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Benevento, 29-12-2025 11:56 ____
E' finito il lungo travaglio, durato un quarto di secolo, per l'edificio incompiuto posto dinanzi al Duomo e voluto dalla Giunta Viespoli
Poco e' mancato che ci fosse una votazione unanime. L'opposizione, tranne Sguera, si e' astenuta. Forse ci sarebbe voluto un gesto di coraggio che superasse le appartenenze e desse il via libera unanime al rinnovato percorso amministrativo di quest'opera
Nostro servizio
  

E' finito il lungo travaglio, durato un quarto di secolo, per l'edificio incompiuto posto dinanzi al Duomo di Benevento, un edificio realizzato, sin qui, con criteri innovativi dalla Giunta di Pasquale Viespoli e la prima pietra posta alla fine del mandato di Sandro D'Alessandro.
Per la prima volta si fece ricorso ad un concorso di idee a carattere internazionale poi vinto dallo studio di Gabetti ed Isola, due professionisti che hanno fatto la storia dell'architettura in Italia.
Fu la compagine di Centrodestra a prendere atto che bisognava assolutamente intervenire in quell'area nodale della città che andava rivalutata e sottratta al solo parcheggio delle auto.
Questa etichetta, di opera voluta dal Centrodestra, fu anche il motivo, dobbiamo ritenere, per il quale, non riconfermato D'Alessandro per un secondo mandato, questa iniziativa è stata sempre mal digerita e quindi non affrontata per avviarla a soluzione, sia dalle due giunte di Centrosinistra guidate da Fausto Pepe che dalle giunte di Clemente Mastella, sino a poco tempo fa, Mastella un sindaco che addirittura, a sfregio, coniò per quell'edificio l'appellativo offensivo di "mamozio" mentre di mamozi ne andava seminando lui in città, basti pensare a piazza Santa Maria ed all'Arco di Traiano.
Ovviamente si tratta di giudizi estetici sia il suo che il nostro.
Poco è mancato che la deliberazione di variante al Piano Uranistico Comunale, che consente ora di dare un percorso lineare al contorsionismo amministrativo sin qui patito da quel palazzo, fosse votata stamane in Consiglio comunale con voto unanime.
Sarebbe bastato un poco più di coraggio da parte dell'opposizione che è caduta anch'essa nella trappola dell'appartenenza mentre quando si parla del bene della città ogni barriera dovrebbe crollare e viaggiare uniti.
I lavori dell'Aula sono cominciati alle ore 10.09  ed alla chiama sono risultati presenti in 26 assenti e 7 gli assenti: Luca De Lipsis, Raffaele De Longis, Giovanni De Lorenzo, Francesco Farese, Giovanna Megna, Angelo Moretti ed Annalisa Tomaciello.
Un solo punto all'ordine del giorno: "Avviso "Italia City Branding 2020" - Città di Benevento - Riqualificazione e valorizzazione di piazza Duomo in Benevento attraverso la riconversione di uno spazio urbano incompiuto e inutilizzato in uno spazio di aggregazione sociale e culturale - Approvazione variante puntuale allo strumento urbanistico ai sensi della Legge Regionale numero 16/2004 così come modificata dalla Legge Regionale numero 5/2024 - Cup: J83J20000270003".
Ad aprire i lavori è stato l'assessore alle Opere Pubbliche, Mario Pasquariello, con una relazione puntuale che ha parlato di una vicenda che ha attraversato dal 2000 tutte le Amministrazioni comunali di questa città toccando l'area nodale più importante del capoluogo sannita.
Nel 2000, ha proseguito Pasquariello, venne indetto un concorso di progettazione che fu aggiudicato ad Isola e Gabetti con finanziamento procurato dalle Amministrazioni comunali di Viespoli e D’Alessandro che pose la prima pietra.
Furono 10 anni di lavoro a singhiozzo.
L'Amministrazione che ne seguì, quella di Fausto Pepe, ricorda Pasquariello che fu peraltro protagonista delle Giunte di Centrodestra, preferì fontane e marciapiedi e non utilizzare altri fondi per il completamento dell'opera.
