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Benevento, 19-09-2023 14:24 ____
Padre Enzo Fortunato, volto noto della televisione, ha titolato il suo volume "Processo a Francesco" ma Francesco chi? ha detto monsignor Accrocca
Esperto della comunicazione sa bene che il titolo piu' che il contenuto del libro ha grande influenza sulla scelta nell'acquisto e quindi ecco la curiosita' generata sapientemente dal sacerdote. Francesco d'Assisi e Francesco Bergoglio con scelte simili nel solco del rinnovamento
Nostro servizio
  

Nella sala conferenze del Rettorato a Palazzo San Domenico, si è svolta la presentazione del libro di padre Enzo Fortunato, "Processo a Francesco".
Di quale Francesco si tratta? si è chiesto nel suo intervento l'arcivescovo Felice Accrocca, grande esperto di francescanesimo, nel presentare l'autore, suo amico da oltre un quarto di secolo.
Padre Fortunato è un volto molto noto della televisione nazionale dove cura in particolare una rubrica che è molto seguita ed è divenuto dunque un esperto della comunicazione e monsignor Accrocca ha voluto sottolineare che, stante ai dati che vengono diffusi, il 70% del successo di un libro è dato dalla copertina e dal titolo.
Questo purtroppo a discapito del contenuto che evidentemente interessa a pochi nella fase della scelta.
E padre Enzo è maestro nel giocare su facce diverse offrendo domande provocate non da falsità di esposizione.
E dunque processo a quale Francesco? ad un Francesco qualsiasi, al santo di Assisi o al papa?
Già da questo nasce la curiosità del lettore.
L'arcivescovo, nel parlare del libro, si è quindi soffermato su due aspetti che sono essenzialmente di natura giuridica proprio perché san Francesco, con la sua regola, sconvolse il diritto dell'epoca.
Nel 1215 si tenne la più grande assise della Chiesa con la partecipazione di oltre 700 vescovi.
Bene, essa giunse alla conclusione che le regole dei vari ordini monastici generavano solo tanta confusione tra i fedeli visto che erano tutte diverse l'una dall'altra e dunque ne fu vietato il proliferare.
E tuttavia solo qualche mese prima era stato dato il via libera a quella dei Carmelitani (1224) ed a quella di Francesco (1223) perché fu affermato che esse erano state già autorizzate da papa Innocenzo III, ma in realtà così non era.
Si dovette però derogare con questo e spediente per salvare capra e cavolo.
Con san Francesco l'innovativo concetto di lavoro produsse seri problemi alla società del suo tempo.
Fu detto addirittura che quei principi fossero i germi della sovversione.
Non si poteva pontificare che tutti fossero uguali.
E fu così che si innescarono anche i tre processi di cui padre Fortunato parla nel libro, un libro che ci lascia riflettere molto.
Sin qui l'arcivescovo Accrocca.
Ad aprire i lavori è stato il rettore Gerardo Canfora che ha polarizzato il suo intervento su tre aspetti particolari della vita di San Francesco.
Fuori dal perdono, ha detto Canfora citando papa Francesco, non c'è speranza e non c'è pace ed è questo il filo conduttore dell'intero libro in cui sono narrati i tre processi cui fu sottoposto il santo di Assisi.
E' un testo che presenta la biografia di un uomo del Medioevo ma dall'attualità sconvolgente.
A seguire Gabriele Uva, dottorando di ricerca, ha sottolineato come padre Enzo Fortunato sia considerato oramai un influencer pieno di attività rilevanti sia sul piano sociale che su quello accademico.
Il riferimento che egli fa al giudizio, giudicare gli altri cioè puntando il dito senza sforzarci di capire, va considerato.
L'altro riferimento trattato da Uva è l'economia che uccide e noi siamo chiamati ad impegnarci a correggere questo sistema ed evitare anche che i lavoratori quotidianamente vadano incontro alla morte.
Uva ha anche parlato della sua generazione che è quella forse più istruita ma anche quella peggio pagata.
E' una generazione che è cresciuta a pane e crisi e questo comporta un danno anche esistenziale al punto che la seconda causa di morte nella nostra generazione, ha concluso Uva, è il suicidio.
Non è vero però che questo non sia il nostro momento.
Un indirizzo di saluto ha portato al Tavolo anche il sindaco Clemente Mastella che ha parlato della forma attrattiva di padre Enzo Fortunato che trasferisce in tv anche elementi sia di natura laica che di religione.
