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Benevento, 15-11-2023 18:36 ____
Il questore Giobbi fa l'analisi del lavoro svolto nei due anni di permanenza nel Sannio e dice in pratica: Io il mio l'ho fatto
Se lui ha fatto il suo io non lo discuto ma sono gli altri che non hanno fatto il loro, commenta Pasquale Viespoli. C'e' la politica, l'Amministrazione comunale. Il recupero urbano del Rione Liberta', protagonista di recente di un fatto di sangue, ha subito un processo virtuoso fino ad certo punto ma poi si e' interrotto...
Nostro servizio
  

Le parole pronunciate ieri dal questore Edgardo Giobbi dinanzi ai giornalisti nel momento del suo commiato dal Sannio che lascerà tra qualche giorno per andare ad assumere lo stesso incarico a Lucca, hanno sollecitato il commento di Pasquale Viespoli (foto) che ne ha tratto spunto per allargare il discorso alle tematiche più strettamente riferite alle politihe cittadine legate comunque al grande tema della sicurezza.
Quello della sicurezza è un grande tema nazionale, ci ha detto Viespoli, ma anche qui lo è se si considera il fatto di sangue verificatosi nei giorni scorsi al rione Libertà.
Diventa inevitabile fare una riflessione che riguardi l'investimento che non è stato fatto di riqualificazione urbana.
E qui torna il tema del recupero urbano del Rione Libertà, ha detto Viespoli, che ha subito un processo virtuoso fino ad certo punto ma che poi si è interrotto.
Nella prima parte, quella virtuosa, fu consentito di rifare lo Stadio "Meomartini", il Polo scolastico, poi l'Ufficio del Dirigente Scolastico Provinciale (l'ex Provveditorato agli Studi), di trasferire il Comando della Polizia Municipale, insomma di ricucire il tessuto urbano determinando una serie di interventi anche sul terreno dei servizi che privilegiassero il rapporto tra la città ed il rione.
Quel disegno è rimasto monco perché c'era un altro pezzo che bisognava concretizzare e che riguardava l'adeguamento al Piano Particolareggiato del Rione Libertà.
Insomma, questo intervento è diventato monco perché ad un certo punto, già dall'Amministrazione di Fausto Pepe, anziché portare al termine quel disegno che riguardava la striscia commerciale e cioè il riposizionamento delle attività commerciali che su via Napoli si erano sviluppate in maniera confusa non rispondendo a nessun disegno e con una sovrapposizione che rasentava le condizioni di degrado.
Questo elemento non è avvenuto.
In aggiunta non è avvenuto nemmeno l'altro elemento che era quello di strasferire al Rione Libertà ulteriori servizi ed in particolare quelli della sanità.
E' evidente, prosegue Viespoli, che se tu non fai un'opera di riqualificazione, individuando le funzioni, perché non basta dire abbiamo fatto la "striscia verde" tanto è vero che si è vista la fine che ha fatto perché erano sbagliate le funzioni stesse, se tu non fai questo, dicevo, ma anzi perpetui le condizioni di degrado e le amplifichi e non cogli neanche l'opportunità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e prima ancora del Piano Periferie, per affrontare il nodo della riqualiicazione del patrimonio pubblico del rione Libertà, è chiaro che da quella che doveva essere una spinta straordinaria per un grande intervento che recuperasse qualità rispetto al degrado, ottieni e fai esattamente il percorso inverso e questo contribuisce a determinare ulteriormente l'humus e il contesto per la illegalità.
Questo è il tema ed è di straordinario rilievo.
Il ragionamento che ha fatto il questore Edgardo Giobbi nel corso della conferenza Stampa a consuntivo del lavoro svolto nel Sannio nei due anni o poco più della sua permanenza, prosegue Viespoli, non fa una grinza e cioè a dire che bisogna fare prevenzione ed in ogni caso combattere una sorta di criminalità di importazione e che proviene da altre realtà.
Questo però non significa che la città non abbia subito dei processi regressi che non riguardano tanto l'ordine pubblico.
Certamente sono problemi di sicurezza ma che nascono dalla qualità dell'ambiente e degli interventi che non sono solo di natura poliziesca.
Dal punto di vista del questore il ragionamento è corretto, è giusto e non lo contesto.
Ma sul terreno politico quel ragionamento va sviluppato ulteriormente perché accanto a quegli interventi preventivi e tipici della dimensione dell'ordine pubblico, della sicurezza pubblica, del ruolo della polizia eccetera va bene ma c'è tutto l'altro capitolo che peraltro è fondamentale ma che non è stato scritto.
Si è persa una occasione storica per riempire, viceversa, quel capitolo, quel libro di pagine di qualità urbana recuperata e rinnovata.
Nessuno può, infatti, sottovalutare che cosa significano fenomeni di diffusione di spaccio di stupefacnti di cui la cronaca è piena.
Dal punto di vista del questore Giobbi egli fa un'analisi e dice: Io il mio l'ho fatto.
Se lui ha fatto il suo io non lo discuto ma sono gli altri che non hanno fatto il loro.
C'è la politica, l'amministrazione comunale...
Questo è il tema.
Qui siamo partiti da un dato: Recuperare innanzitutto l'ala di via Napoli che sale a sinistra e riportarla a verde, così come era previsto nel Piano Particolareggiato del Rione Libertà di Zevi e Rossi e che recupera il disegno originario del Rione Libertà che non a caso è estremamente geometrico e corretto, quello urbanisticamente ordinato di Piccinato.
Si trattata di riportare a verde e di riposizionare le attività commerciali con l'obiettivo di unire le due ali del quartiere.
Tutto questo non solo non si è fatto ma si è dato spazio addirittura ad un ulteriore degrado perché quell'ala a sinistra che va verso San Vito, ha visto la moltiplicazione di interventi che sono consistiti più che in esercizi commerciali, in capanni e non saprei come definirli diversamente.
Per finire.
Il cosiddetto Parco De Mita lungo Sabato.
Ricordo a me stesso che questo intervento era ed è finanziato ancora con le risorse del Contratto di Quartiere di Santa Maria degli Angeli, finanziato per 10milioni di euro quando io ero sottosegretario di Stato.
Mastella ogni tanto dice quello che non ha trovato. In questio caso si ricordasse di dire anche quello che ha trovato.
Per capitalizzare il passato, anche se lo vuoi modificare, devi avere tre cose: La visione, la cultura istituzionale e la comprensione del principio dell'importanza della continuità amministrativa.
Se non ha queste tre cose ti illudi di governare ma non lo fai perché pensi di farlo solo nella dimensione del presente.
E non si governa, ha concluso Viespoli, solo con la dimensione del presente così come non si vive con questa unica prospettiva soprattutto quando parli di una città che è un corpo vivo e che vive di passato, di presente e di futuro.

comunicato n.160488



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