Da ieri 1 settembre, il presidio Psaut di San Bartolomeo e' di nuovo senza medico a bordo dell'ambulanza 118
La denuncia e' di Andrea Cormano vice presidente della rete di Associazioni che si sono coalizzate sull'argomento
Redazione
Andrea Cormano a nome di varie Associazioni: Cittadinanza attiva con Nicola Boccalone; Movimento Civico per l'Ospedale di Sant'Agata, con Maria Rosaria Oropallo; Salute e Territorio, Alfredo Lavorgna; Rete Uccp San Giorgio del Sannio, Attilio Petrillo; Avo, Mario Domenico Rossi; Sannio Cuore, Amedeo Ceniccola; Spi Cgil Valle Telesina, Domenico De Blasio; No demedicalizzazione 118 Fortore Miscano, Pino Fusco, Comitato Sos Sanità Valle Vitulanese, Angelo Piazza, tornano a denunciare quello che definiscono lo "smantellamento di un servizio pubblico".
"Da ieri, lunedì 1° settembre, il presidio Psaut di San Bartolomeo - si legge nella nota inviata alla Stampa - è nuovamente priva di medico a bordo.
E' semplicemente una scelta politica dirigenziale, l'ennesimo schiaffo sonoro inflitto ai cittadini delle aree interne del Fortore-Miscano.
La carenza dei medici non può essere usata a pretesto per una demedicalizzazione indiscriminata delle ambulanze, infatti con l'utilizzo delle prestazioni aggiuntive è possibile ancora garantire la presenza dei medici sul 118.
La demedicalizzazione dell'ambulanza è stata imposta a sorpresa dal direttore della Centrale Operativa, Ciriaco Pedicini, nonostante vi siano medici disponibili a coprire i turni.
Ai medici che hanno chiesto di farlo è stata negata la possibilità.
E' evidente che qualcuno vuole smantellare un servizio pubblico e giocare con la vita e la salute dei cittadini.
La beffa arriva dopo che nel gennaio scorso era stato raggiunto un faticoso accordo tra Asl, Associazioni, i Sindacati e Organismi Paritetici aziendali per garantire la medicalizzazione dell'ambulanza e il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza nel servizio di emergenza 118.
Va chiarito senza mezzi termini che la decisione si fonda su un'errata interpretazione di Pedicini, il quale sostiene l'esistenza di normative e provvedimenti aziendali che imporrebbero un limite di 48 ore mensili di prestazioni aggiuntive.
Tale affermazione è priva di fondamento poiché non esiste alcun riferimento normativo che imponga una tale restrizione.
A seguito di questa interpretazione erronea, Pedicini continua a vietare ai medici del 118 di effettuare il numero di prestazioni aggiuntive necessarie per garantire una maggiore presenza nel servizio di emergenza territoriale e per coprire i turni sull'ambulanza di San Bartolomeo; ciò contrasta anche con le note aziendali emanate proprio per chiarire la corretta interpretazione della normativa vigente sull'orario di lavoro.
Siamo preoccupati per una condotta del suddetto dirigente che potrebbe avere un significativo rilievo giuridico e contabile se emergesse che l'erronea rappresentazione normativa sia stata posta in essere con consapevolezza dell'infondatezza, producendo effetti potenzialmente lesivi dell’efficienza del servizio sanitario pubblico e del corretto impiego delle risorse professionali.
La vicenda appare di una gravità inaudita, tale da aver indotto i Sindacati a chiedere ai vertici dell'Asl di valutare se il comportamento di Pedicini sia contrario ai principi di diligenza e fedeltà quindi meritevole di denuncia all'Ufficio Procedimenti Disciplinari.
Abbiamo chiesto un incontro urgente con il direttore generale dell'Asl e ci auguriamo un suo intervento urgente, a tutela dell'interesse pubblico e della salute dei cittadini, per riportare la presenza del medico a bordo del 118 di San Bartolomeo.
Invieremo un nostro esposto anche nelle sedi opportune, affinché le autorità possano individuare i responsabili dello smantellamento di un servizio pubblico e colpire coloro che stanno mettendo in pericolo la vita e la salute dei cittadini".
comunicato n.172901
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