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Benevento, 03-07-2025 13:03 ____
Elaborazione di un progetto, che risponda a criteri urbanistici aderenti alle necessita' di miglioramento della vivibilita'
A questo criterio pregiudiziale la Regione Campania dovra' subordinare il finanziamento di 30 milioni di euro per il progetto delle galleria dell'Asse interquartiere, scrive Giovanni Giusti, portavoce del Comitato "Basta opere inutili e dannose. Difendiamo la vivibilita'. No alle gallerie"
Redazione
  

Giovanni Giusti, portavoce del Comitato "Basta opere inutili e dannose. Difendiamo la vivibilità. No alle gallerie", interviene nel dibattito in merito alla realizzazione dell'Asse Interquartiere.
"Gentile direttore - scrive - nella prossima seduta, che, pare in calendario nel mese di luglio 2025, il Consiglio regionale della Campania discuterà e voterà una mozione, presentata dal consigliere Luigi Abbate, che impegna la giunta a subordinare il finanziamento al Comune di Benevento: Alla revisione totale del progetto, con la condizione pregiudiziale dell'eliminazione delle gallerie; All'elaborazione di un progetto, che risponda a criteri urbanistici aderenti alle necessità di miglioramento della vivibilità ossia alla riduzione del traffico veicolare privato, al fine di ridurre l'inquinamento, problema particolarmente grave in una città che naviga agli ultimi posti per il clima e che vede l'incremento delle ondate di calore estremo e che sia realmente e inequivocabilmente coerente con le finalità di coesione e sviluppo del piano.
La mozione riprende tutte le giuste critiche che il Comitato "Basta opere inutili e dannose. Difendiamo la vivibilità. No alle gallerie" ha mosso contro l’idea folle, inadeguata, dannosa del cosiddetto Asse Interquartiere, che prevede la costruzione di tre gallerie, sovrapposte e tutte aventi estremi in via Martiri d'Ungheria: Due canne, le superficiali, nulla c'entrano con il tema.
Il Consiglio regionale, è chiamato a decidere se è giusto: Postare la somma di 30 milioni di euro su un elaborato composto di quattro carte senza né capo né coda; Autorizzare una spesa di 30 milioni di euro per un’opera inutile e dannosa, in un momento della storia quando le esigenze popolari sono così mortificate.
Da qualche giorno, i giornali locali hanno dato voce ad una campagna di diversione, reclamizzando piani di trasporto, che comprenderebbero piste ciclabili, parcheggi, e, the last but not the least, una metropolitana leggera.
Si allarga e si precisa un lancio del sindaco di Benevento, che, consumate, perché improponibili e ridicole, le finalità d'uso delle due gallerie superficiali, negozi‐mostre‐parcheggi, avanzò un'altra perla, consistente nel destinare, in futuro, il volume scavato a stazione della futura metropolitana leggera, necessaria al quartiere Atlantici‐Mellusi nel tragitto tra Porta Rufina e l'Ospedale.
Voglio credere che qualcuno abbia avvertito in sindaco di questa città, laureato in Filosofia, che avventurarsi nei domini dell'ingegneria lo esponga a figuracce.
Per conseguire una laurea in Ingegneria Civile trasporti è fondamentale conoscere la differenza tra i criteri di progettazione di una strada e di una ferrovia: nelle une si ragiona in percento, nella altre si deve ragionare in per mille.
Basta rilevare la differenza di quota altimetrica tra Porta Rufina Stazione (fondo Valle fiume Sabato) e la collina e la relativa distanza per capire che la cosa non si regge né può reggersi.
E allora? Si ripropone una "cosa", rimestata da alcuni, in questi ultimi quarant'anni, inacidita: Un pezzo della ferrovia "Valle Caudina" (passare al banco del lost e found), un pezzo della Benevento‐Avellino, e voilà, la metropolitana "leggera" è fatta.
Per carità, che resti l'aggettivo qualificativo "leggera".
Così è più digeribile, visto che è un'altra inutilità, stimola l'immagine della levità e della fluttuazione nell'aria, titilla il senso di grandiosità, dato che "metropolitana è un sistema underground per evitare il traffico di superficie in grandi aree urbane" definizione che, certo, non si attaglia al centro urbano di Benevento.
A puro titolo informativo, la prima metropolitana fu ideata e costruita a Londra e conserva la sua primogenitura e originalità nel nome "The tube".
Le piste ciclabili? Quelle strisce rosso amaranto disegnate sulla carreggiata stradale, che sbiadiscono al sole, nel tempo di qualche anno?
Ho vissuto in simbiosi con la bici dai 5 ai 19 anni, poi, dai 43 al qualche anno fa come sport.
Credo di avere esperienza tale, anche per aver percorso l'Europa Occidentale, da dire, che, in questa città, non c'è la cultura della bici come mezzo consuetudinario di trasporto.
Gli interventi di modifica e di integrazione di un reticolo viario urbano sono una cosa seria: abbisognano di analisi numeriche, devono tenere conto dei mezzi di trasporto, devono valutare i sedimenti architettonici, devono valutare l'assetto topografico, devono porre la massima attenzione ai rapporti con le zone di espansione e con gli altri centri urbani, devono, soprattutto, disegnare un futuro sostenibile.
Uno studio oneroso, reso più impegnativo dai termini di un quadro generale di complessiva decadenza dell'occidente capitalistico, impegnato a praticare percorsi di morte e distruzione, introiettati fino all'annichilimento, di cui la denatalità e l'emigrazione sono una manifestazione.
Vogliamo produrre un gemito di speranza?
Allora smettiamola di guardarci allo specchio, come Grimilde, la matrigna di Biancaneve, e iniziamo a fare le cose con serietà, conclude Giusti.

Ps. In occasione di uno studio su un incidente avvenuto in un impianto, studio che dovetti gestire, Vittorio Betta, compianto docente di Fisica Tecnica, persona di assoluta finezza, nel soma, nell'abito e nell'intelletto, mi apostrofava: "Ingegnere, si ricordi che l'energia si trasmette per irraggiamento per il 99% e l'irraggiamento non conosce mezzo".
In questi giorni d'estate, sulla Terra, che abbiamo rovinato, capita di dimenticare o di non essere avvisati, sicché l'irraggiamento colpisce e genera "i colpi di sole".
Ne capitano, poi, di belle: si incominciano a vedere le agorà, i radiosi futuri di supremazia.
Il fenomeno è conosciuto come contrappasso: peggio si sta, più grandi sono le visioni.
Qualunque sia la classifica tematica, questa città naviga, spesso, agli ultimi posti.
Sono convinto che la verecondia sia un grande virtù.
Essa spinge a osservare ciò che si è fatto e a riconoscere i propri errori, ma è una virtù ottocentesca.
Invece, oggi, si è compulsati a rilanciare. Si sa: 'A pezzenteria vo 'o sfogo".

comunicato n.171812




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