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Benevento, 18-11-2025 18:14 ____
Un contraccolpo nel mio cuore nel vedere giovani preti, suore e animatori, innamorati di Gesu' con sul petto la croce visibile di Cristo
Si sono fermati a parlare lungo corso Garibaldi con persone disposte ad essere incontrate. Che coraggio! In un tempo in cui la fede e' considerata anacronistica nella vita, scrive Elena De Socio a commento della settimana di animazione missionaria alla parrocchia di Santa Maria degli Angeli
Redazione
  

Ci scrive Elena De Socio, a commento della settimana di animazione missionaria alla parrocchia di Santa Maria degli Angeli.
"Gentile direttore - si legge - l'evento è stato organizzato dal parroco, don Mimmo Parlavecchia, a cui va il nostro grazie e dai suoi più stretti collaboratori don Matteo, don Leonidas e Davide (studente seminarista del Preziosissimo Sangue, prossimo diacono e sacerdote) nell'occasione del 25° anniversario della consacrazione della chiesa parrocchiale.
Noi fedeli, in vario modo, abbiamo partecipato e contribuito alla buona riuscita dell'evento che ha visto impegnati i Missionari del Preziosissimo Sangue di Cristo presenti in parrocchia da circa nove anni (prima gestivano la parrocchia di Santa Maria del Carmine meglio conosciuta con il titolo di Sant'Anna e ora diventata Rettoria dopo l'Unità Pastorale del Centro storico).
Sono giunti a Benevento don Valerio, don Francesco, suor Nunzia, suor Liana e sette giovani (Chiara, Simone, Beatrice, Daniele, Pietro, Martina, Ludovica) da varie regioni d'Italia, come annunciatori di vera "Speranza" per i tanti giovani disorientati a cui si è cercato di restituire il senso della vita.
Non a caso durante la Missione si è pregato soprattutto per loro.
Evidente nel mio cuore il contraccolpo nel vedere giovani preti, suore e animatori, innamorati di Gesù che, portando sul petto la croce visibile di Cristo, si fermavano a parlare per il corso Garibaldi con persone disposte ad essere incontrate.
Che coraggio! In un tempo in cui la fede è considerata anacronistica nella vita.
Prima della Missione, già Davide, forte della sua appartenenza, ci ha reso partecipi della vita di San Gaspare, fondatore del suo Ordine Religioso del Preziosissimo Sangue di Cristo, iniziando, così, a rinnovare il senso della Speranza che scalda il cuore di chi è freddo.
Infatti, il tema della Missione è stato: "Chi è freddo, non scalda". Ma cos'è la Speranza?
Non è semplice realizzazione di un desiderio, ma è vivere nella certezza che Gesù, Dio reso compagno all'uomo, è Risorto: la morte, il dolore, dunque, non sono le ultime parole della nostra vita.
Anche San Gaspare, venuto spesso a Benevento (la Croce sotto il Monumento di Papa Orsini, nella piazza omonima, è stata piantata proprio da san Gaspare del Bufalo), ha molto sofferto per circostanze dolorose ma grazie all'incontro con il suo padre spirituale, Francesco Albertini, darà vita a quelle prime regole che caratterizzeranno l'Ordine del "Preziosissimo Sangue di Cristo".
A soli 28 anni, Pio VII si accorge del suo zelo e affida alla sua congregazione il compito di rievangelizzare e restaurare la fede nei territori dello Stato Pontificio.
In pratica, gli chiede di andare lì dove nessuno vuole andare e di confrontarsi con persone con cui nessuno vuole avere a che fare.
Da ciò San Gaspare comprenderà che la sua vocazione è quella di annunciare il Sangue di Cristo. 
E' questa la devozione che sente più vicina e ne diventa l'apostolo più ardente. Sarà poi seguito dal beato don Giovanni Merlini.
Solo il sangue versato da Cristo per la redenzione degli uomini, infatti, è strumento per la conversione dei peccatori. 
Con la sua venuta a Benevento nel novembre 1815 e giugno 1820 riuscirà a risvegliare la fede e a far rinascere il cuore assopito e indifferente dei cittadini, un po' come oggi tra i nostri giovani di Benevento.
L'animazione missionaria si è realizzata anche con l'evangelizzazione musicale di don Francesco, ottimo strumento per avvicinare i tanti giovani, sia nelle scuole che tra le strade cittadine, ricordando proprio il senso della Missione: Porre al centro della propria esistenza quel Gesù che mette ordine nel nostro caos nel quale cadiamo anche inconsapevolmente.
Spesso durante le celebrazioni eucaristiche don Valerio ha puntualizzato che proprio noi cristiani viviamo di aspettative che il più delle volte ci deludono in quanto non concretizzate secondo il nostro pensiero.
Ecco, perciò, l'invito ad essere felici chiedendo a Gesù di realizzare non le nostre ma le Sue aspettative. E' vero! Non tutto ciò che si desidera è bene per noi.
Ci viene ricordato che la fede non elimina i nostri problemi ma ci aiuta a stare dentro la realtà in modo nuovo, condividendo la strada di chi soffre e anche quella dell’innocente può non essere priva di significato.
La riflessione più significativa è non credere affatto che il Signore ci manda le croci, ma è Lui stesso che le prende su di Sé.
Necessita riconoscere, dunque, che il male presente è vinto dall’abbraccio della misericordia di Dio. Don Valerio, infine, ha ribadito che senza la presenza di Gesù nella nostra vita, non vi è alcuna missione, non vi è nessun andare verso l'altro.
C'è qualcosa, in questi incontri che il Signore ci pone davanti, qualcosa di misterioso che colpisce e commuove. Dio ci raggiunge attraverso volti e in questi sguardi vi è qualcosa di più di ciò che accade: "apertura all'infinito, già qui e ora!"

comunicato n.174412




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