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Benevento, 05-07-2025 10:18 ____
Sembra alquanto singolare chiedere alla Corte dei Conti di partecipare a trovare una soluzione inoppugnabile...
Sulla vicenda della Sannio Acque si resta perplessi sulla partecipazione non dei tecnici, ma anche del potere politico ad un incontro con una Corte che per ben cinque volte ha criticato diversi punti importanti degli atti approvati dall'Ente regionale alla gestione del servizio idrico, commenta Pompeo Nuzzolo
Redazione
  

Pompeo Nuzzolo (foto), già segretario comunale, interviene sulla vicenda della Sannio Acque.
E' la Stampa - scrive - che ci ha dato la notizia di un incontro tra l'Ente Idrico Campano (Eic), la Corte dei Conti e il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, per concordare lo schema di delibera da sottoporre ai 78 Consigli comunali del Sannio e convincerli ad acquistare quote di azioni di Sannio Acque, la costituenda società che dovrebbe gestire il servizio idrico integrato in tutta la provincia di Benevento.
E' noto che, per ben cinque volte, la Corte ha criticato diversi punti importanti degli atti approvati dall'Eic, Ente regionale alla gestione del servizio idrico della provincia.
Gli atti sono stati inviati alla Corte per il controllo perché ciò è previsto dall'articolo 5 del Testo Unico Decreto Legislativo 19 agosto 2016, numero 175, e sono stati esaminati in sede di controllo.
Il parere della Corte, tuttavia, non è vincolante, per cui l'Eic e gli enti locali possono, motivando le critiche sollevate, dare attuazione al loro progetto.
Dialogare con la Corte, anche se nella fase del controllo eseguito, potrebbe essere utile anche se la parte pubblica ha il potere di confermare gli atti criticati dalla Corte, previa motivazione rafforzata.
Qualche dubbio lo pone la presenza della politica.
Proprio in questi giorni ho letto, su "Gazzetta di Benevento", un intervento di Vincenzo Baldini, docente di Diritto Costituzionale, sui poteri dello stato, che citava Max Weber e Montesquieu i padri delle moderne costituzioni.
Montesquieu, in modo più semplice, distingueva il potere dello Stato in legislativo, esecutivo e giudiziario.
Max Weber, invece, distingueva le fonti diverse di legittimazione del potere e quindi “definiva la continuità sovrapersonale, per cui il potere dello Stato non risulta vincolato in modo esclusivo ad una determinata personalità, come accade invece nei regimi totalitari e non è il nostro caso" (Baldini).
L'intervento del docente universitario induce a riflettere sulla assemblea partecipata dai politici, tecnici e dai giudici della Corte dei Conti.
Gli atti inviati alla Corte, infatti, sono stati esaminati in sede di controllo e il parere della Corte, come già ricordato, non è vincolante, per cui l'Eic e gli enti locali possono, motivando le critiche sollevate, dare attuazione al loro progetto.
Sembra alquanto singolare, però, chiedere la partecipazione della Corte, soggetto controllore, e che si è già pronunciata sugli atti che gli enti pubblici hanno deliberato e inviato, per trovare una soluzione inoppugnabile.
Per ben cinque volte la Corte ha espresso il suo parere ed essendo organo ausiliario del Governo ha funzioni giurisdizionale e di controllo.
In questo caso, cioè di controllo, verifica che il contenuto degli atti sia conforme a legge, cosa che ha fatto, per cui si resta perplessi sulla partecipazione non dei tecnici Eic, ma anche del potere politico.
Tornando a Montesquieu e Max Weber va ribadito che entrambi, da diverse angolazioni, hanno posto le basi della divisione dei poteri per cui bisogna essere attenti a rispettare i principi fondamentali della democrazia".

comunicato n.171850




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