Benevento, 22-04-2025 20:07 |
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Calcio, Serie C: Il presidente del Benevento Oreste Vigorito torna a parlare. Lo fa in una conferenza fiume che giunge dopo un lungo silenzio
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di Luca Pietronigro |
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E' giunto qualche minuto prima dell'orario previsto portando appresso una cartellina del Benevento Calcio con all'interno dei fogli su cui erano scritte le domande e messaggi dei tifosi, alcuni dei quali sono stati anche letti nel corso della conferenza stampa, ed alcuni suoi appunti che lo hanno aiutato nell'esposizione (foto in basso).
Così si è presentato il presidente del Benevento Calcio, Oreste Vigorito, nel corso di una conferenza stampa fiume, durata quasi tre ore, in cui ha voluto esporre, spiegare, fornire il suo punto di vista, raccontare quanto sta succedendo intorno alla squadra giallorossa.
Lo ha voluto fare in un momento difficile, nel corso di una contestazione da parte della tifoseria nei confronti della società, per provare a rasserenare l'ambiente, per cercare di far tornare il sereno lì dove, ormai da tempo, non c'è più.
Ha ribadito la sua volontà di non andare via perché non ha intenzione di tradire la città e che se lo dovesse fare lascerebbe una società senza debiti e solo se trovasse qualcuno che ami il Benevento come lui e che possa fare meglio.
Ha confermato di non essere affatto stanco, di avere voglia di portare la squadra e, con essa la città, nelle categorie che merita e non, quindi, in Serie C, di aver fatto degli errori, soprattutto negli ultimi due anni della Serie B, quando, a causa di altri impegni, è stato più lontano delegando ad altri alcuni compiti che non sono stati, però, svolti al meglio.
Ha aggiunto di voler proseguire in quello che viene definito il progetto giovani e che è finito il tempo in cui a Benevento venivano acquistati calciatori "di nome" anche strapagandoli.
Un passaggio lo ha dedicato anche alla vicenda scommesse e sui procedimenti ancora in corso tanto da spingerlo a pensare di lasciare il calcio anche se poi ha prevalso il desiderio di restare "perché certi atti di vigliaccheria non vanno premiati con l'abbandono di gente, persone, città che sono perbene".
Il patron, prima di dedicarsi alle domande, ha voluto spiegare il senso della conferenza definita dallo stesso un po' strana ma necessaria "per uscire fuori da un'atmosfera di dubbi su tante cose che mi interessano da vicino e che interessano i tifosi".
"Ho voluto - ha detto - un filo diretto con i tifosi, che vivono un po' meno la città e lo sport in settimana e che, per questo, hanno una visione parziale di quello che sta accadendo.
Voglio parlare a tutti quelli che hanno a cuore il Benevento Calcio.
La prima risposta la voglio fornire ad un tifoso che mi ha chiesto come mai in società ci siano tanti napoletani e nessun beneventano.
Non è così poiché, con il calcio, diamo lavoro ad 88 persone, esclusi i calciatori, di cui ben 59 sono beneventani".
Sul momento ha detto: "Non stiamo attraversando un periodo facile, anzi.
C'è grande amarezza da parte della società per quanto sta accadendo ed è in atto un'analisi approfondita con gli addetti ai lavori (allenatore e direttore tecnico) per cercare di capire i motivi che hanno portato a questa situazione.
E' evidente che, se non c'è stata ancora una svolta, è perché non abbiamo capito ancora i motivi del problema.
In questo momento c'è una situazione di confusione che dobbiamo superare.
E' vero che non siamo primi in classifica ma è anche vero che non siamo neppure ultimi ed in altre piazze raggiungere i play-off rappresenta quasi un sogno.
Sono più preoccupato del futuro che del momento attuale, mi auguro che, con l'aiuto di tutti, possa arrivare un finale di campionato prolungato".
Su quello che sarà il futuro ha sostenuto: "E' difficile fare dei discorsi sul calcio, non voglio fare delle profezie.
Quello che faccio sono impegni, nemmeno promesse.
Quando abbiamo finito la gara con il Cerignola siamo stati capaci di scontentare ben tre tifoserie.