Poi sono giunte le Amministrazioni Mastella con le quali abbiamo fatto riprendere e continuare risolvendo anche il contenzioso che si era venuto a creare.
Furono ridefiniti i marciapiedi e tolta la gru che faceva cattiva mostra di sé.
Poi sorse l'interrogativo su quale la destinazione dare a quell’area.
In parte il problema lo ha risolto la Presidenza del Consiglio dei Ministri che indicò 20 città italiane da valorizzare.
L'obiettivo era quello di cofinanziare la progettazione.
Vi abbiamo partecipato a quel Bando per creare così uno spazio che fosse anche di aggregazione sociale e culturale in quell’area dinanzi al Duomo dove in verità avrebbe dovuto sorgere un Museo di Arte Moderna.
Per questo era stata anche predisposta una variante urbanistica ed il Consiglio dell’epoca del 2004 approvò quella variante.
Quella decisione fu travolta però da due sentenze amministrative del Tar del 2007, con la quale si affermava che la procedura seguita non era corretta e del Consiglio di Stato che nel 2020 confermò il giudicato del Tar Campania.
Ora lo andiamo a colmare questo gap.
Recupereremo la struttura riconvertendo lo spazio urbano per renderla fruibile ai visitatori.
Al posto di fare nuove costruzioni, abbiamo ritenuto conveniente recuperare quell'immobile che peraltro è all'inizio della buffer zone, della zona di pregio.
Piazza Duomo è risultato essere tra i primi 5 progetti della graduatoria del Bando.
Il procedimento urbanistico ora si può ritenere concluso e con esso anche una vicenda che dura da 25 anni.
Saniamo, confermando l’interesse pubblico per una palazzo di 863 metri quadri mentre ne erano consentiti 2.803 di metri quadri con il progetto attuale che ha 3.188 metri quadri sin qui realizzati.
L'altezza è di 15 metri con tre piani fuori terra.
Anche su ciò che ha realizzato il privato, a ridosso di questa struttura, deve esserci però attenzione perché così come è non fa bella mostra di sé, ha concluso Pasquariello.
A questo punto si è aperto il dibattito ed il primo intervento è stato di Luigi Scarinzi, per la maggioranza, che detto di non volere entrare nell'esame del progetto, che è interessante, ma evidenziare che questa seduta mette fine ad una pagina che dura da 25 anni relativamente ad una struttura nel cuore della città e che non ci faceva onore così come era.
A seguire è intervenuto Francesco Farese il quale ha detto che è certamente una ferita aperta quella che si osserva a piazza Duomo ed è certamente così da anni visto che io la ricordo sempre così da quando ho memoria ed è quindi positivo intervenire.
Persistono però perplessità sulla soluzione.
Quella più grande, tra le perplessità, è come si affronta la situazione dell’edificio privato adiacente a quello pubblico e non solo per fatto estetico ma anche per la sua natura amministrativa.
E dunque come si risolve la questione?
Perplessità poi anche rispetto alla procedura.
Avremmo prima dovuto dichiarare il pubblico interesse per l'opera e poi fare la variante.
Deroghiamo poi ad alcuni indici previsti dalla legge. Lo possiamo fare visto che essi sono definiti inderogabili?
L'altro vero tema è poi sulle funzioni da assegnare a questa opera e quindi cogliamo favorevolmente l'apertura al confronto reso da parte dell'Amministrazione.
Vincenzo Sguera ha subito detto che la nostra non è opposizione ostruzionistica nonostante io abbia ricevuto più di un atteggiamento ostruzionistico da parte dei miei colleghi. Comunque anticipo il mio voto favorevole.
Sarò sempre dalla vostra parte quando si recuperano bene pubblici in aree degradate e così farò per il Parco Zamparini come per il Parco Archeologico di Cellarulo.
La relazione dell'assessore Pasquariello è stata chiarissima.
