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Benevento, 09-10-2025 09:25 ____
I dubbi dell'architetto Carmine Petraccaro sul percorso disegnato per il restauro dell'Arco di Traiano. Ho qualche dubbio sulla loro bonta'!
E' prevista la "stuccatura" con calce, polvere di marmo e travertino. Parliamo di una "soluzione" che viene utilizzata per la stuccatura di superfici creando il cosiddetto "marmorino" o "intonachino" che ha un aspetto simile all'originale. Tutto questo mentre ci sono ormai soluzioni innovative sperimentate da decenni proprio per bassorilievi lapidei. Perche' non utilizzarle?
Redazione
  

I dubbi dell'architetto Carmine Petraccaro sul percorso disegnato per il restauro dell'Arco di Traiano.
"Gentile direttore - ci scrive - intanto sono contento che non solo la stampa specializzata ma anche i quotidiani, si occupano del nostro patrimonio culturale.
Detto questo però, se l'articolo pubblicato lo scorso 3 ottobre a Benevento è servito a ringraziare qualcuno per il finanziamento ottenuto, ci può stare.
Quanto agli interventi descritti, ho qualche dubbio sulla loro bontà!
Trovo già strano che l'Arco di Traiano di Benevento che per 2000 anni non ha avuto bisogno di tanta scienza, tecnica, pensiero ed azione (penso tutti sanno che è stato eretto tra il 114 e il 117 d.C.), interessato da opere necessarie per liberarlo dalle abitazioni e frammenti di mura nel 1850 su ordine di Papa Pio IX, sottoposto ad interventi di Restauro a partire dal 1975 (cioè dopo 1858 anni) e continuati fino al 2015, abbia bisogno degli interventi tutt'altro che rassicuranti di cui parla l'articolista.
Sinceramente, leggere che ci si trova di fronte a "marmo dilavato" che non è un processo di deterioramento della materia o superficie ma piuttosto di una tecnica di finitura dalle superfici per ottenere un effetto decorativo, è assurdo.
Pertanto se è stato trattato, chi lo avrebbe fatto?
Si dice che il monumento ha un problema di "conservazione diversificata", nulla si dice sulle problematiche e/o interventi che hanno portato a tale processo, né sulla necessita del "minimo intervento", del rispetto dell'integrità del manufatto, dei suoi elementi costitutivi e riconoscibilità!
Si legge ancora che il monumento è affetto da "intensi processi" di solfatazione e che è previsto un "preconsolidamento" utilizzando i silicati: Mah!
L'uso dei silicati nel restauro lapideo è sconsigliato perché possono causare problemi di compatibilità con la pietra, scarsa resistenza ai fattori ambientali e meccanici oltre ad alterazioni estetiche.
Senza dire poi che è prevista la "stuccatura" con calce, polvere di marmo e travertino.
Stiamo parlando di una "soluzione" che viene utilizzata per la stuccatura di superfici creando il cosiddetto "marmorino" o "intonachino" che ha un aspetto simile all'originale e di conseguenza è tutt'altra cosa rispetto al restauro lapideo.
Tutto questo mentre ci sono ormai soluzioni innovative sperimentate da decenni proprio per bassorilievi lapidei. Perché non utilizzarle?"

comunicato n.173594




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