Benevento, 25-11-2024 16:18 |
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La Solitek non si e' presentata stamane dinanzi al notaio per perfezionare l'acquisto del capannone industriale a Ponte Valentino
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Nostro servizio |
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Ancora un segnale, che appare appartenere oramai ad un situazione incontrovertibile, giunge sulla vicenda dell'annunciato insediamento della Solitek nell'area industriale di Ponte Valentino, una impresa Lituana che avrebbe dovuto produrre impianti fotovoltaici e tutto ciò che intorno a tale produzione ruota, impiegando così ben 327 unità lavorative.
Stamane alle 10.00, dinanzi ad un notaio di Avellino, avrebbe dovuto firmare il definitivo atto di acquisto del capannone industriale e dell'intera area su cui insiste, circa 70mila metri quadri, già utilizzato dalla industria di tegole Wierer, di cui è proprietaria la società avellinese di Francesco Basile, "Base House".
I rappresentanti della Solitek non si sono presentati ma hanno inviato una posta elettronica certificata affermando che la stipula dell'atto sarebbe stata rinviata al prossimo 19 dicembre.
Tutto qui.
L'episodio è significativo anche perché la società, senza il consenso della "Base House" al rinvio, rischia di perdere anche l'anticipo versato al compromesso che è pari a circa 800mila euro sul totale dei 4 milioni di euro.
L'acquistro del capannone doveva essere stato già perfezionato entro il 31 dicembre dello scorso anno. Poi la proroga fino ad oggi, 25 novembre 2024, ma era da luglio scorso che non si sentiva più parlare della Solitek.
Questo può essere decisamente significativo anche del fatto che la difficoltà economica apparirebbe evidente.
Il racconto di quanto sta avvenendo, sostenuto però da una proposta, lo ha fatto Luigi Barone, dirigente regionale e locale della Lega, che al tavolo della sua segreteria è stato affiancato dal segretario provinciale del partito, Luigi Bocchino, del sindaco di Pago Veiano, Mauro De Ieso e dal nuovo adepto, Giuseppe Sauchella, già amministratore unico di Sannio Europa.
Il fatto è preoccupante, ha detto Luigi Barone, perché alla Solitek erano stati concessi, dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), 31 milioni di euro sui 49 dell'intero progetto.
A Palazzo Mosti alla presentazione del progetto, si disse che l'investimento totale era di 47 milioni e 575mila euro.
L'intero importo era stato considerato come base per la concessione del contributo elargito dallo Stato italiano attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, pari a 30milioni e 924mila euro.
In questa operazione, che si è svolta sotto la vigilanza e con la concreta partecipazione del Ministero delle Imprese e di Invitalia, avrebbero dovuto essere coinvolti i 327 dipendenti che avrebbero rappresentato per Benevento un elemento importante nella economia cittadina e provinciale.
Questa prospettiva, ghiotta per qualunque amministrazione comunale, fece sì che il progetto venisse presentato a Palazzo Mosti il 12 aprile dello scorso anno, in pompa magna e con gli effetti speciali rappresentati anche dalla presenza oltre che dei vertici della società Solitek anche dell'ambasciatore lituano in Italia, Dalia Kreiviené.
Il termine per far uscire dal capannopne il primo pannello della produzione era fissato al 30 giugno del 2026, termine entro il quale tutti i progetti ancorati al Pnrr devono essere completati.
Per Barone il mancato appuntamento di oggi è un brutto campanello d'allarme. Il riferimento con la Solitek deve essere superato.
Evidentemente questa impresa non ce la fa a rispettare gli impegni economici assunti nonostante i 31 milioni di euro stanziati dal Governo italiano.
Ed allora ecco, la proposta: Il sindaco Mastella convochi un tavolo alla presenza dei rappresentanti del Ministero, della Regione Campania e della Provincia per valutare tutto il da farsi per modo da cercare, se fosse ancora possibile dati i tempi stretti, di non perdere l'importante finanziamento annunciato.
Bisogna valutare se ci sono altri partner in grado di intervenire nell'azione imprenditoriale, magari i cinesi, ed escludere la Solitek se questo è possibile farlo.
Questo tema, questo problema, ma affrontato, ha proseguito Barone e non va tenuto nascosto.
Il gruppo lituano era accompagnato da buoni ausipici (quando la cosa ebbe inizio è bene ricordare che il presidente del Consorzio Asi era proprio Luigi Barone, all'epoca fidato e potente uomo mastelliano), auspici che poi non si sono rivelati tali.
Bisogna che il sindaco Mastella si adoperi per cercare di cambiare l'imprenditore lituano altrimenti si rischia se si attende ancora, di perdere il cospicuo finanziamento.
Non ci sono colpe dirette da parte di questa Amministrazione comunale, ha detto Barone, ma è oramai palese che il privato dimostra di non essere in grado di adempiere agli obblighi economici cui si era impegnato ed allora bisogna intervenire.
Qualche soluzione potrebbe pure esserci ma i tempi sono stretti, molto.
I lavori dovevano essere stati già avviati.
Ora la prima cosa da fare sarebbe quella di verificare se è possibile prorogare le autorizzazioni della Zona Economica Speciale (Zes), prima Zes Campania ed ora Zes Unica per tutto il Mezzogiorno.
Per la nostra parte, ha proseguito l'esponente della Lega, siamo disponibili ad essere presenti e partecipativi a questo tavolo.
Gli incontri romani segreti, quelli non ci interessano.
Se ci sono interessi cinesi in questa vicenda, che vengano alla luce.
Qui siamo oramai neanche più ai tempi supplementari, ha concluso Barone, ma siamo oramai quasi negli spogliatoi.
Sin qui Barone.
Alla presentazione dell'iniziativa a Palazzo Mosti il sindaco Mastella ebbe anche a dire che Benevento, con questo investimento, arriva a circa 150 milioni di euro attinti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, più del doppio di quanto ricavato dal Lussemburgo.
Ora non è più così e Lussemburgo può tirare un sospiro di sollievo...
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