L'antica ditta Bergantino era ubicata in uno dei locali sul lato sinistro osservando il Duomo, sopravvisuti alle bombe, aveva quale titolare Paolo
La storica cappelleria, con la scomparsa del titolare avvenuta nel 1975, coadiuvato nella gestione dal fratello, era stata fino a qualche giorno fa proseguita da Graziella in via Ennio Goduti. La iniziale sede storica fu in via Gaetano Rummo
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Vasta eco ha avuto in città la notizia, imprevista ed inattesa, della scomparsa di Graziella Bergantino, titolare della storica cappelleria che, con i suoi cappelli, nel corso di decenni, ha coperto il capo di migliaia di beneventani.
Peppino De Lorenzo, come sempre, alla rievocazione, non manca di aggiungere episodi personali che rendono più suggestivo il ricordo.
Già, alcuni anni fa, De Lorenzo ebbe modo di scrivere della cappelleria Bergantino associando, al racconto, foto inedite fornite dalla compianta Graziella, immagini che noi, oggi, riproponiamo.
La stessa Graziella, poi, dopo la pubblicazione dell'articolo, non mancò, con la delicatezza che la distingueva, di inviare, attraverso una email, il suo personale ringraziamento all'estensore della nota.
"Graziella Bergantino, oltre ad essere l'ultima titolare, in ordine di tempo, della cappelleria omonima (nella foto di apertura, Graziella è la seconda da sinistra), segnatamente in questi ultimi tempi, è stata apprezzata per le sue poesie e racconti, che hanno incontrato il giudizio favorevole di critici di fama.
Ora, d'improvviso, in una rigida giornata invernale, è andata via lasciando tutti noi increduli e sgomenti (nella prima foto in basso, Graziella Bergantino).
Quando, alcuni anni fa, mi rivolsi a lei per ottenere qualche foto della sua famiglia, ella non mancò di soddisfare, da subito, il mio desiderio rimanendo, nel contempo, stupita quando le narrai il ricordo che mi legava a suo padre ed ai nonni materni.
L'antica ditta Bergantino, specializzata nel commercio di cappelli, negli anni in cui era ubicata in uno dei locali, sul lato sinistro osservando il Duomo, sopravvisuti alla distruzione bellica, aveva, quale titolare, Paolo Bergantino (nella seconda foto in basso), classe 1909.
La storica cappelleria, con la scomparsa di questi, avvenuta nel 1975, coadiuvato nella gestione dal fratello, era, fino a qualche giorno fa, egregiamente, proseguita da Graziella, appunto, figlia di Paolo, attualmente, in via Ennio Goduti.
La sede iniziale era, invece, in via Gaetano Rummo per poi essere trasferita nei ricordati locali in piazza Duomo, ove rimase fino a quando, siamo alla fine degli anni Sessanta, l'allora sindaco Lucio Facchiano decise, ed a ragione, di abbattere le rovine residuate dopo il secondo conflitto mondiale.
In tanti anni, quasi due secoli, la ditta Bergantino, con i suoi cappelli, ha coperto il capo di migliaia di beneventani, molte volte sostituendosi alla medicina tradizionale per alleviare, e non di poco, dolori cervicali e crisi cefalalgiche riacutizzati con la stagione invernale.
Mi sia concesso, in questo delicato momento, un piacevole ricordo personale del quale ebbi l'opportunità di rendere edotta anche Graziella che, forse, lo comprendo, esula dalla narrazione della Benevento che fu.
Paolo Bergantino aveva sposato la figlia di don Michele Zaccari (nella terza e quarta foto in basso, gli sposi in viaggio di nozze)che abitava in via Vittorio Veneto, al piano sottostante a quello occupato dai miei nonni materni.
Spesso, segnatamente la domenica, veniva in visita ai suoceri.
Giungeva con la sua Fiat 600, colore celeste mare.
Nei riguardi di noi bambini si dimostrava sempre affettuoso non mancando, ogni volta, di offrirci delle deliziose caramelle. "Nougatine", il loro nome.
Don Michele Zaccari aveva anche un figlio, Claudio, pilota degli aerei di linea, zio di Graziella.
D'improvviso, noi bambini venivamo attratti dall'aereo o da un elicottero che, sorvolando Benevento, il pilota Zaccari, per farsi notare dai suoi genitori, Michele ed Ersilia, in segno di saluto, scendeva a quota bassissima.
Spesso, con l'elicottero, si fermava nella adiacente Colonia Elioterapica.
Ricordi che, ancora oggi, serbo vivissimi e che, per riviverli, darei qualsiasi cosa.
Nel momento in cui, ogni volta, i voli si concretizzavano, malgrado la nostra curiosità di fanciulli fosse tanta, tra di noi eravamo soliti ripetere: "Un giorno farà saltare il tetto dell'edificio".
Nel leggere questi ricordi, Graziella, in data 21 marzo 2021, mi fece giungere un email in cui si leggeva: "Carissimo dr. De Lorenzo, poco fa, ho letto l'articolo pubblicato su Gazzetta di Benevento e ringrazio tantissimo per le sue parole.
Mi hanno molto commosso i suoi ricordi e sono felicissima che quegli anni siano rimasti ben scolpiti nella memoria e nel suo cuore.
Ora andrò a leggere l'articolo a mia madre e sono sicura che anche lei ne sarà contentissima.
Grazie, con tutto il cuore, da me e da parte sua.
Meravigliosa questa amicizia capace di attraversare indenne il percorso del tempo!
Buona domenica di primavera!"
Graziella, se, oggi, hai rivisto i tuoi cari, porgi loro una carezza da parte mia ed un abbraccio particolare a zio Claudio, che con la sue acrobazie nel cielo, rese gaia la fanciullezza mia e dei compagni di gioco".
comunicato n.174930
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