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Benevento, 19-09-2023 18:56 ____
Mons. Pasquale Maria Mainolfi nella ricorrenza di San Gennaro da' la sua versione sul perche' il sangue fosse gia' liquido nelle ampolle in cassaforte
E' come se il martire avesse detto: Non fate nemmeno le preghiere tanto avete una fede cosi' terra terra... mi sciolgo io da me senza nemmeno la vostra mediazione... Poi il parroco tuona contro la noncuranza di Chiesa e comunita' civile nei confronti del patrono della citta', San Bartolomeo apostolo
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Monsignor Pasquale Maria Mainolfi si è reso promotore anche quest'anno della celebrazione della ricorrenza del nome di San Gennaro martire, primo vescovo di Benevento, eletto a questa carica, come era in uso all'epoca, dalla comunità in cui era nato.
Il pomeriggio è stato caratterizzato da un primo momento che è stato quello della deposizione dei fiori dinanzi al dipinto, nei pressi dell'abitazione che si ritiene sia stata abitata dal martire, poi dalla processione che si è svolta per le vie del quartiere introdotta dalla banda musicale "Città di Montesarchio" ed infine dalla Santa Messa presieduta dall'arcivescovo, monsignor Felice Accrocca.
La tradizione, ha detto monsignor Mainolfi, risale al settecento quando arcivescovo di Benevento era il cardinale Francesco Maria Orsini poi papa con il nome di Benedetto XIII.
Voleva che si addobbasse questo luogo che porta ancora sui muri della casa natale di San Gennaro la scritta GVB, Gennaro Vescovo Beneventano, incisa nella pietra.
Una casa intatta nella sua struttura originaria nonostante i tanti terremoti che hanno devastato la città ed i bombardamenti del 1943.
Qui lo stesso Orsini volle che si realizzasse anche un dipinto, che è ancora lì, che rappresentasse il vescovo Gennaro.
Monsignor Mainolfi dopo aver ricordato la vita del santo martire, il lungo tempo che il suo corpo è stato conservato a Benevento per poi essere ceduto a Napoli, ha dato anche una sua personale ma inquietante interpretazione del fatto che per il terzo anno il sangue di San Gennaro sia stato ritrovato già allo stato liquido all'apertura della cassaforte che contiene le ampolle ed è come se avesse detto al vescovo di Napoli, ai canonici, ai preti ed ai cristianucci deboli di oggi: Non fate nemmeno le preghiere tanto avete una fede così terra terra... mi sciolgo io da me senza nemmeno la vostra mediazione...
La verità è che noi abbiamo abdicato alla Fede.
Le prostitute non si vergognano di prostituirsi; gli usurai non si vergognano di fare usura; i drogati non si vergognano di uccidersi e di rovinarsi la vita. Insomma noi cristiani ci vergogniamo di manifestarci e di testimoniare pubblicamente e con gioia la nostra fede.
Poi il parroco ha tuonato contro l'atteggiamento dei beneventani verso il proprio santo protettore.
Mi verrebbe da piangere per come trattiamo san Bartolomeo.
Quelli dodici erano gli apostoli. Uno si è impiccato, Giuda e ne restano 11.
Tre li teniamo in Campania ed uno è da noi. Vedete cosa non fanno gli amalfitani per Sant'Andrea o i salernitani per San Matteo e poi vedete cosa hanno fatto ogni anno per San Bartolomeo la Chiesa locale e la comunità civile...
Nulla.
Ultimata la cerimonia dinanzi alla casa di San Gennaro ci si è portati dinanzi alla parrocchia dove è stata organizzata la processione che si è snodata lungo le strade della parrocchia prima di portarsi nuovamente in chiesa per partecipare alla Santa Messa officiata dall'arcivescovo monsignor Felice Accrocca.

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.159297



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