La morte e' come l'alba di una nuova vita. Possa la nostra Fede non dubitarne mai! Ha esordito cosi' mons. Felice Accrocca alla Messa per i defunti
Noi il Cristo lo dobbiamo riconoscere nei poveri. Se questo lo faremo, lui riconoscera' noi nel giorno in cui gli saremo davanti. Per farsi vedere egli non deve apparire sui muri. Quello e' frutto solo di un nostro squilibrio psichico perche' vogliamo vederlo dove non c'e' e non dove ci ha detto che ci sara'. Il Signore ci aiuti a capirlo perche' in questa vita ci giochiamo quell'altra, quella dell'eternita'
Nostro servizio
La morte è come l'alba di una nuova vita. Possa la nostra Fede non dubitarne mai!
Ha esordito così l'arcivescovo Felice Accrocca nel presiedere la celebrazione della Santa Messa sul sagrato della chiesa Madre del Cimitero nel giorno della commemorazione dei defunti.
Il Vangelo di oggi, ha poi proseguito all'Omelia, è stato molto esplicito che potrei essere finanche dispensato dal commentarlo.
Noi il Cristo lo dobbiamo riconoscere nei poveri.
Se questo lo faremo, lui riconoscerà noi nel giorno in cui gli saremo davanti.
Per farsi vedere egli non deve apparire sui muri. Quello è frutto solo di un nostro squilibrio psichico perché vogliamo vederlo dove non c'è e non dove ci ha detto che ci sarà.
E' più comodo cercare la sua immagine sui muri che tra i poveri.
Il Signore ci aiuti a capirlo perché in questa vita ci giochiamo quell'altra, quella dell'eternità.
La morte non è la fine ma un passaggio ricordano i 4 Novissimi che indicano le quattro ultime cose a cui l'uomo va incontro al termine della vita: Morte, giudizio, inferno e paradiso.
Qui, in questa vita, abbiamo ancora la possibilità di correggere le nostre scelte sapendo però che poi la morte le renderà definitive.
Ci aiuti il Signore a vivere di Fede, ha proseguito il vescovo e di fare la carità anche in suffragio dei nostri cari che non ci sono più e che possiamo così aiutare nel loro percorso fino a giungere al paradiso.
Tre sono le cose che ci aiutano per l'esodo finale: Una grande carità, una grande capacità di perdono ed una grande umiltà.
Ciò ci aiuterà, ha concluso l'arcvivescovo Accrocca, nell'esame finale.
A questo punto c'è stata la lettura, da parte di Gabriella Florio, maresciallo dei Carabinieri, della Preghiera per la Pace.
La parola è quindi passata al sindaco Clemente Mastella il quale ha ricordato di una passione che non ci lascia mai per i nostri cari.
Resta poi il dubbio: Ci sarà un dopo? Ci sarà un prosieguo?
Ci aspetta qualcosa dopo la nostra morte o ci sarà il nulla? Ci attenderà qualcuno, come io invece spero?
Non certamente riavremo i nostri corpi, i cadaveri non torneranno a vivere ma ci sarà una corposità diversa.
Noi pensiamo alla morte in maniera distratta perché siamo tendenzialmente portati a rimuoverla assieme ai suoi fotogrammi dinanzi ai nostri occhi.
Eppure essa esiste ed esisterà.
Anche in città oggi è probabile che qualcuno sia morto.
Siate pronti, ci dice l'evangelista Luca.
La morte è presentre quasi fosse per noi una condanna che ci portiamo addosso.
A me, alla mia età, c'è una accelerazione improvvisa che mi preoccupa ma è la vecchiaia e non possiamo farci nulla.
Anche il fiume ha paura a disperdersi nel mare, ha proseguito Mastella, vorrebbe tornare indietro ma non può farlo, deve solo andare avanti e più avanza e più sarà preoccupato fino a quando si convincerà che non potrà mutare quel corso.
Ed allora, ha concluso il sindaco Mastella, dobbiamo vivere in dialogo con gli altri per raggiungere l'eternità in maniera diversa.
A questo punto ha ripreso la parola l'arcivescovo Accrocca per benedire simbolicamente tutte le tombe.
Esse sono utili perché sono il luogo dell'incontro.
Anche Foscolo, ne "I sepolcri", ne ricordava l'utilità pedagogica.
Ultimata la Santa Messa, i cui momenti più significativi sono stati scanditi dal suono della tromba di Valerio Romano (nell'ottava foto in basso), allievo del Conservatorio "Nicola Sala" accompagnato dal maestro Vincenzo D’Arcangelo (nella settima foto in basso è a destra) e dal coro di suore (nella quinta foto in basso).
Da sottolineare che è stata quella di oggi anche la prima uscita ufficiale pubblica per il colonnello Marco Keten (nella seconda foto in basso) quale comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri.
Il corteo si è quindi spostato al Sacrario dei Caduti dove è stata depositata una corona d'alloro alla loro memoria.
comunicato n.174093
Società Editoriale "Maloeis" - Gazzetta di Benevento - via Erik Mutarelli, 28 - 82100 Benevento - tel. e fax 0824 40100
email info@gazzettabenevento.it -
partita Iva 01051510624
Pagine visitate 713238390 / Informativa Privacy