"Le querce non fanno limoni" era la frase di mia madre per far capire che non tutti nascono dove non possono fiorire e se vuoi restare devi resistere
A piazza Federico Torre presentato il libro di Chiara Francini, attrice del cinema e della televisione ed autrice di fortunati romanzi. In maniera cruda ha descritto anche la vita della protagonista, una partigiana che su quei monti non aveva nemmeno di che pulirsi dopo essere andata di corpo. Le donne sono abituate al sacrificio. Sanguinano una volta al mese. Al Museo "Arcos" Renato Giordano e Saveria Cotroneo hanno portato invece "Poesie Narrate"
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Seconda giornata del Festival senza l'attrattiva del grande evento così come ci aveva abituati il Cartellone, per le prime quattro giornate della 46esima edizione di Città-Spettacolo.
Ma non è stato un danno perché ha consentito al pubblico di potersi godere anche tanti altri eventi che ingiustamente possono essere classificati "minori" solo perché non hanno l'artista di fama che li promuove.
Così ieri abbiamo assistito ad "Hotel Dante, una produzione de "La Pirandelliana", di cui tutti parlano ancora oggi un gran bene, stasera abbiamo invece scelto, tra gli altri, di essere coinvolti dallo spettacolo scritto e diretto da Renato Giordano con le coreografie di Saveria Cotroneo dal titolo "Poesie Narrate" che, per via della minaccia di pioggia, si è tenuto nel Museo Arcos al posto dell'annunciato Chiostro di Santa Sofia.
L'ingresso è stato consentito, per oltre un'ora, a gruppi di 15 spettatori che hanno potuto così varcare gli spazi suggestivi del Museo fino a giungere alla sala dove attori e danzatori hanno dato vita alla declamazione di poesie che hanno significato l'ossatura dell'intera rappresentazione.
E' un modo introspettivo, quello che proponiamo, di raccontare la poesia, per guardarci dentro e per pensare, ci ha detto Renato Giordano.
C'è anche una musica ripetitiva che altro non rappresenta che la nausea che a volte la vita ci costringe a vivere. La vita per alcuni è nauseante e forse anche per chi è felice diventa nauseante.
E quindi da qui l'idea della poesia come introspezione e la ricerca di se stessi, come soluzione dei problemi o a volte per crearci dei problemi.
Insomma è un un modo per pensare attraverso la poesia e la musica assieme a tutti attori bravissimi.
La proposta teatrale è stata bene accolta dal pubblico, possiamo dire oramai con certezza, abbiamo detto a Giordano.
Sì, l'afflusso è continuo, ci ha risposto.
Durerà un'ora ed un quarto ed è una installazione, non uno spettacolo, dove si può fruire, si può entrare, si può uscire, insomma è una forma di spettacolo libera.
Mi fa piacere che circostanze ambientali ci abbiano fatto operare nel Museo Arcos perché la nuova direttiva ministeriale è proprio in questa direzione e cioè fare spettacoli in Musei, Sale Mostre, per unire lo spettacolo dal vivo proprio agli ambienti museali, ha concluso Giordano.
Intanto a piazza Federico Torre, nello spazio intitolato "Piazze d'autore", dopo la presentazione del libro di Aglaia McClintock "L'Arco di Traiano. Un libro di pietra", a seguire c'è stato quello di un volto noto del cinema e della televisione, Chiara Francini, con "Le querce non fanno limoni".
Francini, fiorentina di nascita, laurea in Lettere, 46 anni, è giunta alla pubblicazione del suo sesto libro, tutti con le edizioni Rizzoli e tutti sostenuti da ottime vendite.
"Le querce non fanno nomi" è un romanzo che attraversa cinquant'anni di storia del nostro Paese a cavallo tra la seconda guerra mondiale e gli anni di piombo.
Passando tra storie di resistenza, di passioni di famiglie, di lotte che lascianio cicatrici ma anche la forza di stare in piedi.
Chiara Francini sul palco di piazza Federico Torre è stata intervistata da Francesco De Rosa, giornalista.
La protagonista di questo romanzo è Delia che ha fatto la resistenza alla guerra, all'amore ed alla vergogna che, a differenza del senso di colpa, riguarda quello si è, uno strumento di conoscenza di sé.
Il dolore, ha detto ancora Francini parlando del suo libro, è un pasto nutriente della vita, un dolore a cui le donne sono educate, così come anche alla vergogna.
L'uomo no.
Le donne sono abituate a sanguinare una volta al mese.
Una vita felice significa anche aver combattuto e questa è poi la frase cuore di questo romanzo, ha ancora detto Francini.
L'augurio che faccio è quello di combattere nella consapevolezza dei punti di forza di ciascuno di noi ma anche dei nostri limiti non dimenticando che nel mezzo c'è la nostra felicità,.
Resta da considerare che il punto di partenza è certamente la verità che va restituita sia al periodo fascista che alla seconda guerra mondiale.
Io in quel periodo non c'ero e per questo alcune parti del romanzo sono di fantasia ma partendo sempre da un contesto storico e di particolari che mi incuriosivano.
Il cuore di questo romanzo è proprio il cantuccio dove le diversità si accolgono ed è la mia idea di famiglia.
Silenziare un pensiero è farlo morire e quando muore un pensiero nasce una dittatura.
L'attrice e scrittrice ha detto anche che bisogna studiare la storia che ci dà la possibilità che forse ci possa essere un futuro migliore anche se siamo convinti che gli abomìni non potranno non verificarsi più.
L'ultima domanda che gli ha posto De Rosa è stata quella di sapere, secondo un suo giudizio, se le ragazzine di oggi sono come lei?
Credo che in tutte le epoche ci sia un alfabeto, ha detto Francini guardano e citando la figlia seduta in prima fila tra il pubblico (nella quinta foto in basso).
Oggi è quello dei social.
L'importante è trovarlo questo alfabeto e per farlo importante è studiare la storia e lo dico con estrema convinzione.
Io a scuola farei imparare a memoria il discorso che Piero Calamandrei, grande giurista, componente dell'Assemblea Costituente e storico, tenne nel 1955 all'Università.
A studiare la storia per capire il presente che, in definitiva, è scritto dal passato.
Studiare la storia per capire che grazie alle donne che 50 anni fa hanno indicato la via.
Sin qui Francini.
Nello spazio riservato al pubblico per le domande, Antonella Tartaglia Polcini ha chiesto del suo rapporto con la verità dell'oggi.
Francini ha risposto che la verità è sempre il suo primo punto di partenza
Delia, la protagonista del romanzo, è una partigiana ma immaginiamo che su quei monti dovesse andare nel bagno ma senza avere nulla con cui pulirsi.
E' difficile non considerare della importanza di un pezzo di stoffa, di una carta per pulirsi...
Ma questa è la verità di quegli anni e di quei momenti riferita a quegli esseri umani.
Solo così si possono comprendere le problematiche di quanto si sta male in quelle circostanze.
Maria Cristina Donnarumma, dopo aver sottolineato la bravura dell'autrice sia quando recita che quando scrive le ha detto che la considera sempre autentica e non che non dà mai sorprese.
Ed allora le ha chiesto invece spiegazioni sul titolo del romanzo.
Che significa "Le querce non fanno limoni"?
Era una frase che mi ha detto la mia mamma, ha risposto l'autrice, per far capire che non tutti nascono dove non possono fiorire.
Se vuoi restare devi resistere.
Sin qui la presentazione del libro.
Subito dopo la pioggia si è fatta viva, ma è stata cortese ad attendere che tutto si completasse.
"Poesie narrate"
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