Davide Miranda, destinato al laboratorio analisi, si mostrava sempre disponibile nei riguardi di qualsiasi interlocutore avesse bisogno di lui
Suo collega inseparabile era Pietro Rinaldi. Rivedo i due, come se fosse oggi, sempre insieme, nelle austere stanze del "Rummo". Ci credevano e basta, senza mai fini personali. Non di certo, come si verifica oggi, in cui si assiste a tutto e di piu', riporta Peppino De Lorenzo
Nostro servizio
E' di un altro sanitario del "Rummo" che, questa domenica, Peppino De Lorenzo rinverdisce il ricordo.
"Solo qualche settimana fa, anche un altro storico medico del "Rummo", all'età di 81 anni, ha lasciato la scena del mondo dopo avere dedicato, come tanti di noi, l'intera esistenza al nosocomio cittadino.
Si tratta di Davide Miranda (nella foto di apertura).
Non mi stanco mai di ripetere, fors'anche fino alla noia, che, negli anni addietro, l'Ospedale non aveva l'estensione odierna, i medici erano in numero ridotto, alcuni reparti non ancora stati creati ed era privo di alcune attrezzature all'avanguardia.
Eppure si andava avanti e tra noi persisteva un forte legame.
Davide Miranda era destinato al laboratorio analisi e, in ogni circostanza, si mostrava sempre disponibile nei riguardi di qualsiasi interlocutore che avesse avuto bisogno di lui(nella prima in basso, un'altra sua foto).
In quel tempo, Davide dedicò molto del suo tempo all'attività sindacale portando avanti, malgrado i tempi diversi da quelli attuali, importanti rivendicazioni sanitarie.
Suo collega inseparabile era Pietro Rinaldi (nella seconda foto in basso).
Rivedo, come se fosse oggi, i due, sempre insieme, nelle austere stanze del "Rummo".
In questo momento, è doveroso e giusto precisare che l'attività sindacale da loro praticata era pura, genuina, disinteressata.
Davide e Pietro ci credevano e basta, senza mai fini personali.
Non di certo, come si verifica oggi, in cui si assiste a tutto e di più.
Un modello, quello, che, malgrado il tempo trascorso, sarebbe, doverosamente, da imitare e prendere ad esempio, qualora si voglia uscire dalla palude in cui siamo precipitati.
Quando, poi, inaspettatamente, nel 1993, feci il mio ingresso in politica, negli ultimi anni, vi fu tra noi tre una serena e disinteressata collaborazione.
Il destino, poi, fu crudele in quanto Pietro Rinaldi, d'improvviso, una mattina, mentre si apprestava ad iniziare un'altra giornata di lavoro, si spense senza avere accusato alcun segno premonitore nei giorni precedenti.
Aveva 48 anni e fu carpito dalla morte in agguato nel 1997.
Per Davide, la scomparsa di Pietro costituì un dolore che, di sicuro, lo ha accompagnato per tutta la vita.
Quando, dopo il doloroso evento, ci incontravamo, già vederlo solo costituiva una triste realtà e, da allora, anche i nostri discorsi non erano più intrisi, come in precedenza, di battute e del racconto di episodi suggestivi che, quotidianamente, si verificavano in Ospedale.
Davide, in definitiva, smarrì l'entusiasmo pure se proseguì il suo lavoro con la professionalità e la dedizione di sempre.
Addio, Davide carissimo, ti ricorderò con affetto e vorrei rivederti, ancora una volta, pure se per un solo attimo, accanto a Pietro anche se il mondo d'oggi non è, di certo, quello in cui siamo vissuti noi".
comunicato n.173671
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