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Benevento, 11-08-2025 14:12 ____
Abbiamo bisogno di riscattarci dopo tanti anni di stallo e questo e' un desiderio che alberga in tutti noi dell'Azienda Sanitaria "San Pio"
Il direttore generale Maria Morgante incontra la Stampa ed annuncia che nei prossimi 5 anni la programmazione fatta dovra' essere realizzata. Gli obiettivi si fissano ma poi dobbiamo anche crederci per poterli raggiungere. Le risorse finanziarie per coglierli tutti, ci sono. Per fine anno il nuovo Pronto Soccorso ma resta la grave problematica della carenza dei medici
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Ci è parso di capire che doveva essere un fugace incontro con i giornalisti solo per ufficializzare la conferma nell'incarico nei prossimi non più 3 ma 5 anni ed invece si è poi trasformato in una reale conferenza stampa, così come avrebbe dovuto essere sin dall'inizio, con lo spazio per le domande.
La sala convegni è stata gremita da personale dell'Azienda Ospedaliera "San Pio" che ha voluto rendere omaggio al suo massimo dirigente locale per la conferma nell'incarico.
Ci riferiamo ovviamente a Maria Morgante, direttore generale appena confermato, che assieme al direttore sanitario Roberto Alfano ed al direttore amministrativo, Daniela Capone, ha presenziato all'evento.
Mi trema un po' la voce, ha esordito Morgante, perché sono emozionata.
Mi sembra il mio primo giorno di scuola e di essere al mio primo incarico anche se in realtà questo è il quarto.
Abbiamo davanti a noi 5 anni di lavoro che ci aspettano e dovremo utilizzarli per fare tante cose.
Debbo però, prima di guardare avanti, ringraziare tutti per quello che abbiamo già fatto nei precedenti 3 anni. Non siamo stati fermi ed è questo motivo di orgoglio per tutti noi e dunque dobbiamo andare avanti in questa direzione.
Gli obiettivi si fissano, ha proseguito il direttore generale, ma poi dobbiamo anche crederci per poterli raggiungere.
Dobbiamo ancora riqualificare tanti reparti e tra queste nuove iniziative ci sono certamente le sei nuove sale operatorie di cui abbiamo assoluto bisogno e la Medicina Nucleare.
Se ci sono queste necessità vuol dire che stiamo lavorando e che i numeri crescono.
Abbiamo bisogno di riscattarci dopo tanti anni di stallo e questo è un desiderio che alberga in tutti noi.
Ci dobbiamo credere che arriveremo a cogliere i risultati degli obiettivi prefissi anche perché le risorse finanziarie ci sono.
Dobbiamo e possiamo diventare ancora più attrattivi.
Quindi Morgante ha speso parole di plauso per i responsabili delle varie Unità Operative Complesse, i direttori, che sono punti di riferimento.
Quando il capo è buono, ciascuno si avvicina con l'intento di rubargli il mestiere.
Tutti i direttori noi li abbiamo ed ora li dobbiamo solo seguire nel loro lavoro.
Debbo confessare, ha ancora detto Morgante, che il mio cruccio, allo spirare del mio primo mandato qui all'Azienda "San Pio", era di  conoscere se avessi avuto la possibilità di vedere realizzata la bella programmazione che abbiamo fatto.
Oggi questa possibilità c'è e sono convinta che riusciremo a coglierla.
Ovviamente il cammino deve essere condiviso ed anche le difficoltà che incontreremo lungo la strada.
E' il metodo, quello della condivisione, appunto, che ci ha portati a raggiungere tanti risultati e dunque continuiamo a confrontarci su ogni problematica.
Siamo una squadra, ha concluso Morgante, con multidisciplinarità e quindi questo ci consente di poter lavorare assieme per fare in modo di essere attrattivi anche per coloro che sono fuori del nostro territorio di riferimento.
Il diettore generale ha riferito anche sulla concretizzazione, per fine anno, della nuova struttura del Pronto Soccorso. L'obiettivo è comunque accelerare sui lavori e valutare il nuovo personale.
Per quanto riguarda l'Ospedale di S. Agata dei Goti esso è tra gli obiettivi iniziali e diventerà un importante ed attrattivo polo riabilitativo.
Ad intervenire a questo punto è stato il direttore sanitario, Roberto Alfano, che con la sua oramai riconosciuta e gradevole autoironia, ha detto che quando il capo e buono, i chilometri (riferito alla sua età evidentemente ndr) non contano ed io di questo ne sono una manifestazione vivente.
Se fossi andato via sabato scorso perché non più confermato da Morgante, di questa Azienda avrei comunque parlato in termini lusinghieri. Ora dovranno essere gli altri a farlo.
