Nel dibattito sulla questione legata alle Aree Interne, interviene il dirigente sannita di Fratelli d'Italia, Antonio Del Mese
Si e' parlato della "morte delle aree interne" fingendo di non sapere che, nel processo di approvazione del Piano, sono state coinvolte, in disparte, il Censis e il Cnel, le Regioni, i Comuni, le Province, l'Anci, l'Upi e l'Uncem. Sparare a zero contro il Piano per mere logiche elettorali serve solo a seminare sfiducia
Redazione
Nel dibattito sulla questione legata alle Aree Interne, interviene il dirigente sannita di Fratelli d'Italia, Antonio Del Mese (foto).
"Il coro di protesta del centrosinistra sannita - scrive - impone qualche chiarificazione sul Piano strategico nazionale delle aree interne, passate da 67 a 124, approvato da una Cabina di Regia ritenuta dall'Anci, nel corso della riunione del 9 aprile scorso, strumento fondamentale nell'assicurare il coordinamento tra i diversi livelli di governo e gli altri enti e soggetti competenti, pubblici e privati.
Si è parlato della "morte delle aree interne" fingendo di non sapere che, nel processo di approvazione del Piano, sono state coinvolte, in disparte, il Censis e il Cnel, le Regioni, i Comuni, le Province, l'Anci, l'Upi e l'Uncem che, lungi dal fare propaganda politica, hanno fornito il loro contributo con osservazioni e proposte.
Sparare a zero contro il Piano per mere logiche elettorali serve solo a seminare sfiducia e confondere le persone, alimentandone incertezze e disagio.
Il decennio deluchiano ha prodotto troppi danni e disinformazione.
Le politiche delle Aree Interne possono costituire l’occasione per spazzare via veri e propri laboratori di potere personale: occorrono risposte adeguate con il rafforzamento delle città medie che devono diventare un motore di sviluppo in grado di offrire servizi e prospettive ai territori circostanti.
Il Piano non è un documento definitivo ed intoccabile, è uno strumento operativo, utile ad avviare un cambiamento concreto.
Ma per cambiare occorre un rinnovato ruolo delle Regioni, delle Province e degli altri enti locali che dovranno garantire, diversamente da quanto avvenuto negli ultimi dieci anni in Regione Campania a trazione deluchiana, un adeguato e strutturato supporto alle aree più fragili.
Dobbiamo costruire una narrazione alternativa al monologo dello sceriffo del golfo, la cui maggioranza politica non è stata in grado di costruire una seria e concreta proposta politica sulla sanità, sulla gestione dei trasporti e delle infrastrutture, sul futuro dei giovani costretti a emigrare, sulla legalità e sulla trasparenza.
Dobbiamo altresì superare la "burocrazia deluchiana" che ha bloccato lo sviluppo delle aree interne, assoggettandolo ad interessi non sempre definiti e decifrabili.
Basta slogan: occorre una visione sul lungo periodo, che rimetta al centro parole dimenticate come merito, diritto, trasparenza, giustizia territoriale e legalità.
Occorre una collaborazione istituzionale ampia e operativa che coinvolga tutti gli attori per dare rapida attuazione al Piano e portare risultati concreti ai territori.
Questa la politica delle aree interne del centrodestra.
Il Piano è un punto di partenza, contiene tutte le indicazioni per contrastare lo spopolamento, migliorare la qualità della vita e rendere i territori più attrattivi, in particolare attraverso interventi mirati nel settore sanitario e nei trasporti.
Proprio quei settori dove il governo regionale del centrosinistra ha fallito clamorosamente.
Dovremmo impegnarci a portare soluzioni, non inutili e sterili polemiche di cartello in vista delle elezioni regionali.
Dal governo di centrodestra un nuovo approccio, una nuova metodologia, lavorando, per esempio, sull'idea di definire aree interne europee, in collaborazione con paesi come Spagna, Francia e Germania, per ottenere sinergie e risorse nella presente e nella nuova programmazione.
Come giustamente ha ricordato il ministro Foti "...Chi non sa leggere il Piano è meglio che lo legga... è un Piano per agire non per certificare la resa..."
E' un momento cruciale per la democrazia regionale.
Non promettiamo miracoli ma un lavoro collettivo dove le difficoltà servono a rafforzare le convinzioni, dove il centro si costruisce dalle periferie, dotate di paesaggio e di un ricco patrimonio storico-artistico ed enogastronomico.
Il centrodestra offrirà ai cittadini una reale alternativa contribuendo a un rinnovamento della classe dirigente campana".
comunicato n.171801
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