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Benevento, 08-11-2025 11:26 ____
Se tornando a casa trovate vostra moglie che chiacchiera al telefono ignorando il fatto che il sugo stia bruciando sul fornello
O vostra figlia che vi passa davanti guardando TikTok senza nemmeno un ciao sussurrato, allora sappiate che forse e' gia' troppo tardi. Lo smartphone, questo geniale aggeggio chiamato "intelligente", pare abbia l'obiettivo segreto di fregarci proprio l'intelligenza. Una specie di vampiro digitale che ci risucchia attenzione, pazienza, e a volte anche la capacita' di conversare con un essere umano non virtuale, commenta Luca De Lipsis parlando dei mali del cellulare
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Luca De Lipsis che continua la sua rubrica raccontando, con il tratto dello scrittore oltre che di quello da medico, i principali accidenti di salute che sono per noi tutti in agguato, ha ricevuto all'indirizzo di posta elettronica che cita ad ogni puntata, alcune lettere.
Ne pubblichiamo una omettendo ovviamente il nome del mittente trattandosi di discorso su malattie della scrivente.
"Al dottor De Lipsis da una probabile candidata all'obesità!
Grazie sia per i consigli intelligenti che per l'uso perfetto della lingua italiana, troppo spesso bistrattata, di questi tempi…
E' una carezza sulle mie ferite di professoressa di lettere classiche, ora in pensione, ma ostinatamente affetta da Spg, il bisogno compulsivo di correggere gli errori, dunque destinata a soffrire per tutte le sgrammaticature, le sviste, lessicali e sintattiche, che calpestano e offendono quotidianamente il mio amore per la nostra meravigliosa lingua.
Fin da piccola ero abituata alle implacabili correzioni di mia madre, che mi raggiungeva da una stanza all'altra di casa, se mi sentiva sbagliare accenti o vocaboli mentre ripetevo le mie lezioni.
Tornando alla mia candidatura all'obesità, sono in parte giustificata dalla tiroidectomia egregiamente eseguita tanti anni fa a Pisa, dove ritorno ogni anno per controllo.
Grazie ancora, con l'esortazione a... non mollare. Avanti così !"
La risposta di De Lipsis.
"Cara prof, grazie per le belle parole. Volevo precisare che non tutti i tiroidectomizzati sono candidati all'obesità se curano il loro assetto ormonale con la terapia sostitutiva e controllano periodicamente di valori di Tsh Ft3 e Ft4 come penso stia facendo.
In più sane passeggiate magari al ritmo dei versi di Leopardi che, se avesse fatto un po' di ginnastica, forse avrebbe scritto "Il passo infinito"! Ad maiora!"

                                                                               I MALI DEL CELLULARE

Amici lettori, se tornando a casa trovate vostra moglie che chiacchiera al telefono ignorando il fatto che il sugo stia bruciando sul fornello, o vostra figlia che vi passa davanti guardando TikTok senza nemmeno un ciao sussurrato, allora sappiate che forse è già troppo tardi.
Lo smartphone, questo geniale aggeggio chiamato "intelligente", pare abbia l'obiettivo segreto di fregarci proprio l'intelligenza.
Una specie di vampiro digitale che ci risucchia attenzione, pazienza, e a volte anche la capacità di conversare con un essere umano non virtuale.
Durante la cena, i bambini non parlano più, fissano lo schermo con l'aria di chi sta salvando il mondo, ma in realtà stanno solo guardando le storie Instagram del loro compagno di banco che mangia le patatine.
In classe la situazione è ancor più triste: Gli studenti fingono di ascoltare la lezione mentre scorrono senza emozioni le mode di TikTok, le challenge assurde e le offerte di abbigliamento dal dubbio gusto.
Ai nostri tempi, durante le lezioni di greco del professor D'Agostino, c’era almeno la distrazione poetica del compagno o della compagna di banco.
Hanno appena deciso di vietare i cellulari nei licei, e qualcuno dice che sia troppo tardi.
Ma mai dire mai.
Magari un giorno torneranno anche le care vecchie cabine telefoniche Sip, un oggetto romantico, fatto di plastica e metallo, che al massimo ti lasciava senza gettoni, non senza cervello.
Per chi ancora crede nella salvezza, esistono semplici gesti per non diventare schiavi del touch.
Per esempio, darsi dei limiti di tempo senza bisogno di app che ti dicono che sei dipendente.
Basta il buon senso, o al massimo una madre armata di sandalo.
La sera, invece di abbracciare lo schermo fino all'una di notte, potremmo riscoprire i libri (magari i miei), le chiacchiere o anche il sonno, che non è affatto sopravvalutato.
Potreste scoprire che esiste ancora il cielo.
Le relazioni umane, quelle vere, non hanno bisogno di like, ma di sguardi e parole, e quando siete con qualcuno, fatevi un favore: Spegnete il telefono e riaccendete la conversazione.
Evitate lo scroll compulsivo come fosse una brutta abitudine da disintossicazione. E soprattutto, non usate lo smartphone mentre guidate o attraversate la strada, a meno che non abbiate sviluppato il sesto senso di Spider-Man.
Quindi mamme, papà, nonne, zii e anche voi prof: fate in modo che i ragazzi crescano non come psicopatici digitali, ma come esseri umani capaci di amare la vita vera, fatta di voci, volti e magari anche di un po’ di noia, quella buona che stimola l’immaginazione.
Il cellulare va usato con intelligenza, possibilmente la nostra, non quella artificiale.

PS: Per domande osservazioni censure o altro potete scrivere all'indirizzo (osservatorio@comunebn.it).

comunicato n.174203




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