Oggi c'è una contrazione nel parlarsi tra le persone e tra le religioni che non si ascoltano più tra di loro.
Confido nello spirito di Assisi, ha proseguito il sindaco.
Poi ha consluso invitando l'Università a fare un nuovo convegno magari nel paese di padre Fortunato (che in realtà è nato a Northampton, nel Regno Unito ndr), a Scala sulla costiera, un paese bellissimo ma poco conosciuto e dove sono stato a trovarlo, ha concluso il sindaco.
La parola è quindi passata a Francesco Vespasiano, docente di Sociologia, che ha sottolineato come ci siano forme di rinnovamento da considerare nei tre processi a Francesco d'Assisi di cui si parla nel libro.
I due Francesco, d'Assisi e Bergoglio, fecero scelte simili e proprio nel solco del rinnovamento.
Si va avanti, ci hanno indicato, avendo il coraggio di seguire la missione.
Ai giovani il compito di rovesciare la convenzionale piramide sociale e della vita.
Sognate, ha detto Vespasiano, e non tradite mai i vostri sogni come ha detto papa Francesco.
Un intervento non in locandina ha fatto anche il procuratore della Repubblica Aldo Policatsro che ha sottolineato la "necessità" di essere presente a questo convegno.
Mai la suocera novantenne, che segue tutte le sante sere la rubrica televisiva che conduce il frate interloquendo così con successo anche con gli anziani, gli avrebbe perdonato questa assenza.
Ovviamente non "posso fare a meno" anche io di ascoltarla, ha detto scherzando a padre Fortunato e lo faccio molto volentieri.
Policatsro ha sottolineato come ci sia oramai una dicotomia tra capitalismo e socialismo.
Poi con un esempio ha voluto far capire che nel creato non c'è tutto per tutti.
Non siamo in grado di assicurare nemmeno la carta igienica per tutti gli abitanti della terra altrimenti dovremmo distruggere l'intera foresta amazzonica.
Se così è, vuol dire che questo modello di sviluppo che pratichiamo ed in cui viviamo, è senza prospettive.
A seguire, dopo l'intervento di Policastro, sono intervenuti con delle domande tre giovani sudenti, Stefano, Giovanna e Guido.
Padre Enzo ha risposto loro affermando innanzitutto di essere stato a Berlino ad intervistare il cancelliere tedesco e di esserne rimasto scioccato dalla risposta ricevuta.
E' possibile che l'Europa parli il suo linguaggio e non quello della Nato?
Ci sono 15 conflitti perenni nel mondo e di questi ben 13 si trasformano in guerre.
Sono stato con il papa recentemente, ha proseguito padre Enzo ed ha detto che la guerra certe persone ce l'hanno in testa e non riescono ad uscire da questa logica.
Ed allora come essere protagonisti di questa nostra esistenza?
Si è protagonisti, ha detto lo scrittore e giornalista, vivendo questa dimensione.
Il cambiamento deve essre prodotto ed agevolato proprio come ha detto papa Francesco.
Vai avanti e non farti scoraggiare dai cambiamenti.
Anche io ho dovuto cambiare. Dopo 35 anni della mia presenza ad Assisi sono giunto a Roma, dove non volevo, ma qui mi sono accorto di aver instaurato dei rapporti che non avrei mai immaginto di avere.
La risposta esistenziale, ha concluso il sacerdote, è non alimentare la violenza.
Poi ha concluso come fa nella sua rubrica televisiva tutte le sere: Forti, forti, forti.
A chiudere i lavori è stata Antonella Tartaglia Polcini, responsabile sientifico del progetto Legalità è Cultura della R.E.L.azione.
Tra le tante aperture del libro, ha detto la docente, prendo quella che è citata proprio in chiusura del volume e cioè l'attenzione all'esempio ed alla misericordia.
Lei, ha detto rivolta a padre Fortunato, è l'esempio della mitezza.
La cura delle parole ci accomuna tutti ed è veicolo di traduzione di regole e di principi e dunque di valori.
E bello quindi chiudere il libro sulla parola, quella che ci consente di comprendere come la misericordia emerga dalla nostra concezione dell'ordinamento e di richiamo ai valori, valori che sono incentrati sulla persona umana.
Assistiamo, ha concluso Tartaglia Polcini, alle minoranze nate dalle parole.
Guardiamo dunque oltre il processo basandoci sul comandamento dell'amore.

 

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.159288



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