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Benevento, 13-11-2025 17:45 ____
"Infrastrutture e rigenerazione urbana delle citta' e dei territori" sono oggi le priorita', temi non separabili e non disaccoppiabili
Si apre un nuovo scenario. Si affaccia la visione di un progetto strategico di prospettiva di nuova generazione, capace di supportare l'impianto generale della nuova rigenerazione urbana, commenta Vincenzo Carbone all'esito recente convegno di Roma, "Citta' nel futuro 2030-2050"
Redazione
  

Un nuovo contributo sul tema dell'urbansistica ci giunge da Vincenzo Carbone (foto), architetto.
"Gentile direttore - scrive - il recente convegno di Roma, "Città nel futuro 2030-2050" promosso tra l'altro dall'Ance, ha posto al centro del dibattito, il tema del patrimonio immobiliare del Sud, dismesso o sottoutilizzato, e il tema della rigenerazione.
Il tema della rigenerazione è la risposta più concreta delle città e dei territori strutturati alle sfide (o per meglio dire challenge) che attendono gli ecosistemi.
Tra le sfide del futuro dei nostri ecosistemi, senza dubbio possiamo segnalare il riequilibrio territoriale fra aree diverse, l'attrattività, la sostenibilità ambientale e l'economia circolare.
Quindi, il convegno di Roma, ponendo la rigenerazione tra le proposte capaci di trasformare gli ecosistemi e quindi le città, i territori ed i paesaggi, ha individuato una precisa e ardita sfida del futuro, soprattutto per il Mezzogiorno.
Una sfida non semplice da attuare e non semplice da sostenere con continuità e la copertura finanziaria necessaria, e da qui nasce, quindi, la necessità della partnership con gli investitori privati.
La proposta della rigenerazione per il Mezzogiorno, si chiama Sirec, dove l'acronimo sta per Southern Italy Regeneration Challenge.
E' supportata da Cassa Depositi e Prestiti, ma anche Ance e dal Politecnico di Milano (e dalla creatività degli studenti delle Università).
E' potenzialmente un progetto coinvolgente e innovativo, ma anche scintilla di una sana competizione fra territori.
Perché, partendo dalle criticità urbane delle aree dismesse e del patrimonio immobiliare sottoutilizzato, tende a costruire un modello di partnership pubblico privato capace di attrarre capitali, avvalendosi dei principi dell'economia etica e della nuova urbanistica che abbandona la rigidità regolativa, pur nel rispetto dei sani principi di salvaguardia e tutela.
La novità risiede nell'allargare i benefici degli investimenti anche a comunità deboli delle aree interne, utilizzando, per questa valorizzazione, le leve del rinnovamento urbano, della città pubblica (per aumentare la qualità di vita dei residenti e attrarre popolazione), l'affordable housing (alloggi a prezzi accessibili) e la leva delle infrastrutture, stradali, ferroviarie ed ecologiche.
Ciò concorre a realizzare il riequilibrio.
Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, a Benevento, nel suo recente intervento pubblico ha posto la priorità dell'equilibrio territoriale regionale nell'ambito della questione delle aree interne, approfondendo il grande tema delle infrastrutture (soprattutto ferroviarie), della sicurezza e della riduzione dei tempi di percorrenza nei collegamenti; ciò per aumentare la sostenibilità e ridurre la circolazione delle auto e delle emissioni.
Possiamo, quindi, affermare che "infrastrutture e rigenerazione urbana delle città e dei territori" sono oggi le priorità, temi non separabili e non disaccoppiabili.
Sono tra loro complementari, necessari reciprocamente a realizzare l'obiettivo generale dello sviluppo sostenibile e dell'equilibrio delle aree a diversa densità di popolazione.
Pertanto, il modello sperimentale di rigenerazione Sirec, assume rilievo proprio perché ha la necessaria visione integrata degli interventi (non solo legata all'edilizia).
Il motore dell'integrazione è la valorizzazione della socialità, la cultura locale e il paesaggio.
Ciò, sia accoppia all'economia circolare e alla sostenibilità ambientale, avendo come obiettivo di trasformare la sottoutilizzazione dei beni e aree in attrattività.
In questo modo, gli spazi di condivisione e le nuove polarità tecnologiche, sono il presupposto per moderne attività che si avvantaggiano del positivo strumento del lavoro a distanza che rompe l'isolamento, costruendo policentrismo tra città e comuni, tema sempre più d'attualità.
Si apre un nuovo scenario.
Si affaccia la visione di un progetto strategico di prospettiva di nuova generazione, capace di supportare l'impianto generale della nuova rigenerazione urbana.
Si percepisce il pregio, soprattutto da parte delle Università, di voler far tesoro delle esperienze italiane ed europee fin qui fatte sulla rigenerazione; esperienze rappresentate nelle rassegne nazionali, come quelle dell'Inu, e internazionali, dove è importante il confronto sugli esiti delle realizzazioni, sulle difficoltà riscontrate e sugli obiettivi raggiunti nella riqualificazione delle rispettive città.
Esperienze che le Università evidenziano come "best pratices", rappresentando agli studenti l'incanto delle trasformazioni degli interventi più paradigmatici e completi, a cominciare da quelli di Siviglia, con la proposta delle linee poetiche che hanno proiettato la città nello scenario internazionale, o di Valencia con il lungo parco del fiume Tura.
La nuova proposta è, dunque, un’idea vincente.
Un'idea che pone al centro la creatività, orienta la sfida verso la concretezza e rappresenta un punto di partenza per la legge sulla rigenerazione (o del piano casa).
Oltre a ciò, è positivo pensare come l'esperienza, soprattutto europea, stia determinando anche per l'Italia un avanzamento nell'urbanistica.
In Francia, infatti, è stato introdotto il "permesso di costruire d'innovare" che incoraggia la sperimentazione dei privati, nel rispetto del quadro delle regole locali e degli "obiettivi di qualità" fissati dai piani locali nelle differenti aree.
E' una novità da approfondire anche per la realtà italiana, magari da proporre nel nuovo testo dell'edilizia (Dpr 380/2001), perché unisce legge nazionale, norma urbanistica locale, incentivi e premialità, anche fiscali.
Ci sono i presupposti, quindi, per evidenziare che questo progetto sperimentale sia l'avamposto del futuro.
Un avamposto che attiva talenti e creatività; un po' come per le giovani aziende startup, dove magari soluzioni a cui anni prima non si era mai pensato o erano state scartate, trasformano luoghi dismessi in leve di sviluppo.
Come sostiene l'Anci, i progetti innovativi e i processi di "pianificazione strategica" sono le grandi occasioni per attivare nuovi immaginari spaziali dei territori.
Questi progetti innovativi, superando i confini amministrativi, consentono di ragionare sulle nuove scale che attraversano città e centri e spesso alimentano analisi che ispirano progettualità su temi che altrimenti rimarrebbero invisibili (come nelle città di Italo Calvino).
C'è una nuova energia positiva, energia orientata alla cooperazione e alla creatività, dove il contributo delle Associazioni, degli Enti locali, delle Università e Banche pubbliche è fondamentale per promuovere saldamente il cambio di paradigma dello sviluppo in direzione dell'etica e della coesione.
Nel passare dall’analisi alla concretezza sarà necessario usare una nuova "scala" per misurare l'efficacia dell'urbanistica, soprattutto quella strategica.
Secondo me la nuova "scala" è quella territoriale di "area vasta", che va oltre i confini amministrativi dei rispettivi campanili, anzi li unisce con consapevolezza in una formidabile agenda competitiva (come è necessario) orientata al futuro".

comunicato n.174305




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