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Benevento, 22-08-2025 19:01 ____
La storia della fotografia, in particolare qui a Benevento, e' tutta da scrivere. Soprattutto gli albori rimangono ancora avvolti dalla nebbia...
Il primo fotografo beneventano di cui si hanno notizie e' Giuseppe Chiarotti a cui si devono pose di soldati e briganti. Probabilmente erano sue anche le prime rappresentazioni fotografiche dell'Arco di Traiano o della Rocca dei Rettori. Non e' da escludere finanche che siano sue diverse foto, ora attribuite ai Pensa o addirittura ad Intorcia
di Francesco Morante
  

La storia della fotografia, soprattutto qui a Benevento, è tutta da scrivere.
Soprattutto gli albori rimangono ancora avvolti dalla nebbia.
Alla metà dell'Ottocento, quando la nuova tecnica inizia a diffondersi in tutto il mondo civilizzato, la fotografia è una pratica molto artigianale, tanto che i primi fotografi provengono quasi tutti dal mondo dell'incisione o della stampa, oltre che da quello dell'arte.
E' anche il caso del primo fotografo beneventano di cui abbiamo notizie: Giuseppe Chiarotti (nella foto di apertura e nella prima in basso).
La sua formazione, ma anche la sua attività principale, fu quella di pittore.
Ad essa aggiunse quella di fotografo, anche se la scarsità di foto a noi giunte, ci fa ritenere che forse fu un'attività saltuaria e non prolungata nel tempo.
Non sono molte le notizie biografiche. Su di lui abbiamo un breve passo che gli dedicò monsignor Salvatore De Lucia, in un opuscolo del 1933 dal titolo "Arti belle ed artisti in Benevento".
Lo riportiamo integralmente.
"Giuseppe Chiariotti, morto il 17 gennaio del 1905, ci ha lasciato non pochi suoi lavori ad acquarello e ad olio. Appassionato per la pittura, s'iscrisse, giovanissimo, all'Istituto di Belle Arti in Napoli, contro il desiderio del padre che lo voleva avviare per l'ingegneria.
Nella voluminosa serie dei suoi quadri e delle sue tele passano, in modo speciale, splendidi panorami beneventani e del golfo partenopeo.
Eseguì anche parecchi ritratti; e dipinse figure di Santi.
Suo è il quadro di San Pantaleone nella piccola cappella omonima, a piazza Piano di Corte, e pur suo quello della Desolata in via Episcopio, già calata Olivella.
La Vergine ha negli occhi e nella posa tanta espressione di angoscia profonda e rassegnata. Tale dipinto venne restaurato da altro pennello, dieci anni or sono".
Dai pochi documenti ritrovati, possiamo integrare queste scarne notizie con qualche ulteriore dato.
Il padre, di nome Pietro, era un geometra ben noto in città.
Il figlio Giuseppe nacque nel 1828, tanto che nel 1864, nel primo documento ritrovato, contrae matrimonio, all’età di 36 anni, con Camilla Baccari.
Come lo stesso De Lucia ci racconta, scelse il percorso artistico contro il volere del padre che lo avrebbe voluto ingegnere.
Non è da escludere che Chiariotti apprese a Napoli i rudimenti della tecnica fotografica, città dove frequentò l’Accademia e dove sicuramente produsse i suoi primi lavori artistici. Nel frattempo giunse la spedizione dei Mille e Napoli si ritrovò passando dai Borboni ai Savoia.
In questo frangente, Chiariotti fece probabilmente ritorno a Benevento e qui lo troviamo attivo come fotografo, impiegato dall’esercito italiano, come diversi altri fotografi, nella lotta contro il brigantaggio.
A lui è attribuita una delle foto più celebri del periodo: Quella che raffigura il brigante Michele Caruso (nella seconda foto in basso), immobilizzato da una camicia di forza, prima della sua esecuzione capitale, che avvenne qui a Benevento il 13 dicembre del 1863.
A questa foto, se ne sono aggiunte ora un paio, di recente acquistate dallo scrivente sul mercato collezionistico, di due soldati dell’esercito italiano, presenti qui a Benevento in quegli anni.
Dalla marca sul retro di queste foto, apprendiamo che Giuseppe Chiariotti aveva lo studio qui in città, in vico dei Bagni, 86.
L'area è quella devastata dai bombardamenti del 1943, tra piazza Santamaria e via Posillipo.
La presenza in città dello studio di Chiariotti, negli anni postunitari, dovrà portare ad una ridefinizione della paternità delle foto realizzate in città nel decennio tra il 1860 e il 1870.
Non è da escludere che siano sue diverse foto, ora attribuite ai Pensa o addirittura ad Intorcia.
Dei due fratelli Pensa, le prime notizie sono del 1874, mentre Luigi Intorcia iniziò la sua attività solo alla fine del secolo.
Probabilmente erano di Chiariotti le prime rappresentazioni fotografiche dell’Arco di Traiano o della Rocca dei Rettori. Ma per ora, ci rimane solo questa singolare coincidenza: Le prime foto certe, scattate in città da Chiariotti, furono soldati e briganti.

  

comunicato n.172740




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