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Benevento, 20-12-2025 20:34 ____
Ernesto Pietrantonio torna, dopo una decina di anni di assenza, alla sua originaria passione, quella della fotografia
Nel foyer del Teatro del Collegio de la Salle, ha presentato dinanzi ad un folto pubblico formato essenzialmente da suoi estimatori, la Mostra "Ventotene, l'isola del confino continuo. "Viaggio" tra solitudine sociale e fisica, tradizione e memoria". A "Gazzetta" deve il suo avvio nella fotografia nel 1990 con la venuta a Benevento di papa Giovanni Paolo II. Ogni appuntamento fu seguito. Una giornata faticosissima ma piena di soddisfazioni
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Ernesto Pietrantonio (nella foto di apertura con i figli Ottavio ed Anna Flavia) torna, dopo una decina di anni di assenza, alla sua originaria passione, quella della fotografia.
Nel foyer del Teatro del Collegio de la Salle, ha presentato dinanzi ad un folto pubblico formato essenzialmente da suoi estimatori, la Mostra "Ventotene, l'isola del confino continuo. "Viaggio" tra solitudine sociale e fisica, tradizione e memoria".
Della Mostra Pietrantonio ha curatio anche il catalogo che è stato offerto gratuitamente ai visitatori.
Ernesto Pietrantonio lo abbiamo particolarmente nel cuore, è inutile negarlo, perché fu il fotograto ufficiale, il fotoreport di "Gazzetta di Benevento" dalla sua fondazione, nell 1989 con la consacrazione che avvenne nell'anno successivo, il 1990, con l'arrivo a Benevento di papa Giovanni Paolo II.
Questa Mostra, ci ha detto Pietrantonio, si intitola "Ventotene, l'isola del confino continuo" però il vero titolo è il sottotitolo: "Viaggio" tra solitudine sociale e fisica, tradizione e memoria.
In poche parola l'isola di Ventotene è presa come metafora, come luogo della solitudine, dell'appartenenza, della tradizione, della memoria con il manifesto storico che prese il nome da quel luogo e che fece da spartiacque alla nascita dell'Europa.
E dunque, più che una mostra paesaggistica, è una introspettiva che va a scavare nell'animo dell'uomo.
La cosa principale di questa mostra è che oltre alla osservazione essa va sentita.
Volontariamente le foto sono in bianco e nero, non c'è il colore perché la mostra deve sottrarre la emozione che devi in pratica crearti tu guardandola.
Oltre questo non spiego altrimenti non ha senso l'intento che ciascuno in questa esposizione deve poter trovare qualcosa, se riesce a trovarcela.
E' una sfida che propongo al visitatore, fuori dai canoni tradizionali e dove si va ad esplorare l'interiorità dell'uomo.
E questo è l'oggi, interveniamo noi, ma Ernesto Pietrantonio nasce come fotoreporter con "Gazzetta di Benevento" nel 1990 con l'arrivo, come dicevamo di Giovanni Paolo II...
Sì è proprio così, ci ha risposto Pietrantonio ed in quella occasione facemmo un reportage bellissimo. Una giornata faticosissima ma piena di soddisfazioni.
Là c'è stato il motivo principale che mi ha fatto intraprendere la carriera di fotografo però un fotografo diverso. Non sono un cerimonialista, anche se lo faccio per ovvi motivi, ma anche nella cerimonia cerco di riportare il taglio giornalistico e del reportage perché anche quello è un racconto, quello della vita.
Quella giornata della visita del papa a Benevento che coprimmo in tutti i suoi aspetti con i vari appuntamenti del papa, fu per me una grandissima esperienza.
Lo dico sempre che come fotoreporter io sono nato con "Gazzetta di Benevento".
Sei stato anche il fotografo di un'altra grande sfida, la "Guida di Benevento e del Sannio" con oltre 100 foto a colori che furono scelte tra centinaia, forse migliaia di provini e la tiratura di 15mila copie, abbiamo ricordato a Pietrantonio...
Sì, anche quella fu una grande sfida. Non so quante foto io abbia scattato e l'ho fatto quando la fotografia si scattava su pellicola con un costo anche molto importante.
Quelle di stasera sono foto scattate in digitale, prodotte in bianco nero che però non ho sviluppato e stampato io.
Rimetterò il bianco e nero anche per far comprendere meglio l'analogico che ci permette di osservare e di pensare.
C'è un fermento da parte dei giovani nuovamente per quanto attiene la pellicola e le aziende stanno nuovamente rimettendo in cantiere i rullini.
C'è un mondo da riscoprire.
L'augurio, abbiamo infine detto a Pietrantonio, è quello di un futuro da fotografo con la possibilità di poter tramandare ai giovani, magari con una scuola professionale, tutta la esperienza accumulata in tanti anni.
Pietrantonio ci ha risposto: I miei figli, Ottavio, Emma ed Anna Flavia, stanno pensando di seguirmi in questa carriera.

  

  

comunicato n.175075




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