Quella del Cerignola, appunto, che mi ha insegnato alcune parole del loro dialetto che non conoscevo, quella di Avellino mi ha ringraziato ma si sono anche lamentati di aver provato a vincere contro di loro e quella di Benevento poiché alcuni hanno immaginato che potesse esserci chissà quale cospirazione per far salire l'Avellino in B.
A loro do una risposta: noi siamo andati in A e loro erano in C, avessi avuto questi poteri li avrei spesi per il Benevento, non per l'Avellino.
Non faccio scommesse e quando parlo di Benevento ho solo una lettera in testa, la I di Impegno.
E' vero che sono stato ad Avellino ma è anche vero che lì ho degli interessi lavorativi ed anche lì i miei dipendenti hanno bisogno d'interfacciarsi con il loro datore di lavoro.
Sulla sponsorizzazione dall'Avellino Basket e sui mugugni che ci sono stati in città dico che il finanziamento è stato di 30mila euro, una cifra inferiore a quella fornita al Rugby Benevento.
Non è vero che ho sottratto dei soldi al calcio, sappiate che negli ultimi quattro anni questa società ha speso circa 60 milioni di euro".
Sul suo rapporto con la squadra ha detto: "Se sono stato tanto o poco con il gruppo non devo rendere conto a nessuno.
Quando ero ragazzo lasciai un posto sicuro con un'ottima retribuzione, andando via perché sognavo.
La gente mi disse che sognavo ad occhi aperti. Ho continuato a sognare e ho realizzato molti sogni.
A Benevento ho trovato un'atmosfera di città e di persone che lavorano.
Una squadra non è uno sfizio ma fa esprimere la mia passione.
Quando si fa qualcosa con passione si ha il vantaggio di superare gli ostacoli ma anche lo svantaggio di creare simpatie e antipatie perché la passione va oltre la razionalità.
Quando devo prendere una decisione importante ascolto gli altri.
Le mie aziende sono fatte da persone pagate per darmi delle soluzioni. Ogni tanto offro il mio contributo che a volte va bene ed altre male.
Non credo che chi sta fuori al Benevento Calcio abbia la verità ma credo ce l'abbia chi fa questo lavoro e cerco di ascoltare".
Sui giovani ha affermato: "Quando abbiamo presentato le magliette, abbiamo detto che avremmo fatto di tutto per migliorare la stagione precedente.
Ho spiegato che molti dei giovani che sarebbero andati in ritiro con Auteri sarebbero stati oggetto della valutazione del tecnico.
Se c'è chi pensa che io dica queste cose e poi faccia il contrario è in malafede. Se un allenatore e un direttore sportivo danno una indicazione noi la seguiamo.
Con i ragazzi abbiamo fatto un grande errore.
Pensavamo che avrebbero avuto difficoltà, che saremmo partiti con il passo lento. Un papà che vede che dopo 19 partite sei al primo posto con il miglior attacco e la seconda miglior difesa può pensare di aver sbagliato?
Siamo stati additati in tutta Italia come un esempio virtuoso di società che aveva svoltato come progetto".
Sul mancato intervento nel mercato dello scorso gennaio ha sostenuto: "Ho sbagliato a non prendere un calciatore.
Bisogna, però, anche dire che ho uno scouting di sette persone con a capo un responsabile che ha fatto la storia dell'Empoli e sei osservatori che girano tutte le domeniche.
Ebbene tutti hanno detto che in giro calciatori più bravi dei nostri non ce n'erano.
Dopo alcune partite che abbiamo disputato a gennaio ho visto che qualcosa non andava così ci siamo convinti ed ho mandato una persona a Milano per fargli prendere qualcuno che potesse esserci utile.
Ho parlato con quattro presidenti per un centrale difensivo perché in quel ruolo avevamo una grossa difficoltà, a parte l'attacco.
Per un centrale difensivo dal valore di 60mila euro, mi hanno chiesto 2 milioni perché, poiché lottavano per la retrocessione, se se ne fossero privati sarebbero stati aggrediti.
Ne abbiamo chiesto un altro, di 33 anni. Quello che ho io chiesto aveva 26 anni, proiettato verso una bella carriera.
