Una giornata particolare quella che la citta' ha vissuto nel giorno che precede la celebrazione della memoria liturgica della Madonna delle Grazie
L'occasione del Giubileo della "Speranza" ha fatto si' che ci fosse qualcosa di straordinario anche nella tradizionale festa rappresentata dall'uscita della statua della Madonna che ha lasciato per qualche ora la teca in cui e' contenuta ed ha percorso le vie della citta'. Il monito di monsignor Accrocca: Gesu' non ci dice di coltivare pettegolezzi e di scannarci per pochi euro
Nostro servizio
Una giornata particolare e speciale quella che la città ha vissuto nel giorno che precede la celebrazione della memoria liturgica della Madonna delle Grazie, la co-patrona di Benevento, particolarmente amata, da sempre, dai beneventani ma anche dai sanniti in generale, possiamo dire.
L'occasione del Giubileo della "Speranza" ha fatto sì che ci fosse qualcosa di straordinario anche nella tradizionale festa della Madonna delle Grazie rappresentata dall'uscita della statua della Madonna che ha lasciato per qualche ora la teca in cui è contenuta ed ha percorso le vie della città.
L'arcivescovo Felice Accrocca ha seguito con grande gioia tutto l'evento ed a tratti lo abbiamo visto addiritura estasiato nel guardare quella statua che rappresenta quella Madonna a cui lui è particolarmente devoto.
Monsignor Accrocca all'Omelia ha commentato le pagine del Vangelo che trattano della trasformazione dell'acqua in vino alle nozze di Cana.
E' stato questo il primo segno di Gesù, il primo miracolo, fatto peraltro in una festa che è la festa di un Dio che la vuole suggellare con l'umanità.
Cana, dunque, ha un significato importante perché Dio vuole che la vita fosse vissuta come una festa, appunto, e nella concordia.
Questa unità però è resa anche da chi ha sete di affari e questo favorisce chi produce armi ed incentiva le guerre visto che poi quelle armi prodotte devono sparare.
La festa, allora, rischia di interrompersi e di diventare tragedia.
Dio vorrebbe che la terra tornasse ad essere quel giardino che ci aveva consegnato ed invece per gli interessi di pochissimi la stiamo trasformando in una pattumiera, ha proseguito l'arcivescovo.
In tutto questo anche noi piccoli ci mettiamo del nostro per non raggiungere la festa.
Quante divisioni, tante piccole gelosie, che rovinano in pratica l'esistenza.
E qui tornano le parole di Maria che ci devono aiutare a difenderci.
La Madonna disse a Cana ai servi, qualsiasi cosa vi dirà, rivolto a Gesù, voi fatela.
Gesù non ci dice di coltivare pettegolezzi e scannarci per poche migliaia di euro.
Siamo ad un campanilismo che ci pone l'uno contro l'altro.
Gesù vorrebbe che la nostra vita fosse vissuta nella semplicità.
Poi l'arcivescovo ha ricordato che l'ultima scena plastica egli l'ha vista un po' di anni fa in un campo rom di Roma, sulla Pontina.
Tornavo dall'Istituto Storico, ha detto, dove una volta a settimana andavo a fare ricerche ed in quel campo tra le roulotte vidi anziani che parlavano tra loro seduti mentre i bambini ridevano e giocavano ed io pensai a quando da ragazzo nella mia città c'erano gli uomini che, dopo il lavoro nei campi, si fermavano al bar per una partita a carte, le nonne facevano le calze ed i bimbi che anche lì giocavano.
Ecco sono queste scene di semplicità.
Questo si ripeterà ed avverrà, ha concluso l'arcivescovo Accrocca, se ascoltiamo l'indicazione della Madonna: Qualsiasi cosa vi dice, fatela.
Ultimata la Messa c'è stata la discesa della Madonna dalla sua nicchia, una operazione che oramai è divenuta "semplice" ed altamente tecnologica.
Il tutto accompagnato dal forte applauso dei fedeli e dall'arcivescovo che ha gridato viva la Madonna delle Grazie.
Poi la statua, baciata dalle autorità (nelle foto in basso dalla quattordicesima alla sedicesima), dopo l'arcivescovo, seguito dal vice sindaco De Pierro e dal comandante della Polizia Municipale, Vecchio, è stata portata all'esterno della Basilica e posta su un'auto del Centro "La Pace".
La processione, molto partecipata, composta da autorità, fedeli, ordini religiosi e cavallereschi ha percorso viale San Lorenzo e poi proseguendo per corso Dante e corso Garibaldi è giunta fino a via XXIV Maggio per ritornare a viale San Lorenzo ed a casa.
Dinanzi alla statua c'è stata la veglia che ha portato tutti nel giorno della festa che è domani, il 2 luglio.
Le parti salienti della celebrazione eucaristica sono state sottolineate dal Coro della Basilica (nelle foto in basso dalla sette alla dieci).
Le foto che seguono sono di Antonio Caporaso
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