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Benevento, 24-08-2025 20:49 ____
Un cristiano deve avere anche uno stile di presenza ed invece nei dibattiti televisivi ciascuno vomita sull'altro e le parole sono pietre per colpire
Occorre una societa' che si ponga con mitezza e dolcezza senza violenza di atteggiamenti e di parole, ha detto l'arcivescovo Accrocca alla celebrazione della memoria liturgica di San Bartolomeo, l'apostolo protettore della nostra citta' ignorato dalla festa civile. Mastella parla della radicanza, un neologismo che e' l'opposto della resilienza
Nostro servizio
  

Celebrata, con una Messa presieduta dall'arcivescovo monsignor Felice Accrocca, la memoria liturgica di San Bartolomeo apostolo, patrono di Benevento.
Già questo apostolo, di cui la Basilica conserva addirittura il corpo, così certifica la Chiesa e non vediamo motivo alcuno per mettere in discussione questa verità come invece talvolta sono tentati a fare alcuni indigeni figliastri di questa nostra città, questo apostolo, dicevamo, è uno dei dodici, e non dei mille o dei trentamila, che hanno accompagnato gli anni di vita terrena di nostro Signore Gesù Cristo.
Nonostante questa importanza, che tristezza vedere il ripetersi negli anni della totale assenza di devozione verso il nostro Protettore.
Lo scorso anno, per iniziativa di privati benemeriti, fu ripetuto, con grande presenza di pubblico, il concerto sul sagrato della Basilica.
Quest'anno nemmeno questo. Non una lampadina ad indicare che il popolo deferente celebrava il suo Santo patrono.
La Basilica alla Messa dell'arcivescovo è stata colma di fedeli.
Non si è mai capito però perché ci sia questo ostracismo verso questo Santo.
Dividiamo la responsabilità a metà tra Chiesa e Comune che quando vogliono trovano una "intesa istituzionale" ma sulla celebrazione della festa del santo patrono, niente da fare.
Noi possiamo solo denunciare questa assurdità.
Non è la festa della Basilica di piazza Federico Torre, dovrebbe essere la festa di una intera città e di tutte le parrocchie cittadine ed invece ciascuno coltiva il proprio orticello ed insieme non riescono a fare altrettanto con l'apostolo patrono.
Detto ciò, tornando alla cronaca, dichiamo che all'Omelia l'arcivescovo Accrocca ha sottolineato come il cristianesimo si riassume in un insieme di verità o concetti aridi ma in una esperienza di vita.
E la Fede o cambia la vita o non è.
Se tramite essa non ci cambia il valore che diamo al denaro, la Fede non è, anche se andiamo a Messa tutti i giorni.
La Fede ha cambiato la vita di Bartolomeo che era pieno di pregiudizi al punto di dire che quando gli fu detto che Gesù proveniva da Nazareth disse che da quella città non poteva venire nulla di buono.
E questo pregiudizio noi lo usiamo anche contro chi viene a rubarci il lavoro mentre sarebbe meglio se restassero a casa loro.
Solo pregiudizi.
Questa è gente che si muove perché ha fame ben sapendo, peraltro, che nel corso della traversata al 50% può morire.
Ed allora chiediamoci, ha proseguito mons. Accrocca, la Fede ha cambiato la mia vita? E se sì, come?
Continuo a giudicare in base all'appartenenza ed i miei sono certamente giudizi dettati dall'egoismo.
Alla fine Bartolomeo con i suoi pregiudizi ha dato la vita.
Ha il coltello in mano nelle immagini che si tramandano, ma quel coltello non serve per accoltellare qualcuno, come fanno le bande dei nostri giorni, ma è quello con il quale è stato scuoiato, scroticato vivo.
Ed allora io cosa sono disposto a dare al Signore?
Il cristiano, ha proseguito l'arcivescovo, deve avere anche uno stile di presenza.
Dar ragione della Fede e lo si fa quando si è convinti.
Oggi andiamo avanti con i post e se non ce l'hai sembra che non esisti.
Lo fanno anche i grandi della terra.
Nel dibattito televisivo ciascuno vomita sull'altro e le parole sono pietre per colpire.
Occorre una società che si ponga con mitezza e dolcezza senza violenza di atteggiamenti e di parole.
E' questo un progetto non solo di questa Diocesi ma anche di tutto il suo territorio, ha concluso l'arcivescovo.
L'arcivescovo ha anche annunciato che relativamente alla questione delle aree interne è pronta una lettera rivolta al Parlamento ed al Governo (stavolta la via istituzionale è quella giusta. La visita, reiterata, al presidente della Repubblica è ovviamente importante ma priva di effetti per la incapacità del referente ad intervenire sulla questione ndr) dove è lui stesso primo firmatario, lettera firmata da circa cento presuli.
Al termine della Messa, come da tradizione, ha preso la parola il sindaco Mastella il quale ha detto che le parole pronunciate dall'arcivescovo ci indicano le cose da fare con la nostra Fede.
La presenza del sindaco a questa liturgia è in rappresentanza della intera comunità in maniera laica.
Mastella ha quindi parlato della pace che papa Leone all'esordio del suo pontificato ha indicato dover essere disarmata e disarmante e che non è un momento di pausa tra i conflitti.
Tramite la pace si ha anche confidenza con la Fede.
Sembra però questo quasi il tempo in cui Dio ci abbandonati.
Sui conflitti da spegnere non decidiamo noi, ma altri e rischiamo di affidarci ad un uomo solo affinché ci risolva i problemi e questo pone a rischio la democrazia, ha detto Mastella.
Ma oggi bisogna anche ripristinare il termine della radicanza, un termine nuovo per indicare cun ribaltamento delle situazioni.
E' l'effetto opposto della resilienza.
E' una parola che descrive i nostri ragazzi che vorrebbero rimanere ed invece vanno via.
Non è un tratto di nostalgia, ha concluso Mastella, ma uno slancio per andare avanti ma è anche la parola che manca alla politica, alla scuola ed a volte manca anche alla mia Chiesa.

  

  

  

  

  

    

comunicato n.172757




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