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Benevento, 12-06-2025 16:45 ____
Il rischio di una anestetizzazione delle coscienze e' quello piu' alto che stiamo correndo. Assistiamo solo alla rabbia sparata sui social
Tutto questo porta alla disumanizzazione. Oggi dobbiamo cogliere l'occasione di reagire ma non con la rabbia ma con lo sdegno ha detto monsignor Accrocca all'incontro sul tema "Lievito di Pace: L'impegno delle Istituzioni" voluto dal sindaco Clemente Mastella
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L'incontro al Teatro del Collegio de la Salle sul tema "Lievito di Pace: L'impegno delle Istituzioni" voluto dal sindaco Clemente Mastella, a parte il titolo che è da sottolineare posivitamente e favorevolmente, ha poi presentato qualche elemento di perplessità.
A parte la presenza di una trentina di sindaci, non pochi ma neanche molti se si considera che nel Sannio essi ne sono 78, la città, a cui non era precluso l'ingresso, è stata totalmente e completamente assente ed il periodo di ferie scolastiche non ha neanche consentito agli organizzatori di poter usufruire di quel popolo di scolaresche quasi sempre, anzi sempre, usato per mascherare l'assenza di un pubblico a cui si tenta invece di dar corpo con una "finta presenza", quella di allievi di qualche istituto, obbligati ad essere presenti ad una determinata manifestazione.
E' dunque la sensibilità verso il tema non ci è parso sia stata affatto alta.
C'è poi un altro elemento da non sottovalutare e che riguarda la eccessiva partigianeria nella condanna delle devastazioni e dei genocidi in atto nel mondo.
Questo è un aspetto molto importante e che potrebbe mettere ogni iniziativa, anche la più lodevole, sul binario morto delle divisività così come da mesi avviene a livello nazionale.
Al termine degli interventi, il sindaco di Colle Sannita, Michele Iapozzuto (nella prima foto in basso), su invito di Mastella, ha letto la "mozione" precedentemente preparata e che è stata votata all'unanimità da tutti i sindaci presenti.
Questa mozione cita nella premessa il conflitto, parimenti da genocidio, che si consuma in Ucraina e dove c'è un aggressore che si chiama Putin ed un aggredito che si chiama popolo ucraino, ma questa evidenza poi scompare nel "deliberato", che tra la gente della Pubblica Amministrazione è noto per essere quello che conta, e ci si è dunque "impegnati" a dare piena e concreta solidarietà alla popolazione civile palestinese con particolare attenzione ai bambini, donne ed anziani, crudelmente vittime della barbarie in atto.
I bambini, le donne e gli anziani dell'Ucraina evidentemente non hanno lo stesso peso nella condanna di queste aggressioni che destabilizzano oramai la pace nel mondo.
Perché questa "dimenticanza"?
Eppure tutti si affannano a dire che queste manifestazioni, come la fiaccolata prevista per questa sera, non devono essere divisive.
Giusta considerazione, ma non ci pare che l'atto conclusivo e di sintesi della manifestazione della mattinata, sia andato in questa direzione.
Passando alla cronaca dei lavori, l'apertura degli stessi è stata affidata al sindaco Mastella che ha parlato della necessità di una alleanza tra persone di un umanesimo che è andato gambe all'aria.
E qui Mastella, per identificare il ruolo da assegnare a piccole comunità come la nostra rispetto a questi grandi eventi mondiali, ha raccontato di quanto detto da Peppe Guardiola, l'allenatore del Manchester City al conferimento della laurea Honoris Causa.
Egli, a proposito di quanto sta avvenendo a Gaza, ha fatto l'esempio di una foresta che brucia e dove gli animali indifesi sono in difficoltà.
C'è però un uccellino che si dà da fare andando avanti ed indietro e nel suo becco porta dell'acqua per tentare di spegnere quel rogo.
Un serpente però gli dice: Chi te lo fa fare? Non risolvi assolutamente nulla con questa pochissima acqua che trasporti.
E l'uccellino che risponde: Ne sono consapevole ma così faccio la mia parte.
Ecco, quello che stiamo facendo oggi è proprio quello che ha fatto quell'uccellino, ha proseguito Mastella.
Siamo all'egoismo e non ad un modo di stare insieme.
Io non tifo per Gaza e siamo per la scelta di due popoli e due Stati.
Ho fatto i miei complimenti al ministro dell'Interno, Piantedosi ed al presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Zuppi, per quella sorta di intesa che stanno cercando di chiudere sui migranti.
Anche noi dobbiamo fare il tifo solo per la pace e spero che in questo ci aiutino anche le religioni monoteiste che guardano ad un solo Dio, che possano lavorare insieme per riportare quell'armonia che si è persa, ha concluso Mastella.
A questo punto la parola è passata a tre sindaci, in rappresentanza di tutti gli altri.
Il primo a parlare è stato Danilo Parente, sindaco di Apollosa, che ha sottolineato la bontà di questa riflessione che non parteggia per nessuno.
Noi possiamo fare sensibilizzazione e cultura tra la nostra gente.
Gaza, negli anni passati, la siamo stati anche noi.
