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Benevento, 11-10-2025 20:34 ____
In un tempo lontano come anche oggi c'era e c'e' ancora tanta gente che si diverte a far piangere l'umanita'!
Spetta adesso agli organi inquirenti della nostra citta' non solo di scoperchiare "il pentolone", di cui parla Peppino De Lorenzo nel suo intervento, ma anche di svuotarlo completamente. Nonostante il suo comprensibile scetticismo, io credo che esista ancora un giudice a Berlino!, commenta Francesco Agozzino
Redazione
  

Francesco Agozzino (foto) interviene in merito all'articolo di Peppino De Lorenzo che abbiamo pubblicato in altra parte del giornale ed in cui ha rivolto l'attenzione all'indagine in corso da parte della Procura della Repubblica di Benevento in tema di riconoscimento delle invalidità civili.
"Caro direttore - ci scrive - ho letto, con molto interesse, il forte intervento di De Lorenzo pubblicato su "Gazzetta" ed ho avuto modo di riflettere sul suo contenuto.
Quindi, spero che vorrà consentirmi di replicare ad alcune argomentazioni contenute nell'intervento di cui sopra, rivolgendomi, se permette, direttamente a De Lorenzo.
Egregio dottor De Lorenzo, ho letto con estremo interesse il suo intervento su "Gazzetta di Benevento" dello scorso 9 ottobre, e vorrei esternarle alcune mie riflessioni in merito ad esso.
Prima di tutto, vorrei congratularmi con lei per aver posto all’attenzione dei lettori, con veemenza, l’argomento invalidità civili e problemi ad esse collegate.
Il mio ringraziamento è rivolto anche al valoroso Corpo della nostra Guardia di Finanza, che indefessamente opera ogni giorno per la difesa dell’integrità finanziaria del nostro Paese.
Il tema sugli abusi relativi alle invalidità civili è da tempo risaputo, ma non è stato mai convenientemente affrontato per risolverlo alla radice.
Tutto ciò a nocumento di persone che ne avrebbero pienamente diritto, per gravi malattie pregresse.
A tal proposito, mi viene alla mente la famosa orazione "Per l'invalido" di Lisia, un logografo ed oratore ateniese del IV secolo a.C., scritta con fini e valide argomentazioni per difendere un cittadino, invalido e derelitto, dalla arroganza e protervia di un soggetto che aveva chiesto al Consiglio (Boulé in lingua greca) di revocare al poveretto un sussidio di cui prima godeva, considerate le sue misere condizioni fisiche e sociali.
Purtroppo, in quel tempo lontano come anche oggi c’era e c’è ancora tanta gente che si diverte a far piangere l’umanità!
Spetta adesso agli organi inquirenti della nostra città non solo di scoperchiare "il pentolone", di cui lei parla nel suo intervento ma anche di svuotarlo completamente, magari seguendo le linee guida che lei umilmente ha suggerito!
Nonostante il suo comprensibile scetticismo, io credo che esiste ancora un giudice a Berlino!
Per quanto riguarda la sua incredibile vicenda giudiziaria, della quale ha fatto cenno, dirò anche su quella.
La autentica persecuzione di cui lei è stato vittima, per lunghi anni, è stata fortunatamente annullata e ribaltata dalla Procura di Napoli, che ha così ristabilito in pieno la verità dei fatti. Non sono un esperto in materia legale, questo è compito dei giuristi.
Ma la vita mi ha insegnato a riconoscere, quasi per istinto, cosa è giusto od ingiusto. E credo quello che è accaduto a lei è profondamente ingiusto!
Tutto ciò dovrebbe essere per lei motivo di grande conforto e soddisfazione.
Ma c'è di più. Lei riceve giornalmente il plauso sincero e la considerazione dei suoi pazienti, alla cui cura ha dedicato e continua a dedicare gran parte della sua vita umana e professionale.
Tutto questo allo scopo di contribuire a dare sollievo alla sofferenza umana con dedizione ed altruismo, oltre che in maniera onesta e non mercenaria.
Non vi è alcun dubbio che questo le è stato riconosciuto coram populo anche in occasione della presentazione dei suoi primi due volumi sulla "Gente di Benevento".
Io ero presente e non sono riuscito a sedermi dato il gran numero di persone intervenute.
Ma non solo la gente, la brava gente della nostra città le ha tributato pieno riconoscimento per la sua attività di medico e giornalista, è infatti in quella occasione intervenuto anche l’arcivescovo di Benevento, con la sua disarmante semplicità e spontaneità. Mancava invece, in quella preziosa occasione, gran parte della politica..
Perciò, caro dottore, mi permetta di suggerirle, da umile cittadino, di non lasciarsi sopraffare dal pessimismo, ed andare avanti con l’ottimismo della volontà, sentimento che dovrebbe esserle più consono.
Se la "sera della vita", come la chiama lei, fosse così bella e densa di soddisfazioni morali e di calore umano come è la sua, allora vuol dire che è una sera di luna piena!
Infine, per quanto riguarda la su ingiusta condanna a tre mesi di reclusione solo per aver replicato alle offese infamanti ed alle calunnie di un incauto avvocato, credo davvero che l'unico modo per condannare lei sia: Da innocente!
E quando si è innocenti e con la coscienza pulita, si riescono a sopportare meglio anche le ingiuste condanne.
A chi ha emesso la ingiusta sentenza di condanna di reclusione nei suoi confronti (qui critico solo la sentenza), suggerirei umilmente di non prendersela più con le persone indifese ed innocenti, quanto piuttosto a cercare in futuro di sopraffare chi le è pari!"

comunicato n.173670




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