po' prima.
L'età però non è così importante quanto può esserlo l'abnegazione, la voglia di fare danza.
Se questa c'è, lo puoi fare tranquillamente altrimenti puoi avere il maestro più bravo del mondo, ma non ce la fai.
Questi giovani, abbiamo ancora detto, cercano anche strade alternative?
Ci spieghiamo meglio. La danza classica, che è la "mamma", potremmo dire, di tutte le discipline coreutiche, è anche la più difficile, la più faticosa e che porta a pensare di praticarla, quella in "fotocopia", magari attraverso altre discipline simili ma per niente uguali?
Mi dispiace dirlo, ci ha risposto Paganini, ma con queste "alternative" non si va da nessuna parte.
Come dico spesso, la base è la danza classica.
Poi non è detto che tu debba fare per forza il ballerino classico ed interpretare il "Lago dei cigni" o "La bella addormentata".
Non è quello, ma la base deve essere la danza classica che poi ti dà la possibilità di fare addirittura l'hip hop in maniera migliore.
Personalmente, durante le mie audizioni, quando devo prendere ragazzi in Compagnia, se loro non fanno il classico, non li accetto nella scuola perché sono onesto.
Se la danza classica si esercita come base, poi fai quello che vuoi, Pop, Moderno, Contemporaneo.
Come se fosse una specializzazione partendo da una base necessaria, abbiamo evidenziato noi...
Esattamente, ci ha risposto Paganini.
Ma è la danza classica che ti dà il famoso 8 che è la perfezione del movimento.
Quell'8 lo raggiungi solo con la danza classica purtroppo. Altro non si può fare.
Io alla fine della mia carriera classica sono stato poi in grado di fare Musical, studiare il Tip Tap, e tante altre cose ma avevo la base della danza classica che mi portava in quella direzione.
I ragazzi rispondono a questa sua sollecitazione, abbiamo ancora chiesto a Paganini?
No, ci ha risposto secco il maestro.
Infatti, anche se io credo di dimostrarmi certamente pessimista, dico che tra una cinquantina d'anni non ci sarà più niente...
Ma non ci saremo neanche noi, abbiamo detto al grande ballerino...
E' vero, ci ha risposto, noi non ci saremo più per cui va bene così, però non ci sarà più la danza classica.
Non ci sarà più, dico meglio, non la danza classica, ma la danza.
Ci saranno mossette e per farle non ci sarà bisogno di andare nelle scuole, perché queste le fanno un po' tutti.
Una parola forte, siamo intervenuti nuovamente noi, non la facciamo dire a lei ma la diciamo noi: E' da anni che siamo oramai in pieno decadentismo nell'arte... e non solo nella danza.
Sono d'accordissimo con lei, ci ha risposto Paganini.
La parola decadentismo lei l'ha cominciata ed io l'ho finita. Ci siamo trovati all'unisono.
E' vero, è una brutta parola, ma l'abbiamo detta insieme ed è così.
Il decadentismo è in tutta l'arte.
E' preoccupante e speriamo che qualcosa succeda, che scoppi una voglia ed un amore per la danza.
Speravo che con queste nuove trasmissioni ci fossero delle possibilità, non solo di conoscere la danza ma anche di portare i ragazzi a studiarla, in maniera corretta.
Purtroppo non è successo.
Confidiamo nel futuro.
Io me lo auguro sempre, ha concluso Paganini.
Carmen Castiello è rimasta ovviamente soddisfatta di come è andata anche questa edizione del "Festival di Primavera. Una Finestra sulla Danza", centinaia i piccoli danzatori che nella varie serate hanno affollato il Teatro del Collegio de la Salle e poi la chiusura di stasera con la grande etoile, Raffaele Paganini.
Siamo alla fine anche di questa bella iniziativa, abbiamo detto a Castiello e la risposta è stata eccezionale...
Sì, hanno partecipato tanti bambini. Il primo giorno sono stati 50 mentre il secondo sono stati 150 con le loro famiglie. In realtà l'obiettivo era proprio quello, di far rivere la danza ed il teatro a 360 gradi e questo è un teatro che veramente merita di starci dentro visto che già di per sé una bella emozione da esprimere. Gli ospiti che sono venuti come Elena Viti, Roberto Prete, hanno apprezzato veramente molto questo Teatro ed anche per come è tenuto bene.
L'obiettivo principale è quello di cercare di avvicinare il più possibile i ragazzi alla danza classica perché il rischio purtroppo è che si possano perdere.
La danza classifica è faticosa, molto, ha ribadito anche Castiello, ed invece ci sono poi delle discipline che sono di più facile approccio.
Ora parlando loro della storia del balletto ed anche dell'osservazione dello spazio scenico come il sottopalco, ho raccontato cosa succede nei grandi teatri dove proprio dal sottopalco appaiono figure che non sono terrene. Di tutta questa magia sono rimasti molto affascinati ed infatti i ragazzi se li motiviamo effettivamente danno una bella risposta. E quindi sono molto felice e soddisfatta di quello che abbiamo fatto.
Abbiamo anche raccontato che qui il sipario è di velluto, come nei grandi teatri, e così anche le poltrone perché esso serve ad attutire ed assorbire i suoni diventando così una complessiva e bella atmosfera. Ed anche sotto questo asspetto i bambini sono rimasti colpiti. Sembrano piccoli però parlare della realtà e di quella che è nell'essenza, li affascina molto.
Ed ora che vi è stato assegnato un nuovo spazio quello del Piccolo Teatro Libertà. Vi allontanerete da questo bel Teatro de la Salle?
La prospettiva di questo nuovo spazio è quella di creare dei corsi per dei professionisti, ci ha risposto Castiello.
Siamo intenzionati a fare delle selezioni e delle audizioni in modo da far lavorare i ragazzi che hanno delle doti particolari in modo da creare la Compagnia di Benevento fatta da tutti danzatori beneventani.
L'altra idea poi è anche quella di aprirci al quartiere perché il nome Libertà è un appellativo che si apre a molti orizzonti.
Lì abitano peraltro molti extracomunitari e noi abbianmo intenzione di creare un festival dell'Entia e di fare dei corsi per i bambini del posto in modo che possano anche loro essere avvicinati alla bellezza della danza e del teatro.
Probabilente faremo anche dei corsi di disegno, di fumetti, di danza popolare, in modo da alternare i momenti di danza di qualità a quelli dell'accoglienza.
Non è certamente un teatro bello come questo ma lo renderete certramente bello voi, abbiamo concluso noi.
Ha un altro aspetto perché è moderno, ma sono convinta, ha risposto Castiello, che la musica, la danza, i giovani, lo renderanno parimenti molto bello, ancora di più di quello che è, ha concluso la coreografa.
Ultimata l'intervista ci siamo recati in Teatro dove aveva avuto inizio l'incontro con Paganini ed a seguire "La Danza Caleidoscopica" e infine lo spettacolo "Le Quattro Stagioni di Tumpa", a cura di Luigi Giova e del Centro Studi Danza Castiello.
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