Luche' considerato una delle figure piu' rappresentative del rap italiano contemporaneo, noto per uno stile unico che mescola introspezione e denuncia
Il sindaco Mastella cerca di sottrarre la scena all'interprete del concerto e dal palco di piazza cardinal Pacca ha esortato la miriade di giovanissimi, oltre cinquemila, a comportarsi con sobrieta' ed eleganza promettendo loro per il prossimo anno due artisti famosi, al posto di uno, dedicati a loro
di Maria Gabriella Russo
A piazza cardinale Bartolomeo Pacca, con il magico sfondo delle mura romane, si è svolto il concerto del cantante Luchè, come previsto dal programma di Benevento Città Spettacolo.
Luchè, nome d'arte di Luca Imprudente, è un rapper e cantautore napoletano nato nel 1981 nel quartiere Marianella di Napoli.
E' considerato una delle figure più rappresentative del rap italiano contemporaneo, noto per uno stile unico che mescola introspezione e denuncia sociale.
La sua carriera musicale è iniziata alla fine degli anni '90 nella scena hip hop napoletana, con la fondazione del duo Co'Sang.
Le loro canzoni raccontano le contraddizioni di Napoli, la vita di strada ma anche sogni e riscatto sociale.
In seguito, il cantante ha intrapreso una carriera da solista che lo ha portato ad affermarsi su scala nazionale.
Uno dei suoi brani, "O' primmo ammore", fu scelto come colonna sonora per la nota serie televisiva Gomorra.
Nel 2024, c'è stata la reunion dei Co'Sang, che è culminata in una serie di concerti e in un grande evento.
Nel 2025, Luchè si è esibito allo Stadio "Diego Armando Maradona" di Napoli, con un concerto che ha attirato decine di migliaia di spettatori.
Ciò che non tutti sanno è che Luca non è solo un cantante, infatti nel corso della sua vita ha anche pubblicato un'autobiografia, ma soprattutto è anche un imprenditore, che nel 2019 ha fondato la sua etichetta indipendente, con cui ha contribuito a lanciare artisti come il seguitissimo Geolier.
Inoltre, ha investito nel settore della ristorazione, aprendo pizzerie a Londra e New York, città dove vive e lavora, a cavallo tra le sue origini e una dimensione internazionale.
Insomma, non proprio un "signor nessuno", come più di qualche adulto ha affermato, forse troppo semplicisticamente.
Dobbiamo riferire, infatti, che questo evento ha generato una pioggia di critiche, sopratutto da parte di alcuni adulti.
Alcune critiche ingiustificatamente offensive.
Ci vorrebbe probabilmente maggior rispetto per artisti con una importante formazione come in questo caso, e per i giovani che non meritano di essere giudicati alla stregua di un gregge non pensante.
Il concerto è iniziato alle 21.40, con le parole del sindaco Clemente Mastella (nelle prime due foto in basso al suo arrivo), che fin da subito, con la sua distintiva ironia, ha chiesto al giovane pubblico di farlo parlare altrimenti quest'anno non avrebbe chiuso le scuole.
Ha poi dichiarato l'intento del Festival con questa serata: "Abbiamo voluto concedere, come ogni anno, un piccolo forte palcoscenico che riguardasse e seducesse il mondo giovanile".
E' stato, poi, raggiunto dal direttore Renato Giordano (nella terza foto in basso), che insieme al sindaco e alla Fondazione "si occupa della scelta dei personaggi".
In seguito, Mastella si è detto contento di vedere così tante persone, però ha invitato i presenti a comportarsi "con molta sobrietà ed eleganza" ed ha chiesto di alzare la mano a chi non fosse della nostra città, evidenziando così, con un gioco, quanti turisti vengono attirati da eventi come questo.
Ha, infine, simpaticamente invitato tutti i ragazzi presenti a studiare, promettendo in cambio due artisti famosi dedicati ai giovani, invece di uno, per il prossimo anno.
Successivamente è arrivato sul palco, per "aprire" il concerto, il rapper e cantautore italiano Coco.
Poi, finalmente, è comparso il protagonista della serata, Luchè, accolto con calore dai presenti.
Stesso calore dimostrato dai suoi fan, già dalle prime ore di questa mattina, i quali si sono accampati vicino le transenne dell'area di filtraggio, presidiando le strade del centro storico, per riuscire ad accaparrarsi un posto in prima fila.
Poco dopo essere entrati nell'area del concerto, verso le 20.30, abbiamo incontrato una squadra di operatori sanitari della Misericordia di Benevento che stava andando a soccorrere una ragazza svenuta, in seguito, questi ultimi ci hanno riferito di aver già aiutato altre 16 persone nella stessa situazione.
Qualche altra ragazza, purtroppo, si è sentita male durante il corso del concerto ma è stata prontamente soccorsa dall'organizzazione.
Fortunatamente, solo qualche mancamento, nulla di grave.
Abbiamo avuto modo, poi, di chiedere ad alcuni dei fan presenti, tra i cinquemila e passa accorsi, cosa pensassero di questo artista, uno di loro ha risposto: "Luchè non è solo un rapper.
E' un narratore moderno della Napoli di oggi. Per chi viene da un'altra generazione, il rap può sembrare solo rumore, rabbia, parole troppo dirette. Ma ascoltando Luchè con attenzione, si scopre qualcosa di molto più profondo.
Le sue canzoni raccontano storie vere, esperienze vissute, sogni e dolori di chi cresce nei quartieri dove spesso si parte svantaggiati ma non per questo senza dignità o desideri di riscatto".
Un altro ragazzo, ancora: "Per chi crede che i giovani di oggi siano tutti superficiali, Luchè è la prova che si può avere talento, spessore e rispetto delle radici anche in un mondo che cambia.
Non serve capire ogni parola: Basta sentire il cuore con cui le dice".
Il rapper, durante il concerto, ha interagito continuamente con i fan che, cantando a squarciagola, tra cartelloni, gente affacciata dai balconi dei palazzi circostanti, e molti sorrisi, hanno animato questa serata beneventana.
Con concerti come questo di Luchè o quello di Geolier e di altri artisti amati dai ragazzi, svolti negli anni precedenti, Benevento Città Spettacolo conferma di avere a cuore anche la partecipazione del pubblico giovane al Festival.
I giovani dal canto loro, provenienti anche da altre città, ancora una volta, con una numerosa presenza e con una animata partecipazione, hanno confermato di apprezzare.
Le foto sono di Antonio Caporaso
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