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Benevento, 07-07-2024 08:29 ____
Luigi Toro il ginecologo che in tanti ricorderanno anche in eta' gia' avanzata, sempre in bicicletta o moto. Cosi' raggiungeva l'Ospedale
Alberico D'Auria incontro' la morte in quella stessa stanza del Rummo dove per anni aveva cercato di porre una diagnosi corretta a colui che sul quel lettino del Pronto Soccorso era adagiato. Francesco Iandoli presto' la sua opera alla clinica "Moscati". Mori' in un tragico incidente stradale ricorda De Lorenzo
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Di volta in volta, Peppino De Lorenzo sta ricordando tutti i medici che, nel corso degli ultimi decenni, hanno prestato la propria opera, è ovvio nei vari settori di competenza, nel nostro territorio.
Di alcuni rimane ancora vivo il ricordo, mentre la memoria di altri è sottratta, in questo modo, dall'inesorabile oblio del tempo.
Questa domenica, ricorda Luigi Toro e Alberico D'Auria, rispettivamente, ginecologo ed internista del "Rummo", nonchè Francesco Iandoli che, nel difficile periodo del dopoguerra, fu chirurgo di valore.

Luigi Toro (foto di apertura).
Originario di Baselice, fu stimato ed apprezzato ginecologo del "Rummo" ove svolge, per lunghi anni, la sua attività, fino al giorno del pensionamento.
In tanti lo ricorderanno, finché le condizioni organiche lo permisero, anche in età già avanzata, sempre in bicicletta o motorino, mezzi di trasporto che lui era solito usare per raggiungere al mattino l'Ospedale.
Lo conobbi agli inizi della mia professione, divenendo mia moglie medico della sua famiglia, e tra di noi ci fu, per una vita intera, un rapporto improntato ad amicizia ed affetto, sentimenti, questi ultimi, che, anche dopo la sua scomparsa, sono rimasti immutati con la consorte, Maria Carbonelli, e le figlie Anna e Cetti.
Disponibile con tutti, dal carattere garbato, fu sempre in prima linea nel periodo in cui il "Rummo" non disponeva delle potenzialità odierne e di sofisticate apparecchiature.
Si spense nel novembre 2022, all'età di 93 anni.

Alberico D'Auria
Anche di Alberico D'Auria (nella foto in basso) mi rimane un dolce ricordo. Essendo, infatti, sanitario della divisione di Medicina d'Urgenza, nel corso di tanti anni, i nostri contatti furono frequenti, causa le quotidiane consulenze tra i reparti di rispettiva competenza.
Preparato nella diagnosi clinica, per un periodo, intervallandosi con Mimmo Pugliese, ebbe l'opportunità di essere responsabile del Pronto Soccorso.
Anche nel corso di questo delicato incarico non mancò mai di distinguersi per preparazione e competenza.
Il caso ha voluto, non molto tempo fa, che concludesse i suoi giorni in una stanza del suo reparto di lavoro.
Tante volte, nel corso del tempo, sicuramente, si era fermato in quella stanza, di certo, accanto a quello stesso letto, cercando di porre una diagnosi corretta a colui che lì era adagiato.
Di sicuro, non immaginando che, un giorno, avrebbe incontrato, proprio lì, in quello stesso letto, la morte.

Francesco Iandoli
Molti, segnatamente i giovani, di sicuro, non sanno chi sia stato Francesco Iandoli. Era un noto ed apprezzato chirurgo che operò, qui da noi, nel difficile periodo del dopoguerra.
In quel tempo, la fama di Iandoli varcò i confini del Sannio e, nel momento in cui ci si doveva imbattere in un intervento chirurgico, il primo nome che si faceva era il suo.
Si tenga anche presente che erano anni quelli in cui non era possibile fondarsi su ecografie, tac, risonanze magnetiche, in uso oggi, e, quindi, la diagnosi era solo dettata dalla preparazione e bravura del medico.
Iandoli, quando si rendeva necessario, s'imbatteva anche in interventi di alta chirurgia.
Operava alla "Clinica Moscati", ubicata in una traversa di corso Garibaldi. Oggi, quella struttura, piccola, angusta, con poche camere a disposizione, è stata destinata ad un uso diverso.
In quelle stanze, Francesco Iandoli trascorse l'intera esistenza anche se, purtroppo, si spense ancora in valida età.
Aveva una passione, definiamola così, quella delle automobili e, si narra, che non si astenesse dal pigiare con forza il piede sull'acceleratore.
E la passione per le automobili lo portò alla morte.
Si spense, infatti, tragicamente, in un incidente stradale. Se ricordo bene, non credo di sbagliarmi, era il 10 luglio 1965.
Una strada, oggi, è intitolata al suo nome.

                                                   

comunicato n.164932



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