"Piazze d'autore" si e' avviata a chiudere con il botto. Massimiliano Fuksas ed Ernesto Galli Della Loggia hanno presentato i loro libri
Il grande architetto di fama internazionale ha raccontato la sua vita che fu segnata a soli 6 anni dalla morte del padre. Lo storico ha trattato invece delle oggettive buone cose fatte dal regime Fascista soprattutto nella capitale ma anche traformando Ostia da un piccolo borgo in un importante centro di villeggiatura. Mastella ringrazia Lucetta Scaraffia che in momenti difficili non disdegno' di parlare di obrobrio giustizialista riguardo l'inchiesta giudiziaria che travolse la moglie Sandra
Nostro servizio
"Piazze d'autore" si è avviata a chiudere il segmento dedicato alla presentazione dei libri di questa 46esima edizione di Città-Spettacolo con il botto, questo senza nulla togliere a noi che chiuderemo effettivamente domani sera, da un punto di vista temporale, alle 20.30, con la presentazione del libro voluto da Francesco Morante per l'Archeoclub che è la seconda riedizione, dopo quella di Ricolo, di "Passeggiate Beneventane", racconto e descrizioni storiche di Salvatore De Lucia tratte da "Gazzetta di Benevento", prima edizione.
Ce la sapremo cavare anche noi domani sera nonostante Salemme al Teatro Romano ed il Benevento Calcio allo Stadio.
Dicevamo di avvio di chiusura col botto perché in successione a piazza Federico Torre sono saliti sul palco Massimiliano Fuksas (nella foto di apertura è a destra, al centro è Mimmo Paladino ed a sinistra Ferdinando Creta), uno dei più importati architetti dell'epoca contemporanea e designer ed a seguire Ernesto Galli Della Loggia, politologo oggi essenzialmente storico.
Entrambi hanno presentato i loro ultimi libri.
Proviamo a dare una idea degli interventi che si sono succedurti, cosa non agevole, riguardo il libro di Fuksas "E' stato un caso", Mondadori.
In pratica si è parlato della sua vita, quella che l'architetto racconta nel libro.
C'è da dire che a parte tanti architetti presenti nello spazio di piazza Torre, c'è stata anche la presenza di Mimmo Paladino, il grande artista sannita, che il sindaco Mastella, a proposito del suo Museo a cielo aperto, l'Hortus Conclusus, lo ha definito essere tra le 10 opere dalla maggiore visibilità.
Sul palco, a parlare con Fuksas, il direttore della Fondazione "Maria Bellonci" del Premio Strega, Stefano Petrocchi, ed Eduardo Cicelyn, giornalista.
Fuskas è stato presentato come l'uomo che ha mosso i suoi primi passi con Giorgio Caproni, Giorgio De Chirico, Pierpaolo Pasolini ed Alberto Asor Rosa.
Il suo cognome, di cui poi parlerà alla fine lo stesso architetto, è lituano ma di origine ebraica.
Fuksas ha detto che il libro inizia con la morte del padre quando egli aveva 6 anni ed ha diviso la sua infanzia ed adolescenza in vari periodi specifici. Il papà lo aveva lasciato solo essendo figlio unico.
Per questo ho imparato ad amare molto mia madre, così come altre donne, e questo mi ha consentito anche di superare il complesso di Edipo.
La morte di mio padre ci ha anche tolto il segno del potere e quindi mi sono sentito completamente libero di agire.
Mio nonno, un medico, va in guerra ma muore subito e quindi mia nonna incontra quello che poi diventerà il suo secondo marito e mio padre, nel pieno della sua gioventù, con la famiglia torna in Lituania.
E qui la domanda a Fuksas: Ma a Roma come siete arrivati?
Mio nonno, per una questione di razza nella Russia dell'epoca, venne mandato a studiare nella Foresta Nera dove incontra mia nonna.
Lo stesso percorso fa mio padre che poi si perfeziona in Medicina a Roma seguendo lo stesso ma strano itinerario della famiglia.
Io nasco a Roma, ha proseguito l'architetto, ma non sono un romano anche perché tutti mi considerevano un lituano.
Non ha mai lavorato come architetto, ha detto Cicelyn ma come artista concettuale e non figurativo.
E' un movimentista ed anche un politico.
Fuskas intervendo nuovamente ha detto che non si fa architettura con il cinema che non è una garanzia per fare una buona opera.
L'arte è la forma migliore per dimenticare.
Copiare da altri non serve ma rubare delle idee è ammissibile.
Con questo libro è andato a concludere l'architetto, rispondendo alla domanda se mentre scriveva sentiva riecheggiare i temi dell'attualità, volevo dimostrare che da una esistenza che nasce dal nulla come la mia, nonostante facessi parte di famiglie benestanti, si potesse emergere.
Mi accorgo anche che l'altra ragione del libro è che tutti quelli che erano con te ora sono scomparsi (Fuksas ha 81 anni ndr).
