Benevento, 22-04-2013 15:23
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Ce lo deve dire Stefano Caldoro se il finanziamento per il depuratore esiste o è solo una favola
di Diego De Lucia
Un tavolo istituzionale con il presidente della Regione Stefano Caldoro, alla presenza dei consiglieri comunali di Benevento per capire se il finanziamento esiste per il depuratore cittadino oppure se il tutto è solo una favola.
Ancora una volta l'opposizione in Consiglio comunale, quasi compatta (le assenze erano tutte giustificate) ha tenuto una conferenza stampa, nella Sala consiliare di Palazzo Mosti, per rispondere al sindaco Fausto Pepe che qualche settimana fa tenne la presentazione del nuovo depuratore a Monte Sant'Angelo.
L'oppsizione ha anche presentato un dossier redatto dall'Associazione Mezzogiorno Nazionale con il titolo "Il depuratore ... di Penelope" che ricostruisce quella che viene definita la vera storia del progetto e della situazione dell'impianto.
Per la minoranza, esistono dubbi forti sulla localizzazione del sito di realizzazione della struttura che viene definito alluvionale; vengono posti in rielivo la mancanza di pareri ambientali, mentre il consigliere Luigi De Minico, già assessore comunale ai Lavori Pubblici, ha affermato che non c'è la volontà , da parte della stessa maggioranza, di costruire un depuratore in quanto nel Puc, approvato mesi or sono, non c'è traccia della possibilità di realizzarlo in quella zona.
La gara d'appalto, che vedrà l'inizio dei lavori e oramai dovrebbe sortire i suoi effetti alla fine del prossimo mese di giugno, non sembra dunque aver sciolto oppure cancellato i dubbi.
Una vicenda quella del depuratore che dura da ormai 30 anni, come peraltro riconobbe lo stesso Pepe ed il suo assessore ai Lavori Pubblici alcuni giorni or sono.
Come si ricorderà , il deputarore prima localizzato in contrada Serrettelle, poi in contrada Pantano e poi ancora in contrada Monte Sant'Angelo, ha già visto la perdita di un primo finanziamento; ma il capoluogo, almeno secondo la Giunta Pepe, dovrebbe finalmente vedere iniziare i suoi lavori consentendo, dunque, di evitare la multa che l'Unione Europea è intenzionata a comminara al Comune di Benevento per la mancanza della essenziale struttura.
Oggi, però, i consiglieri di opposizione hanno mostrato più di una perplessità .
L'esponente di Tèl, Mario Pasquariello, ha definito la ricostruzione effettuata dal sindaco Pepe non del tutto veritiera: "Hanno dato responsabilità a passate amministrazioni per la mancata costruzione del depuratore non evidenziando che fu proprio l'allora dirigente dell'Arpac, lo stesso Fausto Pepe, a non dare l'assenso.
Ora questi finanziamenti li ha trovati solo grazie alla Regione".
Pasquariello poi ha aggiunto: "Questa Amministrazione non è in grado di costruire un depuratore e noi dobbiamo stare attenti che anche questo finanziamento se effettivamente c'è non si perda".
Luigi De Minico, nella passata amministrazione di centrodestra aveva monitorato bene la vicenda, l'ha analizzata così: "Vogliamo far luce sull'iter amministrativo della vicenda.
Il depuratore è necessario e indispensabile altrimenti l'Unione Europea ci farà pagare una multa salatissima".
Il consigliere di Tèl ha ricordato come tutta la storia del depuratore parta nel 1978 con un progetto di collettamento delle fognature che venne approvato dalla Cassa per il Mezzogiorno.
Quando poi iniziarono i lavori, una parte del completamento della rete fognaria iniziò nel 1979 e terminò nel luglio del 1983.
Il Comune, che eseguì le opere in regime di convezione, avviò ulteriori piccoli tratti di fognatura perdendo, così, l'unitarietà  del progetto di sistema complessivo di trattamento delle acque reflue, innescando contenziosi con le ditte esecutrici.
Successivamente dopo la scomparsa dell'Agensud nel 1990 tutte le competenze vennero trasferite al Comune.
Il sito previsto per il depuratore era in località  Cellarulo e con precisione sulla riva destra del fiume Sabato alla confluenza con il Calore.
