E' ancora possibile sollecitare i giovani di oggi a fare politica, ad impegnarsi per farlo con animo puro e con intenti cristallini?
Francesco Vespasiano ha avuto il grande merito di mettere a confronto alcuni suoi giovani allievi, poco piu' che ventenni, ed il "patriarca", potremmo definirlo cosi', della politica locale, Roberto Costanzo che ha interloquito con loro assieme ad Antonio Coletta sul tema "Chi e' nato quando la Dc non c'era piu' come si immagina la politica di 50 anni fa"
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Francesco Vespasiano, docente di Sociologia al corso di laurea in Economia di Unisannio, ha avuto il grande merito di mettere a confronto alcuni suoi giovani allievi, poco più che ventenni, ed il "patriarca", potremmo definirlo così, della politica locale, Roberto Costanzo che, dall'alto e con la radicata esperienza acquisita nei suoi 96 anni di vita, di cui una ottantina trascorsi a fare politica o ad ascoltare i politici a cominciare dal discorso che tenne Alcide De Gasperi nel 1949 dal balcone della nostra Prefettura e Costanzo era già lì sotto, ha sempre raccontato, ad ascoltarlo, si è pensato potesse dare ai giovani.
Non due generazioni, dunque, ma due mondi a confronto ha messo a confronto Vespasiano, con l'intento, tra l'altro, di dare risposta alla domanda delle domande: E' ancora possibile sollecitare i giovani di oggi a fare politica, ad impegnarsi a fare politica con animo puro e con intenti cristallini e con il solo intento di rendere un servizio alle persone?
Costanzo ha detto di non pensare che si possa tornare indietro, ai tempi della Democrazia Cristiana, ma che ci sono nuovi metodi e nuove formule per rendersi disponibili attivando canali veri di comunicazione con i propri coetanei.
Questo in estrema sintesi quanto detto stamane nel dibattito sulla storia politica del Sannio rispondendo al tema: "Chi è nato quando la Dc non c'era più come si immagina la politica di 50 anni fa".
Antonio Coletta e Roberto Costanzo, autori del libro "50 anni di Democrazia Cristiana nel Sannio", hanno accettato e sostenuto il confronto con un gruppo di giovani universitari coordinato da Francesco Vespasiano che ha aperto i lavori dicendo che a tre grandi aspetti bisogna dar conto e cioè ai luoghi del sapere; alle fonti e quindi alla diffusione del sapere anche perché è nei dettagli che si nascondono anche gli angeli ed infine nella discussione.
Non basta, infatti, sapere le cose ma occorre anche avere la capacità di confrontarsi.
Roberto Costanzo nella sua lunga vita politica ha lottato vincendo, perdendo, ma gestendo i conflitti ed è questa la cosa importante, ha proseguito Vespasiano. Oggi intere generazioni non sanno nemmeno come si gestiscono questi conflitti in cui periodicamente siamo coinvolti.
Il docente di Sociologia ha anche detto che alla Democrazia Cristiana si deve anche gran parte della posizione di prestigio assunta nel mondo dall'Italia.
Ed è anche questo che è posto in evidenza nel libro di Costanzo e Coletta, la centralità della Dc pur senza disconoscere merito e valore degli altri partiti.
Vespasiano ha anche fatto cenno agli episodi di corruzione che si ebbero nella ricostruzione dal terremoto sia del 1962 che del 1980 e che furono evidenziati dalla Commissione d'Inchiesta che fu incaricata di farlo.
Il docente ha anche trattato della figura importante di Roberto Costanzo, fondamentale per il territorio in tanti campi della imprenditoria ma sopratutto in quella agroalimentare dove un ruolo importante ebbe la Coldiretti, di Costanzo, appunto.
Il professore ha anche apprezzato la lucidità dell'ex parlamentare europeo e primo assessore regionale all'Agricoltura nel 1970, una lucidità che è riversata anche nel libro con un metodo di ragionamento politico, quello che occorre per cercare di colloquiare con i giovani.
A questo punto sono intervenuti tre studenti che hanno posto domande ai due ospiti.
Antonella Ferrara, ha parlato di un libro speciale, quello scritto da Costanzo e Coletta, che è anche una narrazione viva di ciò che è stata la Dc nel Sannio.
Non è solo un titolo quello del libro, ma un vero e proprio viaggio che ha lasciato al suo passaggio una impronta indelebile nella sua azione.
E' anche una attenta ricostruzione cronologica del dopoguerra.
Un percorso condiviso di storiografia e riflessioni.
Un dialogo a due voci, ha ancora detto Ferrara, apparantemente lontane, che si incontrano, si confrontano e si completano.
