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Benevento, 12-09-2023 17:58 ____
Il 12 settembre del 1943, ottant'anni fa, la citta' subi' il piu' violento e distruttivo bombardamento da parte delle forze alleate
Il Duomo venne spazzato via ed oltre duemila furono le vittime civili che valsero a Benevento la Medaglia d'Oro che venne appuntata sul Gonfalone del capoluogo dal presidente della Repubblica Giuseppe Saragat nel lontano 1967. L'evento non e' celebrato dal Municipio che potrebbe anche erigere un memoriale a ricordo di quella pagina tragica vissuta dai beneventani
di Gianpaolo Bruno
  

Sulla strage dimenticata riferita ai bombardamenti "alleati" sulla inerme città di Benevento del settembre 1943, interviene Gianpaolo Bruno, appasionato cultore di storia locale e pregevole collezionista, nel giorno in cui la lunga serie di attacchi americani sulla nostra città fu più cruente e distrusse il Duomo (nella foto lo sgombero dalle macerie di qualche anno dopo sotto il sindacato di Lucio Facchiano).
Era il 12 settembre 1943.
"Ottant'anni or sono, a cavallo col fatidico 8 settembre che segnò la firma della resa italiana alle forze alleate, Benevento fu teatro di un evento tra i più catastrofici della sua storia millenaria, sicuramente quello che più la ferì in tutto il Novecento, scrive Bruno.
Le forze alleate, sbarcate a Salerno, tallonavano la ritirata tedesca e quindi fu deciso di tagliare quella fuga colpendo il ponte sul fiume Calore in quel di Benevento.
La città era per lo più vuota, la cittadinanza sfollata e oramai si attendeva solamente che la terribile guerra finisse.
In questo quadro, l'aviazione americana senza incontrare alcuna forma di resistenza riuscì nel non facile intento di mancare quel bersaglio... le bombe caddero ovunque a Benevento, fin quasi alla sommità del corso ma il ponte sul fiume non venne colpito.
Si disse che in quei bombardamenti la città venne usata come cavia perché i puntatori a bordo degli aerei erano stati appena arruolati e spediti al fronte e che quindi ciò fu la causa di tanta imprecisione.
Ad ogni modo, colpiti furono intere aree della zona bassa e con essi la bellissima cattedrale.
Morte e devastazione presero il sopravvento tra la popolazione civile e centinaia furono i morti, anzi addirittura migliaia, qualcuno azzarda oltre tremila, anche se un dato certo al riguardo non esiste (ma si potrebbe cercare e probabilmente trovare con una serie indagine storica e documentale...).
Si ha notizie di fosse comuni nell'area di piazza cardinal Pacca (meglio nota come piazza Santa Maria) e di un odore nauseabondo che pervase la città per oltre un mese da quel fatidico settembre del 1943.
Quando ero piccolo mi affascinavano i racconti delle mie zie che rievocavano quei terribili momenti: Il suono delle sirene, il rombo degli aerei e poi quegli attimi di silenzio assordante che precedeva lo scoppio di quelle potenti bombe lanciate dagli aerei che scintillavano nel cielo terso.
In rete, andandoli a cercare, si trovano ancora dei filmati originali che raccontano come venne ridotta la nostra città. Vedendoli si prova una profonda inesorabile angoscia...
Ora che sono passati ottant’anni da quel tragico evento che ha segnato la storia moderna della città, che ha ridisegnato le sue vie e che ha ferito irrimediabilmente una parte del suo patrimonio storico, tanto da valere al nostro Gonfalone la Medaglia d'Oro al Valore Civile di cui venne insignita dal presidente Saragat nel 1967, un altro silenzio assordante pervade la città: L'assenza di una qualsiasi forma di ricordo, come se un velo dovesse coprire per sempre anche solo il ricordo di quella strage di innocenti.
Sarebbe opera veramente meritoria se chi oggi rappresenta la città sentisse, come me e tanti cittadini che ne hanno ancora memoria diretta o tramandata, il dovere civico di ricordare quei tragici accadimenti e, magari, tra una inaugurazione e l'altra, ancorché meritevole, sentisse l'esigenza profonda di fare ciò che finora non è stato ancora fatto da nessuno e cioè proporre di erigere un memoriale, fosse anche solo un piccolo monumento alla memoria di tutti quei concittadini che perirono a causa di quei bombardamenti e degli incendi che ne seguirono.
Sarebbe un luogo della memoria dove, almeno una volta all'anno, chi governa la città o anche solo i semplici cittadini possano deporre un fiore.
La memoria fa parte della storia e tocca a chi vive il presente tenerla viva affinchè nell'avvicendarsi delle generazioni non se ne perda traccia.
In cuor mio attendevo che qualcuno tra i tanti storici e personaggi eruditi che vivono il presente della città, peraltro molto bene impegnati in tante, tantissime iniziative culturali e storiche meritorie, avesse voluto ricordare questo terribile anniversario ma ho sentito nel profondo della mia coscienza di sopperire a questa mancanza così da spingermi con queste sintetiche righe a ridare voce, solo per un attimo, a tutti coloro che all'alba dell'armistizio del settembre di ottant'anni fa persero tragicamente la vita a Benevento".

comunicato n.159160



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