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Benevento, 15-12-2025 11:54 ____
I Carabinieri non chiedono soldi, non prendono preziosi e non minacciano gli interlocutori, di pene severe qualora la dazione non si concretizzi
L'appello del comandante dei militari, Marco Keten e' stato accorato e deciso. I truffatori sono diventati sempre piu' bravi e non c'e' da vergognarsi se si cade nella loro rete ma ci sono azioni da porre in essere per evitare che cio' accada. Attenzione alla chiamata di verifica. La si faccia da un apparecchio diverso da quello che ha ricevuto la telefonata perche' con i sistemi avanzati riescono a far comparire sul cellulare il nome Carabinieri ma anche il numero di telefono. Tutto falso...
Nostro servizio
  

L'appello del comandante dei Carabinieri, Marco Keten è stato accorato e deciso: I Carabinieri non chiedono soldi, non prendono preziosi e non minacciano i propri interlocutori, di problematiche severe qualore la dazione non si concretizzi.
Il colonnello ne ha parlato nel corso di una conferenza Stampa convocata per affrontare la questione delle truffe che essenzialmente colpiscono le persone fragili e gli anziani ma non si illudano i più giovani di essere immuni da questa pratica criminale perché così non è.
Oramai i malviventi hanno raggiunto un livello tale di perfezione ed è questa la vera arma del truffatore, che nella rete da essi tessuta possono cadere tutti, anche i più scaltri.
Il fenomeno, ha detto Keten, sopratutto in questo periodo natalizio in cui c'è oggettivamente un maggiore maneggio di denaro in casa, sta avendo una sua recrudescenza ma non si può dire che sia un fenomeno che debba destare allarme sociale perché incontrollabile.
Importante è saperlo gestire e contenerlo anche perché sono situazioni che vanno a risolversi nel giro di una settimana, nella loro parte più acuta.
Noi dobbiamo fare in modo che il fisiologico non diventi patologico.
Lo sforzo che poniamo è tanto anche se non sempre registriamo risultati commisurati.
E' importante però che le persone siano consapevoli dei rischi che corrono e che sappiano che ci siamo noi a proteggerle.
L'attività di informazione, ha proseguito il colonnello, la stiamo portando avanti in tutta la provincia.
Ho disposto che tutti i comandanti delle 35 stazioni dell'Arma disseminate sul territorio, prendano contatti con le realtà locali, parrocchie, municipi, associazioni per modo da organizzare incontri di sensibilizzazione per far comprendere ai nostri interlocutori i rischi a cui sono sottoposti in cosiderazione del fatto che i truffatori sono molto scaltri.
Mirare a cogliere gli aspetti di bontà delle persone è un reato veramente subdolo.
Nell'ultima settimana abbiamo raggiunto ben 2.480 persone tramite i nostri incontri e quindi un grazie in maniera particolare va ai parroci ed ai sindaci che ci hanno dato la loro collaborazione. Gli invitati ci hanno detto di essere rimasti contenti di partecipare all'incontro anche perché, nonostante l'azione capillare messa in atto anche nei mesi trascorsi, ancora c'è gente all'oscuro di come queste truffe vengano perpetrate.
Questa nostra azione l'abbiamo condivisa con il prefetto e con i membri del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica.
Gli incontri sono stati estesi anche ai giovani per modo che possano anch'essi meglio informare i familiari magari più anziani.
Aggiungo poi, ha detto Keten, che la solitudine favorisce i truffatori.
La messa in scena più gettonata è quella che si avvale della partecipazione al raggiro da parte di falsi carabinieri che chiamano a casa dicendo che per ottenere il rilascio di un congiunto, un figlio, un nipote, bisogna sborsare alcune migliaia di euro in contanti o in preziosi.
La figura del carabiniere è utilizzata dal truffatore grazie sopratutto alla benevolenza nei nostri confronti da parte dei cittadini.
E loro sono molto ma molto bravi nel far cadere la preda nella trappola utilizzando la figura del carabiniere.
Si tenga conto che abbiamo registrato la dazione, da parte di anziani a questi truffatori, anche di somme ingenti, qualcosa come 40-50 mila euro in contanti.
I Carabinieri, si tenga presente questo concetto che annulla, se applicato, ogni azione delittuosa, non prendono soldi o preziosi da nessuno.
Diffondiamo bene questo concetto, è stato chiesto ai giornalisti presenti, per modo da vaccinare le probabili vittime.
Il colonnello ha quindi descritto uno dei tanti raffinati modi di agire, una cosa che ha colto anche noi che facciamo questo mestiere e che dovremmo essere oramai "vaccinati", veramente impreparati.
Sono arrivati questi criminali, con l'uso dello spoofing, a far comparire sul cellulare della persona chiamata per la truffa la scritta ed il numero di telefono dei Carabinieri.
Quando si richiama per fare un controllo sulla veridicità della chiamata,  si sappia che il truffatore che ha chiamato non ha disconnesso la telefonata e per questo risponde sempre lui affermando di essere il carabiniere cui si sta telefonando e rassicura la vittima sulla necessità di adempiere alla richiesta di danaro.
E dunque è opportuno e saggio non fare la telefonata di controllo dallo stesso apparecchio da cui si è ricevuta la richiesta di denaro.
Se è giunta sul telefono fisso, si chiami con il cellulare; se è giunto su quest'ultimo si faccia il contrario o si cambi telefono.
Le truffe, si tenga anche conto di questo ha proseguito il comandante, sono veloci anche perché sul posto c'è sempre un complice che adempie con immediatezza al recupero dei soldi.
Comunicateci, ha detto il comandante rivolto ai nostri lettori, anche le truffe a cui non avete abboccato perché ci potete consentire di acquisire elementi magari su un modo nuovo di porla in essere da parte dei delinquenti.
Poi una raccomandazione forte e cioè quella di non tenere troppi soldi in casa.
E' vero tutto ciò, abbiamo detto noi al colonnello, ma il contesto internazionale di cui siamo bombardati quotidianamente dalla televisione, quello di guerre che non finiscono e che si potrebbero espandare e giungere anche a casa nostra, fa sì che si pensi a tenere in casa un bel po' di soldi qualora allo scoppio di una guerra le banche dovessero rifiutarsi di ridarci i nostri soldi.
E' magari tutto frutto di fantasia o di eccessiva preoccupazione, ma tutto questo neanche va sottovalutato.
Il truffato, ha ripreso il colonnello, sopratutto se anziano e che si è privato dei risparmi di una vita, subisce anche un danno psicologico molto forte al punto che il senso di vergogna di essersi stato fatto fesso, non gli consente neanche di denunciare la cosa.
Io però dico che ci troviamo di fronte a persone veramente molto brave e dunque non c'è nulla di cui vergognarsi se si cade nella loro rete.
Comunque, è andato a concludere il colonnello, c'è un forte calo da una decina di giorni di truffe agli anziani.
Il problema non lo stiamo eliminando con la nostra costante azione, ma lo stiamo limitando.
I giornalisti hano quindi incalzato il comandante anche sui furti in appartamento.
C'è una recrudescenza, ha risposto il colonnello Keten, in partiolari periodi dell'anno ma se anciamo a fare una valutazione più ampia nel tempo, ci accorgiamo che la questione è fisiologica e non patologica.
No all'allarmismo, dunque, ma fare in modo che la popolazione sia consapevole di ciò che accade e che collabori con noi per contenere il fenomeno che ci colpisce nelle nostre coscienze anche se l'episodio è singolo.

  

comunicato n.174947




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