Ho offerto 1,5 milioni ma non me l'hanno voluto dare, i collaboratori mi hanno detto che potevano farne a meno.
La conclusione si è rivelata sbagliata, ma siete convinti che la vostra sarebbe stata esatta? Se avessi preso il centravanti strutturato e il difensore grintoso che fa gruppo avremmo vinto lo stesso?
La decisione assunta non è stata presa per risparmiare dei soldi ma solo perché delle persone che hanno una storia del calcio hanno detto che si poteva andare avanti così.
Quella del mercato è stata un'opportunità che non abbiamo voluto e non potuto sfruttare".
Sull'esonero di Auteri e l'arrivo di Pazienza ha detto: "Auteri è stato mandato via per i risultati ottenuti che non erano soddisfacenti.
Con lui, dopo la gara con il Monopoli, sono stato a chiaccherare fino alle 2.30 del mattino ed alla fine ho preso la decisione di non confermarlo in panchina.
Così ci siamo rivolti verso un tecnico, Pazienza, che è un giovane che ho osservato da tanto tempo e che avrei voluto prendere nell'estate del 2024 al posto di Andreoletti il quale è stato tanto vituperato ma che sta vincendo la Serie C.
Credo sia un buon allenatore con un importante passato sia da giocatore con le maglie di Napoli, Bologna, Juventus, Udinese che come tecnico avendo vinto la D a Cerignola ed avendo conquistato i play-off per la B sia con i pugliesi che ad Avellino.
Come per Auteri, anche lui ha pagato per i pochi punti raccolti".
Sul ritorno del tecnico di Floridia ha spiegato: " Dopo l'esonero di Pazienza mi sono reso conto che, con una squadra creata e plasmata da Auteri, sarebbe stato difficile trovare un altro allenatore capace di seguire le stesse cose.
Il lavoro non è amicizia e con Auteri lo abbiamo imparato.
Mi auguro che la squadra con lui ritrovi lo smalto delle prime giornate.
Se non dovesse arrivarci, abbiamo comunque portato dei nostri giovani in prima squadra per i quali abbiamo avuto offerte anche milionarie.
Abbiamo provveduto a fare contratti anche ai 18enni poiché il mio allenatore e il direttore tecnico mi hanno detto che erano ragazzi di prospettiva".
Vigorito ha quindi tracciato un bilancio delle ultime quattro stagioni definite da qualcuno fallimentari: "Dopo la retrocessione dalla Serie A, nella prima B abbiamo raggiunto la semifinale dei play-off dove siamo stati esclusi solo perché in svantaggio nella classifica avulsa con il Pisa.
Nel secondo anno abbiamo provato ad evitare la retrocessione, abbiamo chiamato ben quattro allenatori (nell'ordine Caserta, Cannavaro, Stellone, Agostinelli ndr) ma che colpa abbiamo se calciatori come Lapadula e Barba hanno fatto pressione per andare via?
Siamo retrocessi e alla fine forse abbiamo capito il perché.
Quindi siamo ripartiti dalla Serie C. L'anno scorso siamo arrivati in semifinale.
In quattro anni abbiamo fatto per due volte la B, con una semifinale e una retrocessione, e per due la C, raggiungendo i play-off.
Siamo stati sfortunati anche con il Covid perché nella seconda Serie A non abbiamo avuto spettatori ma è anche vero che abbiamo fatto 4.700 abbonati il primo anno di massima serie.
Ci avete applaudito quando siamo retrocessi ma quando siamo andati in C ho detto che dobbiamo costruire una squadra con giovani con il sangue giallorosso o in Serie A non torniamo più.
Non ho intenzione di andare via, voglio vedere i sorrisi dei bambini, trovare la gente che mi ringrazia.
Voglio che sappiano che non tradisco e spero che i play-off possano andare bene".
Su quella che dovrà essere una ricostruzione ha detto: "Se ci fermiamo a quanto è stato sino al 31 dicembre scorso possiamo dire di aver fatto bene, se invece pensiamo a quanto avvenuto nel 2025 dobbiamo rivedere qualcosa.
Su alcuni elementi possiamo contare, della vecchia e della nuova guardia, uno zoccolo duro per chi assumerà la guida il prossimo anno.
