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Benevento, 05-07-2025 13:10 ____
Viviamo il lutto della citta' dove Tonino Pietrantonio ha vissuto dal 1982 al 1992 il suo impegno politico quale sindaco, ha detto monsignor Cristino
Dinanzi a quella bara, molto semplice cosi' come aveva voluto lui a conferma delle sue origini che erano umili ma dignitose, adagiata su un tappeto a contatto con il freddo marmo della chiesa il celebrante ha voluto subito sottolineare che la vita, non la morte, e' quella che si rappresenta oggi. A Mastella, emozionato, il compito dell'elogio funebre e l'annuncio che la nuova Palestra della "Pascoli" sara' intitolata a questo grande sindaco che ci ha lasciati
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Dinanzi a quella bara, molto semplice così come aveva voluto lui a conferma delle sue origini che erano umili ma dignitose, adagiata su un tappeto a contatto con il freddo marmo della chiesa, oggi anch'esso tiepido, il celebrante monsignor Pompilio Cristino ha voluto subito sottolineare che la vita, non la morte, è quella che si rappresenta oggi, una realtà credente, quella dei fedeli, che si riunisce intorno all'altare anche per vivere quei momenti che indubbiamente ci fanno momentaneamente soffrire.
Ha avuto inizio così, dinanzi ai figli Maria Carla con Domenico Zerella, Paola con Alfredo Tarallo, Graziella con Cristiano Di Filippo, ed agli adorati nipoti Andrea, Giulio, Raffaella ed Anna Claudia, l'ultimo saluto terreno ad Antonio Pietrantonio, già sindaco della nostra città per un decennio.
Don Pompilio Cristino, nonostante avesse un'altra importante celebrazione nella sua chiesa al rione Ferrovia, di cui parliamo in altra parte del giornale, è stato chiamato nella chiesa di Santa Maria della Pace e di Santa Rita, dove parroco è don Teodoro Rapuano, un altro grande parroco molto amato e stimato dalla sua comunità, a celebrare il rito esequiale in quanto amico fraterno di Pietrantonio di cui narrerà anche aneddoti inediti di vita vissuta insieme nei reciproci incarichi istituzionali.
Viviamo il lutto della città di Benevento, ha detto all'Omelia mons. Cristino, dove Tonino Pietrantonio ha vissuto dal 1982 al 1992 il suo impegno politico in qualità di sindaco della città.
Ho condiviso con lui parte di questo compito.
Pietrantonio era cresciuto nell'Azione Cattolica ed era stato colto dal fervore del Concilio Vaticano II voluto da Giovanni XXIII assieme ad altri giovani filosofi come lui che sono Mario Pepe, Clemente Mastella e Davide Nava, con altri, con i quali si sognava.
Assieme a loro anche un gruppo di sacerdoti quali monsignor Rocco Boccaccino, monsignor Salvatore Moffa, don Emilio Matarazzo, don Francesco Zerrillo e don Lauro Maio.
Questo gruppo di sacerdoti aveva una visione della vita e della chiesa, ha proseguito monsignor Cristino, ispirata proprio ai dettami conciliari ed esso era seguito da questi giovani filosofi.
Noi tutti, ha proseguito monsignor Cristino, vivevamo questa crescita ed il nostro legame era forte.
La sera ci riunivamo noi sacerdoti anche per progettare il futuro che vedevamo nel Centro "La Pace", oggi mirabilmente portato avanti da don Teodoro, con la convinzione che quel sogno dovesse essere realizzato.
Anche nella scuola eravamo impegnati ed io vissi anche il momento importante (era vicario dell'arcivescovo don Pompilio ndr) della visita di papa Giovanni Paolo II il 2 luglio del 1990.
Pietrantonio era dirigente scolastico dell'Istituto "Le Streghe" quando gli chiesi di assisterci con la sua scuola nella preparazione del pranzo per il cardinale Joseph Ratzinger, poi papa Benedetto XVI.