Non avere più le persone a cui chiedere informazioni e ricordi, è una perdita della memoria e così questo libro, ha concluso Fuksas, serve anche a collegare ed a ricordare.
Sin qui la presentazione del libro di Fuksas.
Nemmeno il tempo di tirare il respiro che sul palco sono saliti gli altri protagonisti del secondo incontro della serata, quello che ha visto protagonista il libro "Una capitale per l'Italia. Per un racconto della Roma fascista", edizioni "Il Mulino", di Ernesto Galli Della Loggia, storico, affiancato dai giornalisdti Alessio Gemma ed Annalisa Angelone.
Sul palco è salito anche il sindaco Mastella che ha voluto ricordare la sua antica amicizia con Galli Della Loggia e sopratutto il rapporto di amicizia con la moglie Lucetta Scaraffia che, ha ricordato Mastella, anche contro il pensiero dominante, parlò di obrobrio giustizialista riguardo l'inchiesta giudiziaria che travolse mia moglie Sandra.
Poi rivolto a Galli Della Loggia ha detto che egli è divenuto famoso da politologo mentre oggi è considerato oramai uno storico.
Poi il sindaco è sceso dal palco con una battuta: Vado a riprendermi la poltrona che mi aspetta in prima fila. Qui quando esse si lasciano è difficile che poi le ritrovi...
Gemma nel suo intervento ha fatto notare come sia non facile scrivere un libro su un luogo che viene sfatato ma che interroga la cultura antifascista di cui è permeato oramai il nostro Paese.
Galli Della Loggia ha in pratica risposto affermando che se il regome fascista ha fatto cose buone esse sono ancora sotto gli occhi di tutti, a Roma sopratutto.
Anche il regime comunista in Russia ha fatto cose buone ma per non condannare un regime politico dittatoriale non c'è bisogno di dire che ha fatto anche cose buone.
E' ridicolo, peraltro, se queste cose sono dette da chi vuole assolvere anche se resta la negatività di un regime da un punto di vista politico.
Bisogna dire che il regime fascista subì una involuzione quando Mussolini iniziò a seguire la Germania nazista di Hitler. Questa svolta qui fu anche da un punto di vista architettonico.
Il Fascismo cambiò il volto del centro della capitale mentre la successiva forma repubblicana creò, non sempre con fortuna, le grandi periferie.
Il regime operò sul centro cittadino perché esso era animato dalla intenzione di cambiare il Paese.
Si era convinti che la realtà più concreta sia la città in cui si vive.
E se ancora oggi c'è un ricordo positivo del Fascismo è perché i luoghi che i cittadini frequentavano quotidianamente li videro mutare a poco a poco ed in meglio.
Furono conservati più belli e quindi era molto evidente il miglioramento.
Non dimentichiamo anche che così avvenne anche quando si doveva andare al mare d'estate.
Il Fascismo trasformò Ostia, che era poco più di un raggruppamento di poche case, in una grande località turistica per i romani.
Annalisa Angelone ha sottolineato invece che anche i buoni fanno cose cattive.
Ed ha citato i bombardamenti alleati sulla città di Benevento avvenuti anche dopo la firma dell'armistizio.
Galli Della Loggia ha confermato parlando della evidenza che il Fascismo diede a piazza Venezia a Roma che era un posto assolutamente periferico. Non c'era assolutamente niente anche se era a ridosso del Campidoglio.
In realtà i primi che cercarono una razionalizzazione dell'area con lo sventramentio e l'abbattimentio di tutto ciò che gli si parava davanti alla loro idea progettuale, furono i piemontesi.
Furono loro i precursori dell'azione fascista per via Nazionale.
L'ultima operazione che fece Mussolini fu quella di ricentralizzare la zona mettendo in evidenza proprio piazza Venezia.
Fu questa oltre che un'azione urbanistica con tutte le opere importanti che ancora oggi è possibile ammirare, un'azione politica ed ideologica che creava consenso tra la gente.
Una riflessione Galli Della Loggia l'ha anche dedicata alla intitolazione delle strade.
Il potere ha sempre dato al riguardo la sua impronta.
Il passato rimane anche a Benevento dove il viale degli Atlantici è in pratica intitolato ai trasvolatori di Italo Balbo.
Ma lo stesso è a Bari dove ci sono state e ci sono amministrazioni di sinistra ma nessuno si è mai sognato di cambiare il nome al lungomare intitolato ad un gerarca fascista poi divenutio ministro e che fece tantissimo per la sua Bari. Si tratta del lungomare Araldo di Crollalanza.
Il lungomare monumentale fu costruito durante il ventennio Fascista e fu in gran parte opera di questo ministro barese, che promosse anche un ampio progetto di valorizzazione della città portuale, ha concluso Galli Della Loggia.
Presentazione del libro di Massimiliano Fuksas
Presentazione del libro di Ernesto Galli Della Loggia
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