Alcuni dei ragazzi sono molto interessanti e sono caratterialmente e come attaccamento legati alla maglia giallorossa.
Altri forse devono maturare altrove, altri probabilmente saranno lasciati liberi di andare".
Sugli investimenti ha detto: "Dall'anno prossimo scatterà una nuova regola che è quella del salary cap, cioè un tetto massimo sugli ingaggi da effettuare.
Sappiate che il nero non lo faccio né nelle mie aziende né tanto meno nel calcio.
La riforma è stata voluta dalla maggioranza dei presidenti di C che vogliono che le realtà più grandi non possano fare campagne acquisti faraoniche.
Il vivaio mi costa 2 milioni l'anno ed a 16 anni i calciatori sono liberi di svincolarsi, va fatto il contratto ma se non vuole firmarlo non lo fa.
Se vi capita di andare a vedere le giovanili e capire che certi da lì arrivano in prima squadra sapreste che ci sono quasi 200 ragazzi, di cui 40 in convitto, per farli giocare a calcio e crescere.
Alcuni di loro non restano perché preferiscono andare in Serie A oppure in B, a me dispiace ma sono felice di averli aiutati a salire.
Per il domani credo che vada rafforzato il settore giovanile e che vadano utilizzati al massimo i ragazzi che provengono da lì".
Sulle contestazioni ha aggiunto: "Mi dispace che ci siano perché se qualcuno contesta è perché l'ho deluso.
Le contestazioni le accetto, quello che non accetto sono gli insulti, le volgarità, le calunnie. Quelle non sono critiche.
Vorrei che il pubblico desse una mano alla squadra, perché siamo capaci di farlo.
Nella gara con il Trapani si è comportato molto bene, senza proteste né fischi. E' quello che vorrei anche nel futuro.
Lo spogliatoio è perfetto, sono ragazzi tranquilli, educati, trasparenti che a volte giocano con un attrezzo che gli diventa estraneo".
Su quello che sarà il futuro di Auteri e Carli ha spiegato: "E' stato molto difficile mandare via Auteri.
E' un ottimo allenatore nonché una persona trasparente.
A fine campionato vedremo, ci siederemo insieme, magari non gli potrebbe piacere la mia idea di fare questo tipo di campionato.
E' un allenatore ricercato ed ho avuto la fortuna di averlo in un momento per lui non facile.
Come tutti gli allenatori va, viene, è esonerato, vince i campionati. Voglio ricordare che abbiamo fatto una finalissima per la B con Antonio Soda in panchina".
Alla domanda sulla presenza di figure, magari ex calciatori della Strega, che diano un po' di beneventanità al gruppo ha risposto: "Alessandro Marotta un giorno avrà un ruolo in questa società anche se come tutti sapete è un napoletano.
Per quanto riguarda Walter Lopez, ci sentiamo spesso, si è proposto diverse volte ma ho l'impressione che siamo fuori strada rispetto all'aumento dei posti di lavoro per i beneventani.
Per quanto riguarda Gori, quando è venuto a sostituire il portiere in C2 è stato il primo acquisto che ho fatto, tutti si sono chiesti chi fosse e ci furono le prime critiche che presi.
Andò via per qualche malinteso ed è tornato e lo abbiamo richiamato.
Lo scorso anno, quando la barca stava affondando, ha detto che aveva bisogno di prendersi un anno sabbatico, non gli ho detto io di andare via, ed abbiamo dovuto sostituirlo.
Oggi sarebbe difficile inserirlo se non togliendo il posto a qualcun'altro.
Gori non ha mai allenato, è un gran bravo ragazzo.
Se abbiamo tecnici non eccessivamente preparati, dovremmo guardare a chi è più preparato allora.
Me ne servirebbero dieci come Gori ma credo sia troppo tardi. La porta la teniamo aperta, ma per uscire e la chiave ce l'ho io.
Ho saputo di Bruno che è andato a Latina, da quasi esordiente ha vinto le prime due gare, era quello che speravo con Pazienza.
E' uno che si è sempre proposto da calciatore, non abbiamo mai trovato l'accordo anche perché ragionava come ragionano i calciatori".
