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Benevento, 27-12-2025 19:56 ____
La chiesa del Sacro Cuore raramente l'abbiamo vista cosi' gremita di fedeli. E' stato un comunitario gesto di affetto nei confronti di Enzo Catapano
L'arcivescovo Felice Accrocca non e' riuscito a celare il suo stato di persona fortemente provata da questa perdita improvvisa a cui non eravamo preparati. A questo diacono lo legavano anche la passione per Tex. Mi prestava alcuni numeri ed io dopo averli letti glieli restituivo. Stavolta ne doveva ritirare tre la vigilia di Natale. Non lo ha fatto. Li serbero' come caro un ricordo di lui
Nostro servizio
  

Raramente abbiamo visto la chiesa del Sacro Cuore dei Padri Cappuccini così piena, gremita di fedeli, che hanno voluto tributare, con la loro presenza, un grande gesto di affetto nei confronti di Enzo Catapano, il diacono permanente morto improvvisamente nella giornata di ieri.
Sulla sua bara è stata deposta la stola del suo diaconato.
E' stata una corale partecipazione fatta di emozioni e di attestati di stima nei confronti di una persona che si è rivelata essere molto amata e probabilmente a cui sono grati per quanto egli ha fatto sopratutto nella qualità di diacono permanente ed anche tante cose belle che a noi non sono note.
Ma dobbiamo aggiungere anche un'altra nostra impressione.
Non abbiamo mai visto l'arcivescovo Accrocca, che ha celebrato la Santa Messa, così provato, così immedesimato nel dramma, così consapevole di aver perso prima di tutto un amico ed un collaboratore di Curia che evidentemente stimava molto.
L'arcivescovo, a sfottò reso pubblico, più volte, ci ha detto che ci aveva nominati canonico della Cattedrale per il fatto che siamo soliti seguire con attenzione le funzioni religiose più importanti e solenni che si tengono nel Duomo e non solo.
E così, al di là dello sfottò, c'è la verità di averlo seguito tante volte, anche quando ha perso altri suoi importanti parroci, ma non lo abbiamo mai visto così presente al dramma della perdita di quella persona.
Nella chiesa del Sacro Cuore questo pomeriggio questo è successo.
Qui celebriamo la Risurrezione del Signore che è un fatto a cui Enzo ha creduto ed una volta per sempre ciò gli ha cambiato la vita.
Noi con umiltà ci adeguiamo al disegno di Dio.
Il gruppo di suoi discepoli si mostrò impreparato alla morte di Gesù e la stessa Maria, sua madre, credette che il corpo di suo figlio fosse stato addirittura trafugato quando non lo trovarono più nel sepolcro.
E' un po' quello che sta succedendo a noi.
Rispetto a questa notizia inattesa non eravamo preparati.
Dopo il primo momento nello sgomento, ha proseguito l'arcivescovo, subentra la Fede per chi ne ha.
Ed allora vogliamo che sia questa anche la nostra risposta che ovviamente non cancella interrogativi e domande ma non ci fa perdere la speranza.
Sia dunque anche la nostra la risposta della Fede.
I perché si affollano nella mente e restiamo senza risposte.
Prima ancora che arrivasse a me la notizia ferale, ho provato un solo pensiero.
Egli era pronto al passaggio. Noi no, lui sì.
Le letture di oggi, che non sono state adeguate all'evento, sono le più idonee per la circostanza.
Enzo con la sua vita, ha proseguito monsignor Accrocca, ha trasmesso l'esperienza di Fede e la sua gioia è stata come quella degli apostoli.
Egli era contento, gioiva quando qualche amico, un fratello, un conoscente giungeva ala Fede.
Enzo realizzava il suo sogno.
Quella che abbiamo subito, ha detto l'arcivescovo con tono grave, è una perdita grossa per la famiglia, per la comunità parrocchiale, per gli amici.
La Fede ci chiede di leggere anche questo nelle parole di Gesù quando dice che se il chicco di grano non muore, rimene se stesso e non dà frutti.
La resurrezione di Gesù ci dia sguardi nuovi sulla vita e sulla morte e ci faccia anche capire che non siamo niente.
Basta un soffio e non ci siamo più.
Chi poteva immaginare quanto poi è successo?
Quindi mons. Accrocca ha voluto ricordare un episodio intimo del suo rapporto di amicizia con Enzo Catapano.
Le ultime parole che ci siamo scambiate si riferiscono al fatto che entrambi eravamo lettori di Tex.
Lui mi dava un certo numero di fumetti per completare quella determinata avventura ed io li leggevo e poi glieli restituivo.
Il 24 dicembre avrei dovuto restituirgli gli ultimi tre Tex che mi aveva prestato.
Non li ha più ripresi, forse contava di farlo dopo Natale. Ora mi restano come un caro ricordo di lui.
Non siamo niente, sinché siamo qua, ha proseguito monsignor Accrocca.
Abbiamo una duplice tipologia di testamenti.
Quelli scritti dinanzi al notaio e che spesso fanno litigare in famiglia e quelli non scritti che sono lo sguardo, i gesti, le parole.
In tutti noi Enzo lascia qualcosa di questo, ha concluso l'arcivescovo.
Possa la sua memoria restare un bene d'insieme.
Nella vita di Enzo l'amore ha vinto. Possa esso vincere anche in noi.
Ultimata l'Omelia monsignor Accrocca ha benedetto il feretro.
Non è stato consentito di intervenire al termine del rito per un elogio funebre e così Gianni Pocino, a nome anche degli scout del Benevento 1° che hanno fatto la loro Promessa solenne nel 1966, ci ha inviato il suo intervento scritto con preghiera di pubblicarlo.
"Ciao Enzo, come stai? E la risposta è… chiuso in una bara, ma io ti dico che il tuo corpo è lì, ma la tua anima ha lasciato quel corpo per attraversare quella porticina piccola che ti è stata aperta per godere dell'eternità che il Signore sicuramente ti ha concesso.
Hai lasciato dolore e disperazione, ma anche un'eredità di amore e rispetto per il prossimo, come solo uno scout può fare perché è una ragione di vita.
Sei stato esempio per tanti ed in tanti oggi ti onorano e ti rimpiangono.
Come aneddoto, nel compiangere poco tempo fa, un amico al quale fu dedicata una Messa in questa chiesa, Peppe Tarantino, tu hai redarguito gli amici presenti perché nessuno prese la parola per ricordare il caro Peppe, forse il dolore o l'angoscia di parlare nessuno lo fece, io oggi lo faccio per quella lezione e perché stanotte ho sognato il caro Peppe al quale ho dato la triste notizia, lui mi ha sorriso perché le cose del cielo sono già chiare e probabilmente siederete allo stesso fuoco di bivacco dove tutti noi ci auguriamo di esserci e ricordare tutto quello che i fratelli scout hanno conquistato con amore e fratellanza.
Un granello di sabbia nel deserto o una goccia d'acqua nel mare, ma pur sempre un'opera buona che il Signore apprezza perché lo stile di vita scout è esempio fulgido da divulgare e tu eri un passo avanti con il tuo impegno con il Signore.
Ciao Enzo che il Signore possa premiarti e dare conforto a chi oggi è nel dolore, ma tutti hanno la consapevolezza che hai lasciato un mondo migliore con la tua dedizione al servizio degli altri e l'esempio sia amore ed opere.
Grazie per quello che hai rappresentato, ti vogliamo bene.
Da scout stasera saremmo andati via intonando: Signor fra le tende schierati a salutar il dì che muor…"

  

  

comunicato n.175186




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