Nel 1992, la Giunta provvedette alla delocalizzazione dell'impianto sulla riva sinistra del Calore, dopo la confluenza con il torrente Serretelle.
Nel 2000 ci fu il nuovo concorso per la gara d'appalto e nel 2001 fu autorizzata la ditta appaltante ad iniziare i lavori in contrada Serrettelle".
De Minico ha ricordato che dovunque fosse stato localizzato il depuratore avrebbe causato problemi con i cittadini e i comitati di quartiere e quindi bisognava ottemperare l'equilibrio e fu quindi individuato il terzo sito in contrada Pantano.
Ha ricordato come fu dato incarico ad un professionista locale da parte dell'attuale sindaco provocando un ulteriore aggravio di costi.
Ci fu quindi, ha ricordato ancora, un tavolo tecnico nel 2008 in cui fu negata la partecipazione ai consiglieri comunali: "Cioè proprio a coloro che dovevano votare il provvedimento non fu permesso di partecipare ai lavori".
Il consigliere ha chiesto polemicamente al sindaco: "Chi si farà carico dell'aggravio di circa 200mila euro?
Non possono essere considerati debiti fuori bilancio".
Sull'aiuto che darà la Regione, De Minico ha affermato: "Ora andranno loro in soccorso anche se è tutto da verificare se effettivamente esistono questi fondi.Â
Bisognerà poi capire quando la Regione li vorrà dare e sopratutto quando".
Il consigliere del Pdl, Roberto Capezzone, ha parlato di una città che subisce l'inerzia di questa Amministrazione targata Pepe: "Questa città non ha un doppio sistema fognario e ha a disposizione 18 collettori fognari che confluiscono tutte nei fiumi".
Capezzone ha insistito nell’affermare come non ci sia, su questa vicenda, il parere Via (Valutazione di Impatto Ambientale).
Poi le domande all'assessore regionale all'Ambiente, Giovanni Romano: "Lui deve dirci se in contrada Monte Sant'Angelo è necessaria la valutazione di impatto ambientale.
Nell'ipotesi che si faccia il depuratore si deve potenziare anche la rete idrica della città .
La situazione è delicata ed occorre un intervento risolutivo.
La zona delocalizzata è a rischio esondazione ogni qual volta c'è un temporale.
Non bisogna andare a tentoni occorre un intervento risolutivo".
Francesco De Pierro del Gruppo Misto ha parlato di situazione di stallo assoluto con tante contraddizioni dalla parte della maggioranza.
Lo stesso consigliere ha ricordato come nel 2005, nella Conferenza dei servizi con Arpac ed Asl non si raccolsero pareri unanimi, anzi "fu proprio l'Arpac a dare parere negativo per il sito, evidenziando parametri restrittivi, con la possibilità di scaricare liquami non rispettando pareri normativi".
Un'altra contraddizione evidenziata da De Pierro è stato il cambiamento dei tre siti scelti e la continua mancanza del parere del Via: "Questo sindaco sta giocando sulla pelle dei cittadini e nessuno si vuole prendere la responsabilità di costruire il depuratore.
E' una Giunta che fa solo slogan come accadde nel 2007 in cui lo stesso primo cittadino affermò di aver tagliato il traguardo.
Oggi a distanza di sei anni tutto l'iter non è concluso e si rimbalzano le varie responsabilità ".
De Pierro ha ricordato come lo stesso professionista cui faceva riferimento il consigliere De Minico cambiò il parere nel corso degli anni e si è chiesto il perché.Â
Per De Pierro le responsabilità sono solo politiche e che, dunque, servono chiarimenti: "E' un'Amministrazione prepotente e arrogante che vuole portare avanti un progetto senza mai averlo portato in Consiglio comunale".
Luigi Trusio dell'Udeur ha evidenziato come nel nuovo sito ci siano rischi idrogeologici, sismici ed alluvionali: "In quella zona per mie esperienze posso affermare che non può essere costruito nessun manufatto".
Lo stesso Trusio ha evidenziato la mancanza di volontà di realizzare il depuratore: "In sette anni non si è riusciti a lavorare con impegno e serietà per un nuovo sito.
Tutto questo è causato da una sciatteria amministrativa.
Non capisco il perché non sia stata evidenziata l'opportuinità di pensare ad una nuova localizzazione".
Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.
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