Fui l'arcivescovo Serafino Sprovieri a chiedermi di interessare Pietrantonio al riguardo.
Quando andai a dirglielo mi rispose: Che gioia mi dai, lo faccio con grande disponibilità. E così fu.
Con la esperienza acquisita nell'Azione Cattolica, Pietratonio curò anche la sua famiglia e le sue figlie.
Fu amministratore attento e capace della nostra città e poi dirigente scolastico.
L'altro giorno sono stato proprio io a somministrargli l'unzione degli infermi. Poi si è addormentato per sempre.
Ha sempre detto alla figlia che accanto a lui ci doveva sempre essere l'immaginetta della Madonna delle Grazie e così è stato ed è stato un segno anche quello che è morto proprio nei giorni della celebrazione della memoria liturgica della Santa Vergine, ha concluso monsignor Cristino.
L'elogio funebre è toccato all'attuale sindaco Clemente Mastella il quale molto emozionato dinanzi a quella bara, ha ricordato i tratti salienti di quell'amicizia durata anni ed i cui risultati e traguardi raggiunti hanno lasciato una impronta indelebile nella nostra città.
Mastella ha ricordato la missione che li ha portati ad intraprendere varie strade nelle istituzioni.
Pietrantonio quella nell'Amministrazione locale, io in quella nazionale, (come Pepe e Nava ndr).
Eravamo protesi da giovani a portare avanti studi sul Concilio Vaticano II e scoprimmo così che un sogno da solo e solo un sogno ma se perseguito insieme ad altri è da principio reale.
Fu il primo fra noi ad impegnarsi in politica ed a divenire consigliere comunale.
Decidemmo senza decidere mentre spinsero me a candidarmi alle politiche.
Egli aveva una visione lunga dello sviluppo della città anche se non fu capito da tutti.
Dalla cultura alla istituzione scolastica, ha sempre sostenuto le aspirazioni della città.
Prima di me ha anche vissuto il dramma di una giustizia ingiusta.
In questo nostro passaggio terreno, ha concluso Mastella, non possiamo fermarci anche perché da credenti siamo convinti che dopo la vita c'è qualcosa di altro, anche di meglio.
Ricordo con Antonio la moglie Anna, i suoi ragazzi, la famiglia.
Troveremo certamente con la mia Giunta qualcosa di importante che possa ricordarlo alle future generazioni.
Forse a lui potremo intitolare il Palazzetto Sportivo che stiamo completando accano all'Istituto Comprensivo "Giovanni Pascoli".
Sin qui la cronaca di questo funerale.
Non possiamo però esimerci dal riportare quanto notato nel contesto.
La chiesa, pur capiente, non era completamente occupata in tutti i suoi posti a sedere ma questo non dice molto.
Ed infatti l'ingegnere Giulio Cesare Pedicini, ingegnere capo del Comune in quegli anni e molto amico di Pietrantonio, ci ha detto che l'importante è che noi ci siamo...
Dice di più invece l'assenza di tanti amministratori dell'epoca e di quelle successive a Pietrantonio, che forse avrebbero dovuto partecipare a questa funzione che non è stata solo religiosa ma anche di saluto ad un personaggio importante della nostra città che è andato via per sempre.
Dei suoi vecchi assessori, ad esempio, abbiamo notato Peppino Baccari, ma non altri mentre tra i primi cittadini dell'epoca passata c'era solo Sandro D'Alessandro.
Forse ci sono attimi che servono anche ad azzerare momenti di conflitto e di incomprensioni.
Questo momento, l'ultimo, l'estremo, non è stato colto da tutti.
Un gesto che ci piace invece sottolineare, che dice molto al di là del semplice gesto, è il fascio di fiori posto in testa alla bara con la scritta "Fondazione Città Spettacolo".
Sull'altare il labaro del Comune listato a lutto.

  

  

  

  

  

   

  

  

comunicato n.171855




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