Alexander Lonquich, accompagnato dall'Orchestra del Conservatorio "Nicola Sala", chiude la Stagione Artistica dell'Accademia di Santa Sofia
Un grande musicista che esalta il lavoro svolto con questi giovani che rappresentano il futuro della musica. Sono ottimista per l'impegno che tutti hanno profuso. La musica per i giovani puo' essere aggregante e diventare un elemento per gestire bene la propria vita
Nostro servizio
E' terminata, con stasera, con il recupero di questo spettacolo che era stato originariamente programmato, e poi rinviato, per i giorni in cui è morto papa Francesco, la stagione artistica 2024-2025 dell'Accademia di Santa Sofia, una stagione a cui hanno preso parte tanti artisti di grande spessore musicale.
A chiudere è stato Alexander Lonquich, accompagnato dall'Orchestra del Conservatorio "Nicola Sala", coordinata da Maurizio Petrolo.
Lonquich è un pianista classico e direttore d'orchestra tedesco che ha vinto il primo premio al Concorso Pianistico "Alessandro Casagrande" di Terni, in Italia, all'età di 16 anni ed è oggi il direttore artistico della Scuola di Musica di Fiesole.
Il musicista lo abbiamo incontrato poco prima che il concerto avesse inizio.
A lei l'onere, gli abbiamo detto, ma anche l'onore, di chiudere la stagione artistica dell'Accademia di Santa Sofia che si è arricchita della partecipazione di importanti nomi della musica contemporanea, come il suo.
E' questa, dunque, l'ultima rappresentazione per quest'anno in questo Teatro Comunale restaurato e dal tutto esaurito anche stasera.
A lei tutte belle considerazioni...
Mi fa piacere, ci ha risposto Lonquich, anche perché è stato tutto un lavoro molto interessante con i ragazzi del Conservatorio "Nicola Sala" assieme ad alcuni loro docenti.
Il programma che proponiamo al pubblico è estremamente impegnativo e richiede molta dedizione.
Abbiamo fatto un lavoro molto impegnativo in due giorni con questa Orchestra e spero che riusciremo ad entrare dentro lo spirito della musica che proponiamo.
Questi ragazzi sono il nostro futuro da un punto di vista musicale, abbiamo ancora detto al maestro.
Tra questi c'è potenzialmente anche quello che la sostituirà. Sono tutti bravi e volenterosi. ma hanno risposto adeguatamente alla sollecitazione della sua bacchetta da direttore d'orchestra?
Alcuni sono più avanzati, ci ha riposto il grande pianista, altri meno. E' questione solo di esperienza.
In una orchestra c'è chi è già abituato ad esibirsi e chi deve ancora lavorare abbastanza per trovarsi a suo agio e potersi esprimere al massimo.
Ma questo è proprio uno spaccato che è tipico di un Conservatorio.
In linea di massima sono ottimista.
Insomma, può dunque ritenersi soddisfatto, abbiamo detto a Lonquich?
Sì, anzi, mi correggo, non si è mai soddisfatti in questo nostro mestiere, mi sento però ottimista, questo sì.
Stasera, abbiamo ripresa noi, presenta il romanticismo europeo, un filone musicale che sta anche particolarmente a cuore al pubblico che, peraltro, lo ha sempre bene accettato.
Sì, è proprio così, ci ha risposto.
Diciamo che Mozart appartiene un po' quasi all'Illuminismo, almeno io così lo vedo, mentre Beethoven, venendo da Mozart, fa un salto veramente grande nel romanticismo e non a caso egli è considerato proprio il primo romantico.
I tempi che viviamo sono difficili. Che cosa possiamo dire a questi giovani, abbiamo infine chiesto a Lonquich. La musica li può aiutare?
Io penso proprio di sì. Importante che sia una cosa da prendere molto sul serio, nel senso buono, ma essa può e deve essere anche molto giocosa e divertente.
Però bisogna volere veramente tanto da se stessi e trovare un buon rapporto con gli altri nel suonare.
Più quello si riesce a fare, più diventa un impegno che vale la pena vivere e diventa anche simbolico per gestire bene la propria vita.
Sin qui la breve chiacchierata con Lonquich che ha diretto una Orchestra composta da oltre 50 musicisti.
L'ensemble sarà composto da: Niccolò Laiso, Luigi Abate, Vincenzo Iovino, Lucia Romeo, Febe Bellaroba, Nicole Agata Nicoletti, Vincenzo Maria Liuzzi, Alessandro Martucci (primi violini); Manuela Raucci, Flavia Civico, Davide Marrone, Sara Marra. Antonia Leone, Antonia Valente (secondi violini); Alessandro Zerella, Michael Iadanza, Gianluigi Panarese, Donato Gobbo, Francesca De Gregorio, Eleonora Fonzo (viole); Gianluca Giganti, Manuel Ciccaglione, Donato Messina, Mario Crisci, Antonio Manicardi, Federico Emanuele Babini (violoncelli); Rutigliano Giuseppe, Martina Falzarano, Cosimo Pio Ferraro (contrabbassi); Marilù Grieco, Damiana Cinque (flauti); Salvatore Ruggiero, Simone Zimbardi (oboi); Riccardo Amore, Pietro Ciriello (clarinetto); Francesco Bossone, Lorenzo Vallini (fagotto); Gerardo Papa, Salvatore Di Santi (corni); Alessio Puglisi, Valerio Romano (trombe); Francesco Pio Papaccio (timpani); maestro collaboratore di palcoscenico Adele Abate.
comunicato n.171318
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