Ci ha lasciati all'eta' di 88 anni anche l'ultimo della lunga dinastia dei Pietrantonio, Antonio
E' stato il sindaco per antonomasia della citta' di Benevento. E' ricordato per le innumerevoli iniziative fatte a favore del capoluogo ma sopratutto per una frase che rappresentata un intero programma di mandato ed una idea di sviluppo e crescita: Accendere i fari sulla citta'
Nostro servizio
Ci ha lasciati all'età di 88 anni anche l'ultimo della lunga dinastia dei Pietrantonio.
Ha terminato serenamente la sua vita terrena affidandosi alla misericordia del Signore, Antonio Pietrantonio (foto), il sindaco per antonomasia di Benevento, che è ricordato per le innumerevoli iniziative fatte per la città di Benevento ma sopratutto per una frase: Accendere i fari sulla città.
Una frase che racchiude un programma di mandato, una idea di sviluppo e che servì alla città per imboccare una strada, un cammino, sopratutto in campo culturale, che l'avrebbe portata a vincere battaglie storiche quale è stata quella dell'insediamento dell'Università degli Studi che poi, gemmata da Salerno, divenne Università degli Studi del Sannio, istituzione ancora senza nome e pur riconoscendo ampiamente che essa sia stata frutto di una coralità di interventi istituzionali, senza un uomo solo che l'avesse indicata e favorita, non sarebbe sbagliato intitolarla alla memoria proprio di Pietrantonio.
Non si può scrivere di Pietrantonio in poche righe ed infatti non lo facciamo perché saremmo certamente manchevoli.
Noi la storia di Benevento e della Democrazia Cristiana, l'abbiamo seguita dagli inizi degli anni Settanta, una vita fa, e Pietrantonio lo ricordiamo sempre protagonista anche quando da esponente della Sinistra di Base era componente del Consiglio comunale, in maggioranza certo, ma in minoranza decisa nell'ambito del partito.
Poi le cose mutarono ed egli divenne il sindaco della città e portò avanti con onore ed orgoglio il suo sindacato per dieci anni.
Dovette interrompere (all'epoca nessuno gli avrebbe impedito di eventualmente proseguire) in quanto fu colpito dalla malevolenza di persone e di giudici ma alla fine venne scagionato da ogni accusa.
Ma la vicenda fu lunga e lo provò anche nel fisico duramente.
Pietrantonio è stato il più longevo della sua famiglia, una famiglia composta da otto figli con la mamma rimasta vedova a soli 35 anni.
Laurea in Filosofia, poi impiegato delle ferrovie prima di darsi totalmente alla scuola come insegnante e poi come preside. A lui si deve anche il grande slancio che ebbe l'Istituto "Le Streghe".
Fu anche presidente del Conservatorio Statale di Musica.
Insomma fu tanto per non dire anche di Città Spettacolo.
Oggi è tornato con i suoi, con le sue sorelle e fratelli Immacolata detta Sisina, Gennaro, Arturo, Titina, Pia, Irma e per ultimo Ottavio.
Ci spiace molto.
Alle figlie Maria Carla con Domenico Zerella, Paola con Alfredo Tarallo, Graziella con Cristiano Di Filippo, gli adorati nipoti Andrea, Giulio, Raffaella ed Anna Claudia, i parenti tutti ne ricordano l'amore per la famiglia, la passione per la scuola, il tenace impegno civico ed amministrativo, facciamo giungere le nostre più sentite condoglianze.
La camera ardente è allestita al Centro "La Pace". E' possibile rendere omaggio alla salma dalle 8.00 di domattina e fino alle 20.00.
Torna da don Emilio Matarazzo.
Il rito funebre sarà celebrato sabato mattina, alle 9.30, nella chiesa di Santa Maria della Pace e di Santa Rita alla Pacevecchia.
Si dice, quando un personaggio noto va via, che se ne va un pezzo della città.
Mai frase più appropriata si poté usare per Pietrantonio.
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