Enrico Varricchio reclino' il capo sulla scrivania mentre si apprestava ad intraprendere un'altra intensa giornata della sua vita di medico
Lo avevo incontrato solo qualche giorno prima e gia' allora, a lungo, avevamo parlato della delicata situazione sanitaria che faceva intravedere un futuro, come poi la realta' ha dimostrato, intriso di tempi difficili, ricorda Peppino De Lorenzo
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Questa domenica, proseguendo nel ricordo di sanitari che, nel tempo, hanno operato nel nostro territorio, Peppino De Lorenzo sofferma la sua attenzione su Enrico Varricchio che fu medico di famiglia.
"Enrico Varricchio (nella foto di apertura), per lunghi anni, svolse la sua attività, quale medico di famiglia, nel periodo in cui, diversamente da oggi, la funzione di quest'ultimo rivestiva un ruolo ben diverso e degno di rispetto.
Si spense, improvvisamente, in una tiepida mattina di una pigra primavera, nel mese di aprile 1987.
Enrico Varricchio reclinò il capo sulla scrivania nel momento in cui si apprestava ad intraprendere un'altra intensa giornata della sua vita di medico.
Lo avevo incontrato solo qualche giorno prima e, già allora, a lungo, avevamo parlato della delicata situazione sanitaria che faceva intravedere un futuro, come, poi, la realtà ha dimostrato, intriso di tempi difficili.
Ancora una volta, ignari che si trattasse dell'ultimo incontro, insieme ritornammo sull'amore incarnato che ogni medico si porta dentro per una professione costellata di sacrifici innumerevoli e che, malgrado tutto, induce il sanitario ad essere legato a quest'ultima pur se, talvolta, con molte incomprensioni.
"Nessuno ci ripaga - Enrico Varricchio ebbe a dire - per le continue privazioni di quelli che rimangono gli unici piaceri della vita.
Rincasiamo stanchi, dopo intense giornare di lavoro, trascorriamo tante notti insonni quando lasciamo un paziente in gravi condizioni, viviamo insieme le tragedie familiari e non abbiamo neanche il tempo per poterci dedicare, come si dovrebbe, ai nostri figli".
A distanza di tanti anni, avverto, prepotente, ancora l'eco di quelle giuste e sacrosante parole.
Enrico Varricchio, per una esistenza intera, si dedicò alla professione di medico con amore immenso, fino all'epilogo drammatico che, quella mattina della primavera del 1987, chiuse una vita più sofferta che vissuta.
La morte sul campo per un medico rientra, purtroppo, in un quadro desolante di morti precoci che vede, appunto, i sanitari tra le categorie più colpite.
Continueremo, per questo, caro Enrico, la nostra opera nel tuo ricordo paghi di avere compiuto, fino in fondo, giorno dopo giorno, il nostro dovere.
E se, d'omprovviso, qualsiasi medico, così come fu per te, reclinerà il capo sulla scrivania, i figli potranno essere certi che la vita del proprio genitore sia stata, esclusivamente, dedicata ad alleviare la quotidiana sofferenza umana.
Ed, oggi, l'esempio di Enrico Varricchio è proseguito dal figlio, Elziario, noto ed apprezzato pediatra, nonchè dal nipote, Enrico, che ne rinnova il nome, valente giovane nefrologo".
comunicato n.174787
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