L'acqua non va distribuita a seconda delle amicizie politiche. Se ci sono sacrifici da fare essi vanno equamente ripartiti, senza favoritismi
Come e' possibile che in alcuni Comuni dell'Irpinia, a cominciare dal capoluogo Avellino, l'acqua non manchi mai? Della emergenza gravissima che sta attanagliando tanti Comuni sanniti che vedranno anche aumentare di molto la tariffa, se ne e' discusso nel corso di una Conferenza Stampa indetta dalla Lega
Nostro servizio
L'impressione è che sulla questione relativa alla gestione dell'acqua quale elemento indispensabile per la vita degli umani, ma non solo ovviamente, non abbiamo ancora visto tutto.
Oggi parliamo del contingente, dell'acqua che manca nella case e delle tariffe che schizzano alle stelle.
Domani, quando l'emergenza sarà finita, parleremo solo di tariffe e di soldi che occorrono per gestire il servizio.
Ed a proposito di tafiffe, vogliamo ricordare che una ventina di anni fa, forse più, quando i gestori locali vendevano l'acqua ai propri utenti tra le 300 e le 400 lire circa al metro cubo (ogni metro cubo è formato da 1.000 litri di acqua), in Germania, sempre il metro cubo, era venduto a 5.000 lire.
Questo non solo faceva capire la preziosità di cosa si stesse comprando ed utilizzando, ma garantiva anche servizi eccellenti che riguardavano le condotte che non perdevano il 60% del liquido che vi si immetteva dentro a monte, come succede a noi, la manutenzione immediata e costante sia ordinaria che straordinaria, la pulizia e la tenuta impeccabile dei serbatoi che contenevano e stipavano l'acqua che poi sarebbe arrivata sin nelle case della gente.
Da noi vigeva il sistema della politica che si faceva con... l'acqua e dunque prezzi bassi, bassissimi, che ci stiamo portando avanti fino ai nostri giorni, ma con scarsissima capacità di interventi gestionali, con o senza l'appesantimento ulteriore dell'inquinamento politico, ma solo per dato oggettivo.
Soldi non se ne fanno con le tariffe e lo Stato, le Regioni, non finanziano opere di ristruttuazione delle linee di condotta, a parte il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) che è dei nostro giorni, da tempo indefinito, da decenni.
Si tira a campare.
Si ripara la perdita che emerge e quando se ne viene a conoscenza (in tempi talvolta anche biblici perché è semplice voltare lo sguardo altrove e far finta di non aver visto l'acqua che si perde sulla strada...), e si va avanti con costi apparentemente contenuti visto che si ripara quella perdita, ma la condotta poi si rompe necessariamente dieci metri più avanti e si ripara ancora laddove invece andrebbe cambiato quel tratto di tubazione che magari sta lì da tempo immemorabile ed il suo lo ha fatto.
Ma quello costa, come intervento risolutore, mentre riparare la perdita, apparentemente, costa molto meno.
E così si prosegue e siamo alla ricerca di acqua perché quella che abbiamo, e sarebbhe sufficiente se i dati che ci dicono sono giusti, non ci basta, visto che ne disperdiamo nel terreno il 60% circa, una cifra enorme e sconsiderata.
Negli anni passati vigeva in Campania la legge regionale 51 del 1978 che assegnava ogni anno ai Comuni, a tutti, un finanziamento modesto ma periodico proprio da destinare a fognature ed acquedotti.
Questa legge, troppo buona evidentemente per essere vera, la Regione l'ha abrogata, l'ha eliminata nel 2007 e non ci sono stati altri finanziamenti adeguati e specifici.
La nuova tariffa, entrata in bollette composte da carte abbondanti, dovrebbe contenere anche la spesa per questi interventi ma evidentemente non ci si fa.
Ma quanti Comuni hanno effettivamente speso per fognatura ed acquedotti i soldi della legge 51?
Quanti hanno invece fatto la piazzetta, messo la panchina e quant'altro di più immediata percezione dell'elettore?
