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Benevento, 14-11-2025 17:48 ____
Il rischio del Vesuvio e quello bradisistico dei Campi Flegrei rende non piu' rinviabile l'alleggerimento del peso demografico dell'area metropolitana
Occorre decongestionare quella vasta zona ma non con un programma di deportazione di cittadini campani verso altre regioni, bensi' puntando sul riequilibrio socio-economico e territoriale tra fascia costiera e dorsale appenninica. In buona parte dei Comuni sanniti, irpini, alto casertani e alto cilentani, ci sono abitazioni che possono accogliere gli sfollati, come in parte si fece durante la seconda guerra mondiale
di Roberto Costanzo
  

Ormai è più che evidente che, in molti casi, i problemi e le crisi delle Aree Interne possono trovare una comune soluzione con i non meno gravi problemi e crisi dell'Area Metropolitana di Napoli.
Sebbene i responsabili istituzionali fingano di non accorgersene, questo dato ritorna frequentemente alla nostra attenzione, basti leggere due documentati articoli apparsi nei giorni scorsi a firma del presidente Svimez, Adriano Giannola, ed a firma di Roberto Russo.
Giannola parla del surplus di abitazioni vuote nelle aree interne, un numero più che sufficiente per ospitare i residenti dei paesi vesuviani in caso di emergenza legata al rischio vulcanico, al fine di restare in Campania e non essere deportati fuori regione, come prevede il Piano della Protezione Civile.
L'articolo di Russo invece parla della crisi determinata dal bradisismo nei Campi Flegrei, a Nord di Napoli, a fronte della quale già negli anni scorsi la Commissione Grandi Rischi aveva previsto lo sfollamento di alcune centinaia di migliaia di cittadini verso i comuni appenninici soprattutto di altre regioni.
E' il caso di ricordare che il sovraffollamento dell'Area Metropolitana di Napoli (oltre 2500 abitanti per kmq) così come lo spopolamento dei Comuni delle Aree Interne (meno di cento abitanti per kmq) sono l'espressione della grave crisi demografica della Campania, caso unico in Italia; tra l'altro è un caso che viene denunciato dal rischio vulcanico del Vesuvio e dal rischio bradisistico dei Campi Flegrei, che rende assolutamente non più rinviabile l'alleggerimento del peso demografico dell'Area Metropolitana.
Se ne parla da vari anni ma per la prima volta una firma autorevole e responsabile, come quella di Giannola, ci riporta alla realtà.
Decongestionare l'Area Metropolitana ma non con un programma di deportazione di cittadini campani verso altre regioni, bensì puntando sul riequilibrio socio-economico e territoriale tra fascia costiera e dorsale appenninica.
La logica politica ce lo suggerisce, i rischi vulcanici e bradisismici ce lo impongono.
Difatti, ce lo rileva anche la Svimez, oltre che la Fondazione Convivenza Vesuvio, in buona parte dei Comuni sanniti, Irpini, Alto Casertani e Alto Cilentani, ci sono abitazioni che possono accogliere gli sfollati (foto), come in parte si fece durante la seconda guerra mondiale.
Oggi non si tratterebbe di sfollati di emergenza ma di persone e famiglie alla ricerca di una residenza più sicura e più stabile. Questo si verificherà se le aree interne verranno dotate di servizi civili, infrastrutture di comunicazione e strutture produttive, indispensabili per una corretta e stabile  convivenza.
D'altronde tutto questo tipo di riequilibrio demografico tra i due estremi territori della regione dovrebbe essere agevolato anche e soprattutto dalla disponibilità da parte delle aree appenniniche di tante risorse energetiche ed idrogeologiche: forse ci sfugge che tutta l'acqua che la Campania utilizza per la vita civile e le attività produttive nasce nei monti dell'Appennino e viene dirottata gratuitamente a valle; anche per questo nei Comuni appenninici la bolletta dell'acqua dovrebbe costare meno di un terzo di quello che si paga oggi.
Così pure per quanto riguarda l'elettricità; forse pochi sanno che il Sannio è la prima provincia d'Italia in quanto a produzione di energia eolica rinnovabile, eppure la bolletta elettrica che si paga nei Comuni del Fortore è della stessa tariffa applicata nei Comuni vesuviani e puteolani.
Se ci fosse Enrico Mattei a dirigere l'attuale politica energetica farebbe come fece nel Medioriente settant'anni fa e pertanto la bolletta della luce nei nostri Comuni avrebbe una tariffa pari alla metà di quella di oggi.
I cittadini vesuviani e puteolani potrebbero trovare nei comuni appenninici una situazione energetica, idrogeologica, civile ed economica particolarmente accogliente, semprechè il trasferimento avvenisse contestualmente all’avvio di un vero piano di riequilibrio territoriale tra le due parti della regione.
Quando i candidati alle elezioni regionali parlano con convinzione delle aree interne, purtroppo non sembra che dedichino sempre la dovuta attenzione alla crisi territoriale dell'Area Metropolitana e ad una prospettiva di riequilibrio di insediamenti abitativi tra i territori vesuviani e flegrei e quelli della dorsale appenninica; e stranamente non parlano della fondamentale risorsa energetica rinnovabile che si ricava nei monti delle aree interne.
Ci vorrebbe un Enrico Mattei per far capire che da queste parti disponiamo di una ricchezza energetica che non sappiamo valorizzare, forse ce ne vergognamo quasi fossimo degli inquinatori con pale eoliche e non produttori di energia pulita e disinquinante; evidentemente non è facile convincerci che Area Metropolitana e Aree Interne sebbene soffrano crisi diverse, tuttavia possono trovare una comune soluzione.

comunicato n.174324




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