Si diceva della eventualità dell'abbattimento dell’immobile all'esito della sentenza del Tar.
Viene superato questo aspetto con tale variante?
Sguera ha concluso poi con una battuta: Se questo campo largo si dovesse trasferire anche a livello regionale per sistemare le opere, va bene. Anche sul piano estetico ci sono le indicazioni della Soprintendenza che ci aiutano.
Non definiamo più quell palazzo un "mamozio", un termine dispregiativo, diamogli subito un nome così identificandolo.
Infine c’è quell’immobile di privati che va definito. Noi facciamo un passo avanti importante ma poi affianco ci ritroviamo un edificio fatiscente.
Antonio Capuano pure ha esordito con la solita battuta e cioè che egli interviene sempre dopo Farese per confutarne le tesi, ma stavolta non c'è riuscito perché in mezzo si è piazzato Sguera il quale gli ha detto, sempre con ironia: Te lo avevo detto di parlare prima tu ed invece sei finito dopo di me…
Farese, ha detto Capuano, cerca sempre di trovare qualcosa per criticare questa Amministrazione.
Quell’area l’abbiamo voluta noi (anche Capuano, come Pasquariello ha fatto parte della maggioranza delle Amministrazioni di Centrodestra ndr) dove c’era un parcheggio abusivo.
Nella progettazione già c’era la piazza coperta e con locali di tipo attrattivo e di frequentazione.
Quello che è stato eliminato è il Museo di Arte Moderna ma ora esso non ha più motivo di esistere.
Rosetta De Stasio ha detto di condividere quanto affermato da Farese e Sguera e che ben venga l'idea di una partecipazione cittadina sulle funzioni da assegnare a quel Palazzo.
Chiedo anche io di chiarire come va risolto il problema del palazzo affianco e collegato alla sentenza del Tar.
L'impegno di tutti deve essere a non utilizzare più il termine "mamozio" coniato dal sindaco Mastella per quella struttura anche perché semmai il mamozio è quello affianco.
Ho difficoltà ad esprimere il voto favorevole per le problematiche espresse. E quindi il mio sarà un voto di astensione ma non contrario.
Luigi Diego Perifano, da remoto, ha detto che egli ha sempre espresso una valutazione positiva su quel progetto che era ed è di grande qualità che è stato pensato da Gabetti ed Isola e poi rallentato.
Mai definito quell’immobile in termini dispregiativi e concordo sull’obiettivo di realizzarne il completamento.
E’ una ferita che va chiusa e fatta rimarginare.
Sul progetto esso fu innovativo perseguendo il tentativo di innestare un aspetto progettuale contemporaneo.
Il dibattito anche su quest'opera è mancato ma non per responsabilità del Consiglio.
Forse anche le categorie professionali avrebbero dovuto essere più solerti.
Relativamente al progetto di finanza da parte dei privati, non credo sia la soluzione praticabile.
Ci troviamo in un’area nodale, piazza Orsini e piazza Duomo, che è un tutt’uno come dichiararono gli ideatori del Piano Particolareggiato del Centro Storico, Zevi e Rossi.
Sarebbe stato utile un unico intervento organico.
Voto quindi con una astensione che è di incoraggiamento e non di critica.
Antonio Picariello ha detto che non ha fallito l'architettura ma la politica. C'è ancora qualcuno che milita nel Pd che alza i muri.
Farese ha una visione minimalista della politica.
Quella vicenda è uno schiaffo inaccettabile ed andava risolta. Vada egli oltre gli steccati.
Angelo Miceli ha espresso la sua doglianza per la scarsa partecipazione a questo Consiglio (molto erano da remoto ndr) che fotografa la politica urbanistica cittadina degli ultimi 30-40 anni.
A me quell’epoca piacque molto per il dibattito che c'era e per lo stimolo che ad esso veniva dato e per l'avventura che veniva avviata rispetto ai grandi progetti.
E’ dunque meritorio portarlo a compimento ed il mio è un assenso anche se sotto forma di astensione.
