Nella non facile identificazione dei tanti reperti archeologici presenti nel Centro Storico c'e' la Sfinge che procede verso piazza Piano di Corte
Il bassorilievo murato lungo via Bartolomeo Camerario appartiene a una Sfinge e non a un leone. L'equivoco e' stato determinato dal fatto che la parte maggiore sopravvissuta, e oggi visibile, e' proprio quella felina. Quella piazza con ogni probabilita' era l'area interna del tempio di Iside, edificio costruito da Domiziano a Benevento nell'anno 88 d.C.
di Francesco Morante
La Sfinge è un essere mitologico che ha una presenza molto estesa e articolata nel mondo antico.
Benché, a causa dell'esemplare monumentale di Giza, sia spesso associata all'Egitto, la Sfinge ha molte varianti che ritroviamo dalla Mesopotamia alla Grecia prima di giungere al mondo romano.
Essere ibrido, si compone di un corpo di leone, le ali di un uccello mentre il torso e la testa in genere sono di donna.
Di sfingi sono sopravvissute talmente tante, che la sua iconografia, pur nelle numerose varianti, ci è sufficientemente nota al punto da poter affermare che il bassorilievo murato lungo via Bartolomeo Camerario (nelle due foto in basso), poco prima di giungere a piazza Piano di Corte, appartiene a una Sfinge e non a un leone.
L'equivoco è stato determinato dal fatto che la parte maggiore sopravvissuta, e oggi visibile, è proprio quella felina.
Tuttavia, osservando attentamente, è visibile l'accenno di un'ala. Importante è anche osservare la posizione delle zampe. Quelle posteriori, entrambe visibili, sono accosciate.
Delle anteriori si vede bene solo la destra, mentre la sinistra si vede appena, poiché si alza per dirigersi verso l'alto, finendo così fuori dal frammento che ci è giunto.
Questi due particolari ci consentono di non aver dubbi sul significato iconografico di questo bassorilievo: Ciò che sopravvive è la parte inferiore di una Sfinge.
Per poter giungere ad una ideale ricostruzione grafica del pezzo (nella foto di apertura) nella sua interezza mi sono servito di un bassorilievo presente su un sarcofago, di età ellenistica, conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Atene.
Pur nella diversità di dimensioni, l’impianto iconografico è sufficientemente simile per ottenere una suggestiva integrazione.
La Sfinge di Benevento riacquista così una sua immagine più compiuta.
Dubbia rimane l'ipotesi di cosa ci fosse dinanzi alla Sfinge. Come nell'esemplare di Atene, potrebbe esserci Edipo, ma potrebbe anche esserci altro.
La zampa della Sfinge, invece di dirigersi verso il mitico eroe, potrebbe poggiare su un elemento architettonico o anche su una ruota, come vediamo, ad esempio, in un bassorilievo ritrovato nella chiesa di San Crisogono a Trastevere.
In ogni caso, riconosciuta la Sfinge, la questione più intrigante rimane la sua posizione.
Siamo a pochi metri dal convento di Sant'Agostino, dove nel 1903 fu ritrovato il deposito archeologico delle statue provenienti dal tempio di Iside.
Che questa Sfinge facesse parte di un edificio monumentale è giustificato dalla sua notevole dimensione.
Si trattava dell’Iseo?
Se effettivamente questo bassorilievo decorava il recinto del tempio di Iside, appare ancora più plausibile l'ipotesi già emersa nell’analisi topografica della zona.
Piazza Piano di Corte era l'area interna del tempio di Iside, edificio costruito da Domiziano a Benevento nell'anno 88 d.C.
Di certo questo bassorilievo, ignorato e quasi abbandonato a se stesso, pone l'urgente questione della salvaguardia, ma anche della valorizzazione, di questo straordinario corpus di sculture a cielo.
comunicato n.174407
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