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Benevento, 10-08-2025 09:32 ____
Nel corso della sua intensa attivita', Sergio Izzo spentosi ancora in validissima eta' fu un ginecologo dalle alte doti umane
Peppino De Lorenzo ricorda anche Tommaso Messore, cardiologo con una non comune preparazione professionale ed Antonio Parrella, radiologo che si poneva a disposizione di tutti, sempre ed in ogni momento. Tra noi il rapporto fu fraterno
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E' di Sergio Izzo, ginecologo, Tommaso Messore, cardiologo ed Antonio Parrella che, questa settimana, Peppino De Lorenzo, scrive.

Sergio Izzo
Nel corso della sua intensa attività, Sergio Izzo (nella foto di apertura), spentosi ancora in validissima età, nel 2015, fu un ginecologo dalle alte doti umane.
Prima di essere dirigente medico dell'Azienda Ospedaliera "Sant'Anna e San Sebastiano" di Caserta e direttore del Dipartimento Materno Infantile, ove concluse la sua carriera, aveva iniziato l'attività all'Ospedale Fatebenefratelli di Benevento.
Erano tantissime le donne che, quotidianamente, facevano ricorso alle sue cure, cui lui donava sempre un sorriso, riuscendo a risolvere anche tanti casi disperati.
Toccanti le parole che lui espresse, a futura memoria, scritte nel testamento, a qualche giorno di distanza dalla scoperta della malattia che non gli avrebbe dato scampo.
"...il mio desiderio - si legge - è che venga costituita una associazione culturale con lo scopo di fare progredire gli studi sulla endocervicoscopia, ovvero la videocolpoenteroscopia dell'endocervice.
Per tale ragione, mio desidero è che dal mio patrimonio venga messa a disposizione una somma di diecimila euro per un totale di almeno dieci anni come borsa di studio (premio al migliore studio con oggetto questa tecnica...)".
Tale era Sergio Izzo.

Tommaso Messore
Per molti, oggi, questo nome. sicuramente, dice ben poco.
Eppure, Tommaso Messore, cardiologo, nei pochi anni che lavorò al "Rummo", seppe, da subito, porre in evidenza la sua non comune preparazione professionale commista ad una finezza nel rapporto che ebbe non solo con i colleghi, ma anche verso i pazienti.
Era rimasto orfano di padre da ragazzo.
La mamma, che lo allevò con infinito amore, era sorella di Leonida Garone, primario neurologo, qui da noi, e questi lo accolse nella sua casa, unitamente alla sorella rimasta vedova, a Napoli, in un bellissimo palazzo al viale Michelangelo, al civico 33.
Quando si rese libero un posto in cardiologia al "Rummo", Tommaso vi partecipò risultando vincitore.
La sua presenza nella nostra città non ebbe lunga durata in quanto, non appena ci fu la possibilità di un trasferimento a Napoli, giustamente, andò via.
Molti pazienti, io lo ricordo molto bene, per lungo tempo, preferivano andare da lui a Napoli onde sottoporsi ai controlli periodici.
In definitiva, Tommaso Messore, anche se, oggi, il suo nome sia caduto nell'oblio, fu un cardiologo che lasciò, all'epoca, un buon ricordo nella nostra comunità.
Il destino, purtroppo, spesso, molto spesso, si accanisce.
Come abbiamo ricordato, era rimasto orfano di padre da ragazzo. Così lui, nel pieno vigore della maturità intellettuale, poco più che quarantenne, d'improvviso, fu colpito da un infarto che lo condusse a morte.

Antonio Parrella
Nato nel 1934, Antonio Parrella, al "Rummo", svolgeva l'attività di medico radiologo. Molti, ancora oggi, lo ricorderanno, anche perchè era una persona veramente da bene.
Si poneva a disposizione di tutti, sempre ed in ogni momento.
Lo fece anche con me per un mio familiare. Si dedicò con tutto se stesso e ciò, ancora oggi, non l'ho dimenticato.
Il nostro rapporto, per questo, divenne fraterno.
Come spesso si verifica proprio con le persone con le quali si è più legati, un contrattempo, definiamolo così, senza volerlo, inclinò il nostro rapporto.
Nel corso delle mie reiterate rivendicazioni per una sanità mogliore, in una contestazione intessuta dall'Ordine dei Medici, lui, fors'anche senza rendersene conto, essendo consigliere, votò contro di me.
Fu una prova terribile che mi colpì non poco. Ciò che più mi ferì fu il fatto che il collega non avesse compreso appieno il motivo della mia protesta.
Per me, comunque, poi, è rimasto l'amico di sempre.
Ancora oggi, dal giorno della sua morte, avvenuta nel 2005, ogni volta che mi trovo dinanzi alla sua edicola votiva ove riposa, non molto distante, tra l'altro, dalla mia, rivolgo alla sua tomba un saluto d'affetto, come se fosse ancora in vita.

comunicato n.172541




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