Ora ci troviamo che i nodi vengono al pettine e ci fanno capire con sempre maggiore insistenza che quei prezzi tariffari imposti finora ce li possiamo scordare anche noi che con l'Alto Calore, che ora li aumenta, non c'entriamo nulla.
Gesesa lamenta disequilibri finanziari per 50milioni di euro, circa.
Una cifra enorme che la pone, se si fa la proporzione tra i due Enti, allo stesso livello dell'Alto Calore che di debiti ne ha 150 di milioni.
Eppure questa cifra monstre non era comparsa nei resoconti che, quando è andata male, negli ultimi anni, parlavano di alcune centinaia di migliaia di euro di disavanzo.
Si dice e si è detto che i 50milioni o poco meno sono previsti in entrata come "ristoro" al vincitore della gara d'appalto per il gestore unico, gara vinta da Acea, socio di maggioranza di Gesesa.
Ma chi farà questa ristorazione? Non certo il bar sotto casa che ha altra concezione per il termine ristorazione, ed allora chi?
L'utente, certamente, entrerà in tariffa, una tariffa che nei mesi a venire vedremo crescere e forse anche ben oltre il 40% chiesto dall'Alto Calore.
Ci auguriamo di sbagliarci, su tutto.
Abbiamo anticipato in apertura di questo nostro servizio, le nostre argomentazioni rese come considerazioni nello spazio riservato ai giornalisti nel corso della Conferenza Stampa convocata dalla Lega sul tema del giorno: La mancanza d'acqua nelle case servite dall'Alto Calore e l'aumento tariffario.
Ad aprire i lavori è stato il sindaco di Calvi, Armando Rocco, che ha riferito del colloquio avuto poco prima al Palazzo del Governo con il vice prefetto vicario, Maria De Feo, al quale è stato riportato quello che gli esponenti delle Lega ed amministratori comunali, ritengono essere un aumento ingiustificabile sopratutto in presenza di un disservizio.
Peraltro, ha detto Rocco, l'aumento delle tariffe che andremo a pagare finirebbe a vantaggio delle utenze irpine visto che i Comuni sanniti dovranno passare con la società di gestione "Sannio Acque".
Le problematiche della carenza idrica di questi periodi ci sono sempre state, ha detto ancora il sindaco di Calvi, ma non si era mai verificato che intere zone del paese rimanessero senza fornitura per 72 ore consecutive.
C'è bisogno di progettare anche le chiusure garantendo continuità a chi risente di più la crisi.
E siccome qualcosa non ci sembra fili diritto, abbiamo chiesto al vice prefetto vicario di verificare come viene organizzata la chiusura e l'apertura dei serbatoi.
Rocco ha infine anticipato che, per alleviare i disagi delle famiglie calvesi, il Comune ha istituito un "Bonus Serbatoio" del valore di 200 euro destinato a ciascun titolare di abitazione principale residente nel territorio comunale per fare in modo che ogni famiglia possa compiere un passo importante verso la gestione dell'emergenza idrica.
A seguire, ha preso la parola Luigi Barone il quale ha ribadito che al vice prefetto è stata evidenziata una crisi di cui non si vede soluzione ottenendo una sollecitazione quanto a risposte, sollecitazione rivolta sia all'Alto Calore che a Molise Acque.
Chiediamo trasparenza e chiarezza, ha ribadito Barone, tutte cose che devono essere inserite e visibili sul sito dell'azienda e quindi rese pubbliche.
A noi sembra ci sia qualcosa di strano in atto.
Come è possibile che in alcuni comuni dell'Irpinia, a cominciare dal capoluogio Avellino, l'acqua non manchi mai?
Come mai queste problematiche emergono con forza diromopente solo per i Comuni sanniti?
L'acqua non va distribuita a seconda delle amicizie politiche.
Se non avremo risposte adeguate, ha ancora detto Barone, ci rivolgeremo alla magistratura perché anche nel razionare un bene che scarseggia, bisogna pianificare per modo che a tutti tocchino i sacrifici.
Poi Barone ha anche contestato le affermazioni fatte da Pompilio Forgione, responsabile dell'Ente Idrico Campano distretto di Benevento, per il modo equivoco di approccio al problema.