Giovanna Megna, da remoto, ha detto di condividere ciò che è stato evidenziato dai colleghi dell'opposizione.
C'è il rammarico per i toni che ancora si continuano ad usare dai banchi della maggioranza anche nel momento in cui l’opposizione dà un contributo fattivo.
Le nostre obiezioni, rispetto alle scelte fatte, erano più che fondate così come si evince dalla censura della Soprintendenza.
Si parla solo di piazza Duomo ma si va verso la risoluzione di una ferita antica e l’auspicio è che si guardi a tutto il centro storico.
Mario Pasquariello per concludere ha parlato di una discussione importante su un’area nodale determinante anche per il futuro della nostra città.
Al momento con i privati non c’è contenzioso.
Riguardo l’opera pubblica poi non c’è l'imposizione all’abbattimento.
La variante è sugli indici e non sulla destinazione dell’opera.
Riguardo poi alla critica che il progetto fosse già stato presentato alla città, Pasquariello lo ha negato.
Non abbiamo presentato il progetto ma ci siamo trovati all'interno di una manifestazione dell'Università ed organizzata da un privato. Abbiamo solo deciso di esserci. Mai stata una presentazione pubblica del progetto senza il coinvolgimento del Consiglio comunale.
Sulla estetica il progettista vede a suo modo e la Soprintendenza l'ha lasciata a quella che fu la indicazione di Gabetti ed Isola con l'obiettivo di far risaltare il Duomo che è di fronte.
Io rivendico peraltro quella stagione urbanistica a cui ho appartenuto e quindi non mi sono mai sognato di definirlo mamozio, quel palazzo.
Relativamente all'intervento dei privati essa è solo una delle azioni che consentirebbe il completamento per il quale non so se riusciremo ad essere attrattivi visto che peraltro occorrebbebbero parecchi milioni di euro.
Per una breve precisazione è quindi intervenuto nuovamente il consigliere Sguera per insistere sul nome da dare a quella struttura.
Intitolatela a chi volete, ha detto Sguera (e De Stasio, tranne che a personaggi della Dc) per me va bene anche la Dc, ha aggiunto Sguera, purché evitiate i nomi di Azzolina, Toninelli e Di Maio.
A chiudere è stato l'intervento del vice sindaco Francesco De Pierro il quale ha detto che discutiamo di un problema atavico e che la città ha avvertito in tutti questi anni.
Raggiungiamo un ulteriore obiettivo ed impegno con la città che ci siamo impegnati a riqualificare.
Questa è rimasta una incompiuta definita in maniera forte negli anni.
L'iniziativa di quell'epoca storica è rimasta una problematica che la città si è portata fino ai giorni nostri.
Con questa varante questa progettualità ora la candidiamo nel modo migliore.
L'intervento del privato rimane uno strumento ma nessuno ci imedisce di candidare con Bandi di rigenerazione urbana quell'area.
Apprezzato lo sforzo della minoranza di condividere il percorso procedurale da noi adottato e quindi l'astensione su una problematica che volge al termine.
Occorreva forse il coraggio di un voto favorevole su argomenti che non dovrebbero avere casacca politica.
In questa circostanza forse avremmo dovuto trovarci tutti sul voto favorevole.
Nel prossimo futuro c'è comunque l'impegno dell'Amministrazione comunale a discutere su questa problematica. 
Al termine dell'intervento, la deliberazione è stata votata con 20 favorevoli, 8 astenuti e nessun contrario.
I lavori hanno avuto termine alle 11.55.
C'è da aggiungere, infine, che il sindaco Clemente Mastella non ha partecipato ai lavori in Aula.
Evidentemente ha seguito quelli del Consiglio regionale dove c'è stato l'insediamento del figlio Pellegrino e certamente avrà dato il suo assenso, se non il suo suggerimento, al primo gesto di dissenso verso l'amministrazione di Roberto Fico da parte della sua maggioranza e quindi del suo gruppo.

comunicato n.175206




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