Un progetto difficile ma non impossibile quello di ospitare bambini che vivono nelle zone di guerra in varie parti del mondo
Vale la pena tentare per motivi morali. Per restare umani e per poter guardare negli occhi, senza vergogna, i nostri bambini, afferma Piero Mancini componente del Comitato che e' sorto al riguardo
Redazione
Un appello per dimostrare di essere una comunità accogliente, solidale e contro la guerra.
E' quello che lancia Piero Mancini esponente del Movimento Umanitario "Siamo tanti... Saremo tantissimi"
"Caro direttore - ci scrive - il lungimirante Papa Francesco già nel 2014, con gran dolore, evidenziò che era in atto una guerra mondiale a pezzi.
Oggi, purtroppo, la situazione è tanto peggiorata.
Altri popoli sono stati coinvolti in questa disumana tragedia.
Il drammatico pericolo di una nuova guerra mondiale diventa, giorno dopo giorno, sempre più concreto.
Noi, come le meritorie associazioni umanitarie Emergency o Medici senza Frontiere, intendiamo non solo denunciare la barbarie dell’uso di armi sempre più letali, utilizzate in modo vile e criminale contro civili inermi, ma anche attivarci per dare un contributo, sia pure modesto, per alleviare le dure condizioni in cui sono costretti milioni di bambini.
Lo sciopero della fame di Abner De Iapinis, ha avuto risonanza anche sui media nazionali.
E' stato solo il primo necessario momento di un progetto complesso che per realizzarsi pienamente serve il concreto coinvolgimento di tanti cittadini per dimostrare che la nostra comunità è civile, accogliente e solidale.
Non basta più il dolore privato o indignarsi per la morte e le sofferenze di tanti bambini.
E' oltremodo necessario un pubblico e collettivo salto di qualità sociale e culturale, che farebbe diventare la nostra città un luminoso punto di riferimento nazionale.
Un cammino lungo, faticoso e complicato perché non basta la sola volontà di cittadini sensibili.
Anche le istituzioni, locali e nazionali, non sempre aperte a iniziative che partono dal basso, dovrebbero intervenire per supportare questo importante gesto di umana speranza.
Di ciò siamo coscienti.
Purtuttavia, vale la pena tentare per motivi morali. Per restare umani e per poter guardare negli occhi, senza vergogna, i nostri bambini.
Un progetto difficile ma non impossibile, perché vi sono già famiglie che hanno dichiarato di essere ben disposte a ospitare bambini provenienti da zone di guerra per tentare di salvarli.
Siamo ottimisti perché siamo certi che saranno tante le famiglie beneventane che vorranno partecipare a questa nostra disinteressata iniziativa di cui molto già si parla, non solo in città".
comunicato n.172139
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