E poi non si parla solo del passato ma c'è anche un messaggio per noi ragazzi che è quello che la politica può ancora essere una vocazione, una passione, al servizio dei cittadini.
Il primo a rispondere è stato Antonio Coletta che si è chiesto: Consigli per avvicinarsi alla politica?
Benevento nell'immediato Dopoguerra viveva nella indigenza più assoluta.
Le ragazze a scuola arrivavano quasi tutte al massimo alla terza media, perché si riteneva fosse inutile che studiassero.
Tra i cittadini e le istituzioni c'era in mezzo il notabile del luogo.
La Dc ebbe invece il grande merito di organizzare i contadini dando loro anche una prospettiva sociale ed economica.
Attraverso la politica è possibile cambiare il destino della gente, ha proseguito Coletta.
Poi c'è stato un liberismo sfrenato che è stato l'anticamera della fine della politica.
Se volete un futuro, ha quindi risposto alla domanda, ritornate alla politica.
Roberto Costanzo ha detto di essere speranzoso ma anche sfiduciato perché il momento attuale è difficile.
I giovani non trovano occasione per parlare di politica.
Chi non è più giovane dovrebbe avere il dovere di invogliare a fare politica.
Si può realizzare se stessi militando in un partito, ci dicevamo all'epoca.
Io che sono stato democristiano, ha concluso Costanzo, riconosco però che non capimmo l'importanza del dibattito interno così come lo è quello da intrattenere con gli altri.
A seguire è intervenuto Giuseppe Calvanese che ha ricordato come all'epoca fosse forte il dibattito tra il Pci e la Dc ma che con lo sciogliersi di questi due partiti di massa, tutto è poi finito ed oggi ci chiediamo come possa ritornarsi a mettere al centro la politica e non le singole persone.
Coletta ha risposto dicendo che qualcuno ha spinto acché le cose dovessero andare così.
I partiti sono stati spazzati via perché non sono stati in grado di organizzarsi adeguatamente rispetto al cambiamento.
Costanzo ha chiesto: Quanti universitari si pongono oggi questi problemi?
Come oggi i giovani potrebbero fare politica?
Mi auguro che queste domande se le pongano anche altri giovani. Se non lo fanno non è colpa loro ma nostra.
Non mancano le persone e le idee ma mancano gli strumenti di aggregazione per metterli insieme e farli discutere.
La storia va ricordata ma non va subita.
Oggi per fare politica bisogna andare a vedere come è stata fatta nel passato. La Dc ha anche avuto critiche, che meritava, ma non si è verificato in nessuna altra parte del mondo che essa governasse ininterrottamente un Paese per 50 anni.
Ciò detto non vi aspettate che Costanzo vi venga a dire che il futurio sta nella rinascita della Dc.
Quel tempo è finito.
Dalla cultura di quei tempi però si possono trarre spunti per nuove forme di politica fatta dai giovani, ha concluso l'ex europarlamentare.
L'ultimo intervento è stato di Carmine Ciarla il quale ha dichiarato di essere uno di quelli che non sa nulla di politica, questo fino a due mesi fa.
Oramai però essa mi affascina e provo ad assumere informazioni.
La Dc è stato un partito molto vicino alla Chiesa che all'epoca era portatrice di valori che magari oggi esprime con difficoltà. Anche per questo la Dc è scomparsa, ha detto Ciarla.
Coletta ha risposto dicendo che la Dc ha certamente usufruito a piene mani della organizzazione della Chiesa. Il povero cristo che aveva bisogno di qualcosa poteva rivolgersi o al parroco o al notabile della zona.
Nuove forme di aggregazione politica non le possiamo certamente indicare noi del passato.
Ricordate solo che senza la politica il rischio è grosso.
Si può ricominciare anche da piccoli pulpiti, ha concluso Coletta.
A finire ha risposto Costanzo il quale ha confermato che il cristianesimo in politica c'è stato e non solo in Italia.
Siamo nati come Dc e come una ispirazione universale.
Oggi la Chiesa è diversa così come la società ed i partiti di tradizione non ci sono più ma non è dappertutto così.
Al centro dell'Europa ci sono ancora, saldamente, partiti di ispirazione cristiana.
I cattolici di oggi fanno bene a portare il loro pensiero nei due principali raggruppamenti di Centrodestra e di Centronistra.
Mi auguro che il pensiero cattolico sappia convivere con altre culture senza cedere agli estremismi.
Non ho citato il Centro, singolarmente inteso, perché ritengo che esso oggi non abbia ragione di esistere da solo e perciò è giusto che stia sia nel Centrodestra che nel Centrosinistra, ha concluso Costanzo.
comunicato n.171818
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