Sulla possibilità di riavvicinare la piazza in vista dei play-off ha detto: "Spero di giocarli al meglio. Il mio compito è capire dove si è inceppato il meccanismo.
Abbiamo fatto una campagna abbonamenti agevole, abbiamo inventato "Benevento si ama" e la squadra è andata in giro per la provincia.
Abbiamo mandato delle colombe pasquali in posti dove la gente farebbe bene ad andare per capire quali sono i problemi veri, abbiamo aperto gli allenamenti a cui il pubblico non mi sembra partecipi numeroso.
C'è una parte della tifoseria organizzata che è critica però qualcuno ha protestato anche contro la loro protesta.
Un altro quando ha visto gli striscioni avrebbe chiuso, io ho lasciato aperto.
Dai tifosi ho imparato il rispetto: io ho rispetto per le idee degli altri.
Se dopo una dimostrazione come questa si pensa che ho fatto il mio tempo e devo andare via io do la mia disponibilità a fronte di un'offerta seria.
Possiamo dire quello che vogliamo ma poi serve un milione e mezzo al mese per tenere in piedi il Benevento.
Qualcuno ha messo in dubbio il mio amore per questa città ed è la cosa che mi fa più male.
Quando uso la parola insieme lo dico anche perché quando qualcuno cade lo si aiuta a rialzarsi.
La stagione attuale, prendendo il bilancio, ad oggi è costata 12 milioni di euro.
Secondo voi una persona che spende 1 milione di euro al mese non vuole vincere, andando in Serie B".
Sugli errori commessi ha aggiunto: "Negli ultimi due anni di Serie B ho sbagliato perché sono stato poco attento ed ho delegato molto perché avevo tanto lavoro da fare.
In Serie C mi accusano di essere andato a vedere le partite con la febbre magari ma ho speso i miei soldi con più rabbia di voi perché dalla terza serie me ne voglio andare in quanto meritiamo categorie superiori".
Alla domanda su quanto è cambiato il presidente in questi vent'anni ha risposto: "Non c'è un attimo che non farei ugualmente, tranne l'aver riposto erroneamente la mia fiducia in qualcuno.
Ho avuto una vita meravigliosa e in questo ci sono anche i vent'anni di Benevento".
Sulla necessità di dare un segnale al pubblico ha detto: "Pensavo che in questa città fosse finita la stoffa per gli striscioni.
Sono cinque anni che non esce uno in favore del presidente oppure della squadra.
La stoffa vedo che, però, non è finita perché è stato trovato lo spazio per scrivere.
Sono passato sotto la curva anche quando c'era il silenzio, i gruppi divisi.
Ho fatto finta di non sentire gli insulti: le offese personali sì, in tutta onestà le accetto, ma i morti no.
Quelli fanno vergognare questa città".
Sulla vicenda scommesse si è così espresso: "Mi disturbano a tal punto che ho pensato di andare via dal calcio.
Poi mi sono detto che certi atti di vigliaccheria non vanno premiati con l'abbandono di gente, persone, città che sono perbene.
Ho fatto forza su me stesso e dico ai ragazzi che i sistemi si combattono da dentro.
Sono stato poco attento, se lo sono di più difficilmente ripeto gli stessi errori.
Devo essere quello che molti hanno sempre considerato, il leader, il simbolo di questa società.
Mi dicono che ho perso il carisma, non credo di aver cambiato personalità ma penso che abbiamo dato un esempio noi, io e gli altri, che ci si può rialzare.
Si ha il dovere di essere accanto, più che insieme".
Sul futuro di alcuni calciatori, infine, ha spiegato: "Abbiamo elementi come Acampora, Manconi, Lanini, Lamesta, Oukhadda, Starita che sono sulla carta dei top per questa categoria.
Ognuno di loro ha un bagaglio di partite in B e in A.
Non conosco le ragioni per le quali un gruppo di ragazzi che va d'accordo, che in allenamento fa anche delle buone trame poi la domenica giochi male.
Il destino di molti dipende dalla categoria che faremo il prossimo anno.
Così com'è questa "rosa" non è da Serie B ma ad oggi è qualcosa che non esiste".
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