Ha detto che voterà contro l'aumento delle tariffe ma nell'Assemblea dell'Alto Calore dove il voto contrario è oramai inutile.
Per fermare questo aumento bisogna dire no nel Comitato dell'Ente Idrico Campano, a Napoli, del prossimo 27 agosto, e questo Forgione non lo ha detto.
E' all'Eic che spetta l'ultima parola sulle tariffe dell'Alto Calore ed è lì che bisogna agire.
Se questo aumento passerà, impugneremo gli atti perché riteniamo che la deliberazione che lo assumerà sarà illegittima.
Barone ha altresì ricordato che le reti idriche non sono state sostituite con delle nuove perché non avendo il gestore unico siamo stati esclusi dai finanziamenti del Pnrr.
Eppure abbiamo disponibilità di 2.000-2.500 litri al secondo di acqua, tanti quanti necessiterebbero per alimentare una zona con 1 milione di abitanti mentre noi sanniti ed irpini siamo intorno alle 600mila persone.
L'emergenza nell'emergenza, ha concluso Barone, non l'accettiamo anche perché essa è determinata da qualcuno che sbaglia qualcosa.
Matteo Salvini sarà qui nel Sannio a settembre per visionare i lavori sulla Diga di Campolattaro che dal 2027 in poi dovrebbe farci superare definitivamente la carenza idrica nelle case, in agricoltura e nel comparto industriale.
Noi abbiamo fatto notare a Barone che quell'invaso viene inquinato da discariche abusive, vedi il caso di Sassinoro, che potrebbero far saltare l'intero progetto che ha un valore di 700 milioni di euro, una cifra enorme. Lo dica al ministro Salvini, abbiamo detto a Barone.
A seguire è intervenuto il sindaco di Pago Veiano, Mauro De Ieso, il quale ha subito detto che il suo è uno dei comuni più colpiti da questa emergenza idrica.
Ci sono ampie fasce di territorio dove l'acqua non arriva da 20 giorni.
Non sappiamo perché su tutta la dorsale riguardante i Comuni anche del Fortore serviti da Molise Acque, l'acqua non arriva più.
Anche qui ci sono evidentemente strategie a noi non note.
La politica deve attenzionare questo tema.
Non ci interessano le riunioni al caminetto dove si possono spartire le sofferenze senza equità, né i partenariati locali perché dobbiamo essere in grado di decidere da soli.
E' questo un tema di grande importanza che non può essere più rinviato.
Rifuggiamo dal populismo anche perché non ce ne frega nulla della prossima campagna elettorale, ha detto De Ieso.
A chiudere i lavori, oramai all'ora di pranzo, è stato Nanni Russo, che recentemente ha aderito alla Lega e che è stato consigliere comunale a Palazzo Mosti e presidente della Commissione Ambiente.
Russo è un medico e dunque si è preoccupato di evidenziare che il corpo umano è composto per il 70% da acqua. E dunque ne abbiamo assolutamente bisogno per idratarci ma bisogna farlo nel modo giusto altrimenti rischiamo malattie sopratutto quando peraltro l'acqua non arriva costantemente e le condotte non sempre danno una potabilità che è al massimo.
Rendiamoci conto che non tutti possono alimentarsi con acqua acquistata nei negozi.
De Ieso, riprendendo la parola ha messo sul tavolo anche la questione delle quote di proprietà dei Comuni che aderiscono all'Alto Calore.
Che fine faranno se passeremo con Sannio Acque? Le perderemo (noi, sicuri del nostro gesto, abbiamo annuito affermativamente ndr)?
L'auspicio è che la nuova società non diventi un altro carrozzone come l'Alto Calore ove inserire gli amici degli amici.
Capiremo di più, ha concluso Barone, il prossimo 27 agosto quando a Napoli il terzo punto all'Ordine del Giorno del Comitato Esecutivo dell'Ente Idrico Campano discuterà il tema: "Schema regolatorio 2024-20289 per il gestore Alto Calore Servizi. Approvazione".
comunicato n.172619
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