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Benevento, 28-05-2025 15:48 ____
Benedetto XIII tanto da cardinale vescovo di Benevento che da papa, conservo' nello stile di vita e nell'abito la identita' domenicana
Il vestito che aveva ricevuto 4 anni prima della nomina a cardinale, fu portato da Benedetto fino alla morte, come l'uso di un pastorale di legno e non di metallo prezioso, vero antesignano del compianto papa Francesco, commenta Carmine Meoli
Redazione
  

Sul Convegno Internazionale "Benedetto XIII Orsini 1724-2024. Rilettura di un Pontificato" in corso di svolgimento a Roma, ci scrive Carmine Meoli.
"Gentile direttore - si legge - l'amata Benevento presente nelle molteplici e accurate relazioni del Convegno in corso nella Università Lateranense sulla Rilettura di un pontificato che pregiudizi storici hanno poco approfondito se non fatto oggetto di critiche superficiali.
Ricordare che Benedetto XIII tanto da cardinale vescovo di Benevento che da papa conservò nello stile di vita e nell'abito la identità domenicana, viene evidenziato con numerose fonti documentali e dal fatto che l'abito che aveva ricevuto quattro anni prima della nomina a cardinale, fu portato da Benedetto fino alla morte, come l'uso di un pastorale di legno e non di metallo prezioso, vero antesignano del compianto papa Francesco.
Per il suo primo viaggio a Benevento, una volta eletto pontefice nel maggio 1724, gravava il rischio di problemi dal conflitto tra la Chiesa e il Regno di Napoli, il cui territorio doveva essere attraversato nel viaggio da Roma a Benevento.
Esasperava il conflitto il tono assunto dalle numerose controversie che nascevano dal privilegio goduto dal Regno di Sicilia di riconoscere nel Tribunale della Monarchia la ultima istanza di ogni controversia anche a carico di religiosi.
Il Re di Sicilia, per i meriti maturati con la riconquista dell'Isola dopo la dominazione araba, per privilegio concesso era considerato un legato diretto del papa, dando luogo alle numerose controversie tra sacerdozio ed impero.
Benedetto dette inizio ad una lunga trattativa con Carlo VI di Austria, titolare anche del regno di Sicilia, che si concluse solo nel 1728 con la cosiddetta Concordia Benedettina.
Un uomo di pace Benedetto, alle cui motivazioni di pacificazione con l'Impero non era estraneo l'interesse a poter attraversare il Regno di Napoli per andare a Benevento in tranquillità, ebbe critiche nella Chiesa per la Concordia ed ebbe feroce avversità di Giannone per il versante laico.
Con toni mordaci e qualificazioni offensive, Giannone contestava Benedetto quale difensore del papato contro l'Impero senza oggettività e solo per una valutazione ingiustificata sulla natura della Concordia quale difesa di privilegi della Chiesa.
In effetti solo nel 1871 con la legge delle Guarentigie lo Stato italiano ha rinunciato al privilegio vantato in Sicilia di supremazia del Tribunale della Monarchia in ogni questione.
La Concordia Bendettina aveva rappresentato un momento per mettere pace tra papato e impero cristallizzando i diritti senza pregiudizi per nessuno delle due parti e senza una rinuncia ai diritti della Chiesa né una diminuzione delle prerogative dell‘Impero .
I relatori hanno dato evidenza del contributo di Benedetto XIII, tra i grandi vescovi e papa, a dare impulso a quel processo di cristianizzazione e civilizzazione dei costumi dell'Europa assegnando ai vescovi e al clero la priorità della cura ed educazione delle anime.
Merita di essere ulteriormente studiato il contributo di Benedetto che nel concreto e non nelle discussione dottrinarie o politiche seppe dare priorità alla umanità vissuta e reale in cammino verso la modernità e cui la Chiesa doveva riservare cure pastorali e misericordia piuttosto che regole e sanzioni".
 

comunicato n.171104




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