Alfano ha concluso il suo intervento con un plauso ad alcuni suoi colleghi che sabato scorso, nonostante le palesi e gravi patologie di cui era affetto, hanno preso in carico un paziente dimostrando un grande senso etico oltre che la conferma di un obbligo.
A seguire è intervenuto il direttore amministrativo, Daniela Capone, che non ha nascosto la sua emozione, quella cioè di stare al fianco del direttore generale Morgante in questo terzo mandato (due su Benevento ndr) e quindi sono orgogliosa di questa rinnovata fiducia nei miei confronti.
Morgante è una sognatrice ma che è stata capace, nella concretezza che la sorregge, di rendere l'Azienda San Pio un grande ospedale che cresce.
Sin qui gli interventi dei tre vertici dell'Azienda "San Pio".
Nello spazio riservato ai giornalisti, pur consapevoli di poter essere equivocati e che quindi fossimo tradotti male ed al di là delle nostre intenzioni, abbiamo detto al direttore generale che se ci si affida ad un giovane avvocato il rischio che la causa possa essere persa, sopratutto per inesperienza magari nei meandri ingannevoli delle procedure, è grande.
Ma lì, sopratutto se parliamo di materia civile, il danno che ci può essere arrecato toccherà solo la nostra tasca.
Se però veniamo affidati ad un giovane medico, ovviamente laureato e specializzato o specializzando, le cose cambiano perché affidiamo ad esso la nostra vita.
Siamo convinti, abbiamo detto, che la professione del medico, ovviamente condotta da una persona con tutti i titoli necessari, sia essenzialmente sostenuta e fortificata da anni ed anni di esperienza fatta quotidianamente sul posto di lavoro.
La necessità indiscussa di acquisire all'organico nuovi medici per coprire posti vacanti (gli ultimi 4 concorrenti per il Pronto Soccorso non si sono nemmeno presentati ndr) può farci correre il rischio di essere affidati a giovani preparatissimi accademicamente, e chi lo nega, ma senza esperienza?
Noi giornalisti, abbiamo proseguito, portiamo qui le ansie, le preoccupazioni, le paure dei nostri lettori, della gente ed episodi che non spesso, ma ogni tanto, riferiamo tipo di letture di analisi, forse fatte in maniera superficiale, da sanitari che hanno mandato a casa un paziente con medicinali per la cura del maldipancia mentre le analisi dicevano di altra e ben più grave malattia, ci portano ad essere a volte timorosi quando il volto del nostro curante, è di un giovane medico.
Ci ha risposto Morgante e ci è parsa un po' risentita della domanda come se le avessimo detto che non sono scupolosi nell'esaminare le domande di impiego dei giovani medici.
Non ci siamo permessi di dirlo né lo abbiamo mai pensato.
Ma queste sono due cose diverse.
A noi interessa sapere se quel giovane è affiancato da un medico anziano, da un esperto che lo aiuti nella sua formazione che durerà anni e non giorni o mesi e non sia inserito in un organico asfittico e carente perché c'è la necessità ed il bisogno.
Il direttore generale ci ha detto che un medico, anche giovane, dà tutta la garanzia di professionalità adeguata allo svolgimento del compito affidatogli.
Non appezzottiamo un reparto con degli specializzati che non diano garanzie.
Questo assolutamente no.
E qui è scattato il solito applauso da parte della sala piena di operatori sanitari dell'Azienda medesima.
Ci auguriamo, ma abbiamo qualche riserva, che esso sia stato indirizzato alla problematica trattata, delicata e non facile, e non alla risposta del proprio capo.
A seguire, dopo di noi, il collega Antonio Esposito è tornato con alcune sue domande sulla vicenda del Pronto Soccorso e sulle sue problematicità che dovrebbero essere composte, medici nuovi permettendo, per fine anno.
A margine della conferenza stampa, quando si era già alle foto di rito ed alla torta con brindisi, ci ha avvicinato il primario di Ortopedia, Luigi Matera, il quale con la cortesia che lo contraddistingue, ci ha detto che nel suo reparto, dove pure c'è uno specializzando, c'è la cura del giovane medico che non viene mai lasciato solo e che compie il suo percorso formativo affiancato sempre o dal primario medesimo o da medici esperti.
Sin qui Matera.
E questa ci è parsa una risposta concreta.
La nostra domanda poteva prestarsi ad essere male interpretata ma è un rischio che abbiamo dovuto correre, non poteva essere evitata, perché è questa la preoccupazione della gente e noi dobbiamo farcene portavoce. 

  

  

  

  

  

  

  

  

  

  

  

  

  

  

comunicato n.172569




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