Benevento, 19-09-2024 21:05 |
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Monsignor Pasquale Maria Mainolfi perpetua la tradizione di papa Orsini di omaggiare la memoria di San Gennaro nel giorno del suo martirio
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Nostro servizio |
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Monsignor Pasquale Maria Mainolfi non ha mancato di celebrare questo pomeriggio la memoria di San Gennaro, il primo vescovo di Benevento che ha dato anche il nome alla parrocchia del rione Mellusi di cui monsignor Mainolfi è parroco.
E' stato proprio lui, nel 1995, ha raccontato ai fedeli che lo hanno seguito in questo pomeriggio di celebrazioni a partire dalla deposizione del fascio di fiori dinanzi al dipinto di San Gennaro posto nelle immediate vicinanze di quella che è stata da sempre individuata come la casa dove è nato e vissuto San Gennaro, a ripristinare questa tradizione che fu avviata dall'arcivescovo Orsini poi papa con il nome di Benevento XIII.
Monsignor Mainolfi non si è risparmiato nell'organizzare prima la celebrazione sotto il portico di San Gennaro, poi la processione che ha interessato tutta la vasta zona della parrocchia ed infine la Messa solenne celebrata dall'arcivescovo monsignor Felice Accrocca.
La città, la sua parrocchia ed i suoi parrocchiani non hanno però risposto, non a sufficienza.
Pochissima gente, come da tradizione, alla deposizione del fascio di fiori e poca gente a seguire la processione.
Ci stiamo inaridendo e neanche la religione oramai ci stimola più.
E' un momentaccio.
Tornando alla cronaca della giornata, monsignor Mainolfi ha detto che San Gennaro intorno ai 30 anni divenne sacerdote e poi vescovo della nostra Benevento quando i prelati venivano scelti, votati, direttamente dalla popolazione.
Poi, come è noto, fu decapitato a Pozzuoli il 19 settembre del 305.
Una donna raccolse parte del sangue del martire ed è dal 383 che nel giorno del martirio esso si scioglie prodigiosamente, come è avvenuto anche oggi, mentre durante tutto l'anno questo sangue rimane condensato.
Mons Pasquale Maria Mainolfi da 30 anni chiede a tutti i sindaci che si sono succeduti, da Viespoli a D'Alessandro, da Pepe a Mastella, di provvedere al restauro del dipinto che si trova sotto l'arco (nella decima foto in basso di Antonio Caporaso) e nei pressi della casa del Santo vescovo, tutti hanno detto di sì ma nessuno ha fatto niente, ha detto il sacerdote.
Ad 80 anni papa Orsini portò sulle spalle anche le reliquie del nostro santo patrono, San Bartolomeo, e poi sappiamo la fine che questo santo ha fatto in mano a noi.
Mons Mainolfi ha commentato anche la decisione della Chiesa riguardo le apparizioni della Madonna a Medjugorje, ed ha raccontato di quando, giovane sacerdote da appena venti giorni, si recò in pellegrinaggio in quella città anche se ciò non era ben visto dalla Chiesa, anche locale.
Quando tornò dal viaggio fu mandato a chiamare dall'arcivescovo dell'epoca, monsignor Carlo Minchiatti, che gli disse: Ora che vai in parrocchia e dici a don Francesco Zerrillo, il parroco, che ti ho redarguito severamente circa questo tuo viaggio.
Ma non è vero perché io non l'ho fatto.
Anzi peccato che non ci possa andare anche io.
Questo lo voglio dire a qualche prete solone di questa città che ha bombardato, insultato e flagellato ed anche fatto soffrire tanti parrocchiani dicendo loro che fino a quando la Chiesa non approva io non ci vado e manco vi dico che fate bene ad andarci a Medjugorje.
Ma noi siamo andati a fare adorazione eucaristica ed a dire il rosario, ha proseguito monsignor Mainolfi.
Lì non si va a danzare ma a pregare.
Il papa ora ci ha detto che sono autorizzati tutti i pellegrinaggi. Io ci vado dal 1983 ogni anno e proseguirò.
La parola è quindi passata per un breve indirizzo di saluto e di omaggio alla memoria liturgica di San Gennaro, l'assessore Attilio Cappa.
Ultimata la cerimonia la comitiva si è mossa per una breve processione e poi in macchina si è giunti alla parrocchia dove ad attendere monsignor Mainolfi c'era il sindaco Mastella e la banda musicale "Santa Cecilia" città di Montesarchio.
Dopo la processione si è svolta la Santa Messa celebrata da monsignor Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento.
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