Il liquore piu' famoso dei Fatebenefratelli, rimane l'Amintico. Negli anni Venti si decise anche di tentarne una commercializzazione su vasta scala
Esiste una Benevento liquorosa che non e' soltanto lo Strega. Nel passato erano attive in citta' altre distillerie, tra le quali compariva anche quella del Sacro Cuore. La sua prima grande affermazione la ottenne nella Esposizione Nazionale d'Igiene che si tenne a Napoli nell'anno 1900. A quella fiera partecipo' anche la Provincia di Benevento, con la costruzione di un padiglione che fu affidato alla progettazione di Almerico Meomartini
di Francesco Morante
Esiste una Benevento liquorosa che non è soltanto lo Strega o gli altri liquori prodotti da Alberti.
Nel passato erano attive in città altre distillerie, tra le quali compariva anche l'Ospedale dei Fatebenefratelli (nella prima foto in basso i vari prodotti).
La loro prima grande affermazione la ottennero nella Esposizione Nazionale d'Igiene che si tenne a Napoli nell'anno 1900.
Quella grande esposizione, che si tenne nella vasta area della Villa Comunale, scaturiva dalle due epidemie di colera, nel 1884 e nel 1893, che avevano colpito soprattutto la città di Napoli.
Il rapporto tra condizioni igieniche e malattia era il problema di attualità di quegli anni, da qui la scelta di dedicare una fiera al settore igienico-sanitario.
A quella fiera, partecipò anche la Provincia di Benevento, con la costruzione di un padiglione che fu affidato alla progettazione di Almerico Meomartini.
La cosa singolare di quel padiglione era che riproduceva, su tutti i quattro lati, la facciata dell'Arco di Traiano, solo come forma architettonica senza la decorazione scultorea.
A quella Expo partecipò anche l'Ospedale del Sacro Cuore dei Fatebenefratelli, il quale, con i suoi prodotti, conseguì il Diploma con Medaglia d'oro.
In dettaglio, vediamo quali erano questi prodotti: "Essenza di China Calisaia"; "Essenza di China e Cacao; "Elixir di China"; "Emulsione Fatebenefratelli di Olio puro di Fegato di merluzzo con ipofosfiti di calcio e sodio; "Sciroppo Iodo Ferrato"; "Albuminato di Ferro liquido arsenicale" ed infine "Liquore Amintico" (nella foto di apertura).
L'Amintico era un liquore inventato, alla fine dell'Ottocento, dal farmacista dell'Ospedale, fra' Gregorio Adriatico.
In genere, a quel tempo, i preparati alcoolici erano accreditati di proprietà medico-terapeutiche, così che non c'è da meravigliarsi se venivano considerati come un presidio medico-chirurgico, cioè un prodotto che contiene sostanze disinfettanti e battericide.
Nelle pubblicità del tempo (nella terza foto in basso), l'Amintico così veniva reclamizzato: "Tonico, digestivo, corroborante. Preso in qualunque ora del giorno è il migliore conforto per lo stomaco. Sostituisce con grande vantaggio il Cognac. Nell'estate è ottimo nell'acqua di Seltz, e nella stagione invernale riesce squisito, usato come poncio".
I liquori più diffusi al tempo, soprattutto nella logica igienico-sanitaria, erano gli amari a base di radice di china calisaia, soprattutto per le sue potenzialità di combattere la malaria.
In seguito, l'estrazione della chinina da questa pianta, fece recedere l'elisir di china a semplice liquore con proprietà digestive.
La funzione digestiva, o eupeptica, era la parte medica ancora superstite negli infusi liquorosi, tanto che al Sacro Cuore si provvide a inventarne uno nuovo, l'Eupepton, ancora oggi prodotto, che già dal nome dichiara la sua destinazione come digestivo.
Ma il liquore più famoso, dei Fatebenefratelli, rimane l'Amintico.
Negli anni Venti si decise di tentarne una commercializzazione su vasta scala.
Fu cambiata la forma della bottiglia, più semplice della precedente, e anche il nome: divenne Ave - Liquore Amintico, divino per dessert (nella quarta foto in basso).
Tuttavia sorsero problemi legali, in quanto il nome Ave era già stato registrato per un diverso liquore da un'altra ditta.
Si ritornò, quindi, al vecchio nome, e anche alla bottiglia tradizionale a otto lati.
Ma come era fatto questo Amintico (nella seconda foto in basso la bottiglia della moderna produzione)?
Come si sa, il processo di produzione di un liquore è abbastanza semplice e noto fin dal medioevo.
Si parte con la fermentazione di frutti, bacche o altri prodotti naturali che producono alcool.
In genere la fermentazione si ferma intorno ai 14 gradi, in quanto il grado alcolico, a quel punto, diviene letale per i microbi che hanno prodotto il naturale processo di fermentazione.
Si passa poi alla distillazione.
Con questo processo si divide l’alcol dalla parte acquosa, ottenendo così una bevanda di grado alcolico superiore.
A questo punto ci si può fermare e imbottigliare il distillato. I distillati più famosi sono il whisky, la grappa, il rhum, la vodka, il gin e molti altri.
Per ottenere, invece, un vero e proprio liquore bisogna procedere ad una terza fase: La macerazione.
Nel distillato alcoolico vengono messe erbe varie e zucchero, così da dare al composto finale il suo sapore.
Dopo i tempi canonici di macerazione, che variano da liquore a liquore, si procede al filtraggio e quindi all’imbottigliamento.
Il sapore caratteristico dell’Amintico è dato dalla macerazione dei petali di rosa.
Si tratta di un processo molto diffuso, soprattutto nelle regioni settentrionali, dal quale derivava anche il nome di rosolio, che è poi stato assunto per indicare molto genericamente i liquori fatti in casa, atteso che in genere era questa l'origine comune di questo liquore che fra Adriatico Gregorio introdusse a fine Ottocento anche nella produzione dei Fatebenefratelli di Benevento.
comunicato n.172607
Società Editoriale "Maloeis" - Gazzetta di Benevento - via Erik Mutarelli, 28 - 82100 Benevento - tel. e fax 0824 40100
email info@gazzettabenevento.it -
partita Iva 01051510624
Pagine visitate 701323629 / Informativa Privacy