C'è necessità, ha proseguito Parente, di calare la storia nella realtà.
Non siamo partigiani di guerre, che peraltro neanche conosciamo fino in fondo, ma messaggeri di pace.
A seguire ha preso la parola Pasquale Matera, sindaco di Bucciano, che ha detto di aver risposto ad un appello che ci rivolge Papa Leone XIV che chiama a raccolta tutti noi.
Bisogna andare oltre le ideologie e le appartenenze.
Pace significa poi anche tutela dei giovani.
Uniamoci dunque per un progetto più grande e facciamo delle nostre comunità dei cantieri di pace.
Matera ha concluso dicendo che non bisogna voltare lo sguardo solo ad una parte della tragedia ma bisogna chiedere con forza che ovunque cessino le azioni di guerra. Certamente su Gaza e possibilmente senza la intermediazione di Hamas.
A chiudere gli interventi dei sindaci è stato Vito Fusco di Castelpoto, che ha parlato delle comunità locali che debbono poter avere un ruolo anche nella pace attingendo anche alla storia ed alla frase pronunciata dopo l'atomica sganciata su Horishima: Mai più.
Sembravano questi concetti acquisiti, ma oggi ci troviamo con conflitti in tante parti nel mondo all'interno dei quali c'è il dramma di Gaza che in realtà ha inizio nel 1948 rafforzato poi dai conflitti, la guerra dei sei giorni, del 1967.
E poi c'è la fame che oggi viene usata come arma di guerra.
L'appello, ha concluso Fusco, è per la pace tra Israele e la Palestina.
Hamas certamente non sta facendo un buon servizio al popolo palestinese e così come Israele, va fermato.
A seguire è intervenuto il presidente della Provincia, Nino Lombardi, che ha parlato di un bel momento, quello di oggi, che ci vede camminare insieme.
Una voce corale si alza per la pace ed è una voce artigianale che nasce dalle nostre famiglie e che si anima nei quartieri dei nostri borghi.
La indifferenza ammazza le istituzioni.
E qui Lombardi ha fatto riferimento all'Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) che ha invitato a compiere un atto di forza e di tutela delle popolazioni.
Mai più gesti di brutalità e di crudeltà, questo deve chiedere e far rispettare l'Onu, ha concluso Lombardi.
A chiudere c'è stato l'intervento dell'arcivescovo Felice Accrocca che ha parlato del rischio di una anestetizzazione delle coscienze che è il rischio più alto che stiamo correndo.
Qui si assiste solo alla rabbia sparata sui social.
Oggi, rispetto a 20 anni fa, alla guerra in Iran, le manifestazioni che si tengono sono meno importanti ed in realtà non ce ne sono state.
Tutto questo porta alla disumanizzazione, ha proseguito l'arcivescovo. Oggi dobbiamo cogliere l'occasione di reagire ma non con la rabbia ma con lo sdegno e quindi grazie anche a questa manifestazione.
Essere per la pace è essere equidistanti non significa mettere tutti sullo stesso piano. In Ucraina c'è un aggressore ed un aggredito.
Hamas e Netanyahu sono necessari l'uno all'altro per poter esistere.
Sono nemici ma hanno bisogno l'uno dell'altro.
E qui mons. Accrocca, che nella conversazione con i giornalisti prima dell'inizio dell'incontro ci ha raccontato che anche lui ieri sera ha visto per l'ennesima volta il film della saga di Peppone e don Camillo, ha detto che quando Peppone andò dal vescovo, che su sua richiesta aveva mandato via don Camillo, alla fine non ce la fece più a resistere e stare senza di lui e disse: Ce lo dovete ridare perché serve a me.
Serviva a lui infatti, al comunista, il prete per poter avere un nemico da combattere.
E così, con evidentemente diverse drammaticità, è tra Hamas e Netanyahu.
Quello che si auspica, è avere due Stati con Gerusalemme città internazionale.
Si dice e si propende per tutto ciò, ma allo stato attuale sembra essere solo una presa in giro.
Noi possiamo fare quello che la coscienza ci impone di fare.
Sarebbe bello però se da Benevento potesse partire, ha concluso il vescovo, una protesta che ci riporti in piazza.
Chi potrebbe muoversi, non lo fa perché ci sono complicità.
Come credente e come cittadino qualcosa penso si debba fare e se siamo qua vuol dire che almeno questo lo abbiamo compreso e qualcosa stiamo facendo.
A questo punto ha ripreso brevemente la parola Mastella per dichiarare la propria disponibilità a collaborare con la Caritas (in sala presente il direttore Pasquale Zagarese nella penultima foto in basso) per iniziative da porre in essere a favore della popolazione di Gaza). 
Ultimati gli interventi c'è stata la lettura della mozione, la votazione unanime e poi la tradizionale foto finale di rito (nella quattordicesima foto in basso).
Alla manifestazione non ha preso parte, per motivi di salute, il vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata dei Goti, monsignor Giuseppe Mazzafaro.
Una curiosità. Il nostro collega Enzo Colarusso si è prestato, con l'intento di stigmatizzare i comportamenti dei vertici delle componenti in guerra, a farsi fotografare (nell'ultima foto in basso) in atteggiamento da Palazzo Venezia.

  

  

  

  

  

  

  

  

comunicato n.171381




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